Il premio? Per la prima fila e fare i selfie: alla faccia di Carlo Maria (di R.Cacciami)

Rita Cacciami

Vice direttore L'Inchiesta Quotidiano

di RITA CACCIAMI
Vice Direttore
L’Inchiesta Quotidiano

 

 

Uomo pacato e tendenzialmente pacioso, Carlo Maria D’Alessandro.Tranne quando lo fanno infuriare alla maniera di un toro. Come ieri mattina durante il mezzogiorno di fuoco andato in scena al Liceo Scientifico. Parola di cronista che lo ha visto abbandonare ad ali di giacca svolazzanti la scuola in cui avrebbe dovuto presenziare alla consegna del Premio Pellecchia.

Secondo programma, ore 12. Secondo gli organizzatori, alla come conviene. Nel senso che avevano posto sotto sequestro centinaia di studenti nell’atrio dell’istituto dalle 9.30 del mattino. Per fare colazione con uno spettacolo teatrale. Proseguendo poi con le relazioni accademiche. Alle 11.20 (complice la rapidità del relatore di Roma Tre) l’infelice idea di aggiornare la tabella di marcia a tutto vantaggio di chi si era ormai assopito.

Risultato finale: al suo ingresso con assessore e presidente del consiglio comunale, il sindaco (reduce dalla celebrazione di un matrimonio) ha visto che avevano sciolto tutti le righe. Senza tener conto della sua assenza.

«Possiamo comunque fare una foto di gruppo con i vincitori» ha suggerito qualche docente pronto con ago e filo per cucire la toppa.

Ma il primo cittadino, invece di mettersi in posa, ha impugnato cappello e bastone e urlando allo sgarbo istituzionale ha preso la via dell’uscita. «Sono stato invitato, ho messo l’evento in agenda e nonostante i miei 20 minuti di anticipo la cerimonia era bella che finita» la chiusa di Carlo Maria Furioso (con aggiunta di colorita espressione idiomatica).

A porte sbattute via libera al dibattito sul tema “Eventi pubblici e difficile gestione degli scazzi”. Ha prevalso la tesi meglio avere tutte le sedie occupate. Anche se da politici presenzialisti e annoiati che passano tutto il tempo in prima fila a spararsi i selfie. E complimenti ai vincitori.

 

 

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