Il futuro nelle mani di quei figli che non ci sono (di P. Alviti)

Il futuro della nostra Società è nelle mani di quei figli che sempre meno mettiamo al mondo, per vari motivi. Ma senza di loro il nostro futuro è segnato

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Ecco, dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo. Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza.

Beato l’uomo che piena ne ha la farètra: non resterà confuso quando verrà alla porta a trattare con i propri nemici.

 

Beato l’uomo che ha la faretra piena di figli: è una parola terribile per il nostro mondo che è invece  senza figli, senza futuro.

Non è una questione soltanto demografica, pur con tutta la sua importanza determinante: è una questione di ambiente, di vita, di ecologia. Un mondo di anziani è penoso, senza entusiasmo, carico di sofferenze, di paure, di intolleranze.

Avvertiamo già ora la mancanza dei suoni dei bambini nelle nostre strade, nelle nostre piazze, ne sentiamo già la nostalgia.

L’avvertono immediatamente coloro che subiscono, per tanti motivi diversi, la tragica perdita di un figlio.

Finalmente ci siamo resi conto di quanto sia il tema centrale della nostra società. Cosa dobbiamo fare dunque? Fare figli naturalmente, se vogliamo vivere in un ambiente gioioso, se vogliamo dare senso alla nostra esistenza ma  molti di noi potrebbero non esserne più in grado, e  molti giovani, pur volendolo, non riescono ad avere quelle condizioni sufficienti per dare serenità di crescita.

Ecco allora il compito della società, il compito di tutti, indipendentemente dall’età: capire che i figli sono davvero un dono, senza il quale la vita non sarà possibile e quindi costruire tutte quelle condizioni che possano favorire il formarsi di nuove famiglie.

Tutte le condizioni: quelle di competenza dei governi, quelle delle regioni, dei comuni ma anche delle scuole, delle aziende, dei ritmi di lavoro, degli ambienti cittadini.

Dobbiamo anche essere così intelligenti da comprendere che dobbiamo creare un clima  favorevole allo sviluppo delle famiglie, favorendo in ogni modo quelle che sono così coraggiose da scommettere sul futuro, da essere piene di speranza per l’umanità e sovrabbondanti di amore per le nuove vite, anche nei confronti di ragazzi rimasti senza famiglia.

Il catechismo tradizionale le avrebbe definite le tre virtù teologali: la fede, la speranza e la carità. Ma le famiglie hanno bisogno anche delle altre 4 virtù: il coraggio di formarsi (la fortezza), la perseveranza nel tenere duro di fronte alle difficoltà della vita (la temperanza), la prudenza nel fare le scelte decisive, la giustizia nel consentire a tutti di crescere secondo le proprie inclinazioni.

Così avremo le frecce necessarie per trattare con i nostri nemici…

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