Il mercato a Le Volte con Cucchiarine, Boimò, Peppe Muccitte…

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

di FAUSTA DUMANO
Scrittrice e insegnante
detta ‘Insognata’

 

 

Piazza Municipio ad Arpino era teatro e palcoscenico dell’eleganza tutti i giorni, non solo quelli di festa. Ogni domenica, su quel palcoscenico arrivavano loro: le riconoscevi a distanza, venivano da Sant’Amasio una frazione di Arpino. Anche loro la domenica portavano negli Anni 70 la loro eleganza nel salotto arpinate. La loro eleganza era la classe con cui camminavano con quei canestri sulla testa.

Un torchon, così diceva la mia nonna, separava la cesta dalla testa. Loro, con abilità, si muovevano a piedi, trasportando odori e sapori di un tempo. Questa immagine è da inserire nell’ archeologia contadina, il mercato domenicale è rimasto una tradizione. Ma quest’immagine che trasuda di odori, fa ritrovare immersi nel passato.

Ricordi sopiti in bianco e nero… un’immagine degna della sindrome di Proust, quando evoca ”madeleine” i biscottini francesi nel suo romanzo ”Alla ricerca del tempo perduto”, i biscottini francesi dal sapore inconfondibile. Quando più niente sussiste di un passato, restano indelebili gli odori e i sapori.

Il mercato si svolgeva al Ponte. La via vecchia, la via dell’aquila romana, diventava l’arteria principale. La via vecchia in auto è il primo steep che ti consegna la patente ad Arpino, superato questo livello poi sarai pronto a varcare altre strettoie arpinati, ma questa è un’ altra storia. Il mercato domenicale aveva il suo cuore alle Volte, sotto le Volte, il mercato coperto. Qui trovavi ”personaggi” degni di pagine di letteratura: Boimò, Peppe Muccitte, Zio Giovanni. Lui era forestiero, perché con il suo banco dei formaggi e dei salumi veniva da Arce. Boimò e Peppe Muccitte erano, credo, l’attrattiva principale.

Bisognerebbe raccogliere gli aneddoti che rappresentano delle perle di saggezza. Ricordi in bianco e nero… Non sarebbe mercato non ricordarsi di ”Cucchiarine”o almeno nei miei ricordi: il filosofo Seneca è nei ricordi domenicali, viveva vendendo la sua filosofia; per evitare imprecazioni e spergiuri, chi passava lasciava il suo obolo. Cucchiarine con la sua barba bianca e il suo bastone, con le sue cianfrusaglie, ha alimentato non poco la mia fantasia sfrenata, ancor prima della mitica prof di Filosofia, ”La Lorenzina” la prof De Arcangelis, è il nostro Seneca che ci introdusse alla Filosofia.

Le Volte erano un incredibile miscela di odori. Il reparto Pescheria, ricordi in bianco e nero, sono bambina, aggrappata mano per mano alla mia mamma. Il pesciarule, o come diavolo si scrive nella poesia del dialetto, il camice bianco macchiato di sangue cantava sempre: ”Abbassa la tua voce per favore, se vuoi sentire i palpiti del mio cuore,,. Rabagliati faceva furore ancora. I pesci allineati sembravano cantassero tutti questa canzone, credo che una delle prove d’ affetto più grandi di una bimba sia accompagnare la mamma al mercato del pesce. ”E’ vivo?”. Lui, forestiero, rispondeva ”E’ vive, qui trovate fatti, non parole, sono o non sono lo zio dei capitoni?” Ai miei occhi di bimba apparivano come orribili serpenti neri, che intrecciandosi sembravano delle collane.

Poco distante i venditori di uova fresche, galline vive ruspanti nelle gabbie. Ricordi in bianco e nero… Le Volte durante la settimana diventavano luoghi di incontri clandestini, amori non ufficializzati, uno spazio dei writers dell’archeologia, dei cuori infranti che accanto al cuore sfracellato lasciavano scritte poco gentili sulla fanciulla. Il ‘poco gentile’ è un eufemismo.

Ricordi in bianco e nero, vicino alle Volte, sulla scalinata che riconduceva al Corso Tulliano, c’erano i bagni pubblici, i Vespasiani. Gli amori più tragici finivano con una scritta in quei bagni. Ricordi in bianco e nero… Le Volte erano la strada per andare alla Scuola Materna, all’asilo comunale, l’ asilo dove andava mia sorella, con la maestra Ninni. Asilo che ho sempre invidiato, cresciuta dalle suore. A volte nascere solo due anni dopo, porta una ventata nuova.

Ricordi in bianco e nero… Oggi il mercato domenicale inizia Fuoriporta e prosegue per il corso Tulliano. Oggi realizzi che è il mercato perché le auto sono parcheggiate sulla strada della piscina o su quella che porta a Civitavecchia. Prima invece, ricordi in bianco e nero, sapevi che era giorno di mercato perché sul palcoscenico dell’eleganza arrivavano le signore con i canestri in testa.

 

 

Foto: copyright Piero Albery, tutti i diritti riservati

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