Quel 31 maggio di Liberazione per Isola del Liri (di G.Pizzuti)

 

di Gianpiero PIZZUTI
Corrispondente Il Messaggero

 

 

Il 31 maggio ad Isola del Liri per molti sarà un giorno come un altro, ma 73 anni fa questo giorno segnò la fine dell’occupazione tedesca in città. Il 31 maggio del 1944 Isola Liri si risvegliò nuovamente libera i tedeschi avevano lasciato la città in ritirata. Alle loro spalle, però, un cumulo di macerie molti opifici inutilizzabili danneggiati dai ripetuti sabotaggi, ma soprattutto avevano fatto “brillare” i due ponti principali della città. Da rimarcare che la città non fu mai oggetto di aspri combattimenti, fu solo un avamposto “strategico” per le truppe sul fronte di Cassino.

Durante il periodo dell’occupazione nazista (settembre 1943 – maggio 1944) Isola Liri piangerà i suoi morti solo per tre incursioni aeree della aviazione inglese (Raf) del 28 dicembre 1943 (morì un bambino di 2 anni), quella del 3 gennaio 1944 (18 morti) in Via Trito e l’ultima dell’8 gennaio 1944 in Via Roma (15 morti).

 

Questo il racconto di quei giorni: dal diario di un testimone isolano nel periodo del vandalismo teutonico(settembre 1943 – maggio 1944) pubblicato su “La vedetta del Liri” mensile stampato in città dall’allora parroco Don Antonio Palombo.

 

28 Maggio 1944 – La mattinata si apre col salto della centralina delle Meridionali in Via Valcatoio e passa scoppiettando ai vari punti delle Meridionali, Boimond, e Pastificio S. Domenico, con boati talvolta potenti anche a distanza; la caligine si addensa sempre più. Verso il tramonto si alza una densa fumata nera: è l’incendio della F.R.E.S.T.; a tarda sera si odono colpi di cannone. Nella notte si odono boati tremendi, sino al mattino del 29….

 

29 Maggio 1944 – C’è una certa trepidazione per gli abusi che van commettendo i soldati tedeschi isolatamente o a piccoli gruppi; mattinata tranquilla. Verso sera si teme da un momento all’altro il salto dei ponti, dalle alture circostanti tuona il cannone, fischiano nell’aria i proiettili che dalla direzione di Capitino volano verso Sora. Nottata animatissima anche per le formazioni di aerei che ispezionano la zona dalla mezzanotte in poi: nonostante il fragore che toglie il sonno, pare si respiri nell’attesa di prossima liberazione.

 

30 maggio 1944 – L’aspettativa è delusa: nella mattinata dalla cabina bruciata al ponte vigilano due figure armate che, autentici masnadieri, fermano tutti i passanti (massima parte donne, perché gli uomini, intimiditi, sono fuggiti in montagna), con il pretesto di chiedere documenti. Li derubano di quanto possiedono. Ieri i tedeschi hanno rastrellato vacche, pecore ed altro. Oggi, invece, si sono dati a saccheggiare le case e le abitazioni civili spogliandole di tutto, maltrattando gli abitanti e minacciandoli di minare le loro case se non avessero taciuto. Serata calma. Troppo calma per la vicinanza del fronte. Simile allaria greve che precede la tempesta.

Poco dopo le 22 si hanno i primi sintomi; qualche scoppio isolato, poi colpi di cannone e raffiche di mitraglia in direzione di Capitino; seguono altri scoppi più forti, due fortissimi: depositi di munizioni e di benzina in fiamme, nella Cartiera Bottaro.

Prima della mezzanotte tutto è ripiombato nel silenzio: quanto è durato? Forse un’ora o poco più. Verso l’una ha avuto una serie di colpi metodica, cadenzata, simile al battito del pendolo, un po’ lento. Verso l’una e mezza un fragore assordante annunzia la caduta del ponte Napoli (quello della Cascata Grande). Riprende lo scoppietto cadenzato dei colpi minori fino circa alle 2 e 5, quando un altro orribile fragore ha annunziato la caduta del ponte Roma.

Isola è avvolta in una densissima nebbia di polvere e di fumo.

 

31 Maggio 1944 – I tedeschi sono andati via, molti scendono in paese, ma al lavatoio di San Giuseppe una cannonata semina terrore. Nessun morto o ferito, è imprudente entrare in città, l’artiglieria batte la zona per ore; al pomeriggio un improvviso cannoneggiamento ha ridestato lo spavento nella contrada “Granciara” battuta per circa mezz’ora. Poco dopo un’insolita voce annunzia l’arrivo di pattuglie angoloamericane e tutto si ridesta come a nuova vita…

 

1 Giugno 1944 – Con molto entusiasmo assistiamo al passaggio dei primi inglesi, sono tre autoblinde. Il popola applaude, siamo salvi. Sono Neo Zelandesi e chiediamo delle sigarette…

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