Se Gallinaro diventa la città dell’Arte (Culture)

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ah credici direbbe l’Insognata, solo lui, il Vacana, l’uragano della Cultura, poteva farmi svegliare d’estate guardando le montagne, io che… estate significa mare.

Mi ha portato in un paesino della Valle di Comino, Gallinaro… Non arrivi mai. Per tre giorni mi ha travolto in un’esplosione di musica e di arte, il Gallinarock che è diventato GallinArtRock. 

Circondata dalle montagne, una piscina, un puzzle di vicoli che trasudano di storia e di arte, camminando tra i le stradine, inebriata dalle poesie di Gerardo Vacana, il papà del Luigi, fondatore del premio letterario della Valle di Comino, successore poetico di Tommaso Landolfi e di Libero De Libero, ti conduce per mano nei meandri di quelle modelle, che entrarono a pieno titolo nella storia dell’arte, rese eterne dagli artisti.

Qui invece è morto trucidato dai nazisti Gerardo Arpino, soli 22anni. Qui invece c’è il lavatoio pubblico. Questa è la casa dell’ agronomo Giuseppe Orlandi. Qui invece il chimico Emilio Lebon…

Girare Gallinaro con una guida turistica d’ eccezione. Due o tre cose sul Vacana junior: è la mente del festival, generalmente i vip della politica arrivano in giacca e cravatta sul palco, a prendere gli applausi, a lui li facciamo perché per tre giorni l’abbiamo trovato con gli abiti da lavoro, le mani sporche di fatica a dividere con il suo esercito, il suo staff , l’associazione, i giovani talenti emozioni. Gioie, ma anche la fatica.

A Gallinaro scopri la forza del Vacana il suo esercito, il suo collettivo che non ha generali (verrebbe da dire una testa, un voto), li unisce la passione per la cultura. Amano Gallinaro e con passione si impegnano.

Gallinaro per tre giorni diventa un santuario delle band emergenti. Vedi girare artisti con i loro ”look ”che convivono con la tradizione del paese. Una babele linguistica: ci sono i migranti di colore, che lavorano nell’esercito di Vacana, la Cultura abbatte i muri. Ci sono gli emigrati che tornano con ”loc a nua è different”, i figli che parlano in francese, in americano. I giovani musicisti con il loro linguaggio generazionale, il dialetto di Gallinaro… Nella babele ci si comprende.

A Gallinaro puoi lasciare tele, colori, macchine aperte, l’ impianto musicale, la borsa con il portafoglio: il custode dice, Luigi Vacana è il cielo.

A vincere il Gallinarock è la giovane band Gli Alternative. Possiamo dire che questa è la loro estate: hanno già vinto il ”standing watai” che gli ha dato la possibilità di esibirsi al concertone di Vasco Rossi, a Gallinaro con i Marlene Kuntz.

Una cornice di artisti ha portato colore, magicamente anche un cassonetto della spazzatura diventa arte. La Milone, nota per Viola, la scultura il simbolo delle marocchinate (leggi qui) ha realizzato la scultura che è diventata il simbolo di questa edizione: la gallina. Sarà possibile ammirarla nella stanza del Vacana in Provincia.

 

Aurora Agrestini e Nicola Lucioli detto Noa, del collettivo Arte Città e Colori, hanno animato con le loro bombolette i pannelli. Due esponenti della street art romana, molto noti, Livio Antonucci e Paolo D’Amata nelle loro tele hanno scelto scorci di Gallinaro.

Fattedancool con le sue magliette, borse, portachiavi, Petere Barone con il suo collettivo Cerva Anomala, una comune libertaria Zyon. L’ arte che torna alla natura, che utilizza materiale riciclato.

La più giovane degli artisti scesi in campo è una studentessa del liceo artistico di Frosinone Desiree D’Angelo, raggiunta dal nonno scultore Crescenzi.

La fotografa ufficiale del Gallinarock Marika Moretti, ospite il 18 Valerio Jovine, il napoletano cresciuto con i 99posse…  Ah se po’ di e lo diciamo: gli unici fuori luogo, le guardie del corpo e lo staff dei Marlene Kuntz, con i loro rigidi regolamenti, ma alla fine anche loro si sono lasciati travolgere dal clima solare del Gallinarock e sono cadute le barriere di distanza, il muro che avevano creato… Perché chi arriva a gallinarock si innamora.