Ricordando Mimma * Con il cuore in valigia (di Mimma Panaccione)

Le parole che ci ha lasciato Mimma Panaccione, la collega che ha smesso di scrivere ma è più viva che mai.

Nei giorni scorsi ha smesso di scrivere la collega Mimma Panaccione. Ci ha lasciato una serie di articoli che la rendono più viva che mai. Sono quelli proposti sul suo blog all’interno di Repubblica.it Li riproponiamo per consentire, anche a chi non la conosceva, di capire quale straordinaria persona fosse.

 

di Mimma PANACCIONE

È arrivato il momento che io metta il cuore in valigia. Non so voi, ma in anni che faccio e disfaccio valigie sembra, col senno di poi, di non aver portato mai abbastanza, di aver portato inutilmente troppo, di aver portato ciò che alla fine non è servito. Ma di solito il cuore nella mia valigia trova sempre il suo posto e lo spazio giusto.

Ci scivola dentro senza fare storie e quando faccio la ricognizione generale del contenuto del bagaglio lui è sempre già lì, con un sorriso smagliante a prescindere dalla destinazione. Questa volta invece il mio cuore non ne vuole sapere di entrare in valigia. L’ho cercato dappertutto ed ogni volta che l’ho sorpreso in un angolo nascosto è fuggito via in uno scatto alla Speedy Gonzales…

E pensare che lo voglio portare in un fantastico viaggio in America!!! Natale a New York e capodanno a Las Vegas… un sogno ad occhi aperti! Ma lui resta nell’angolo, recalcitrante e con uno strano broncio sul muso.

Il terrorismo ma soprattutto la stanchezza fisica dei postumi della chemio fanno ridurre tutto al solito azzardo. Dove vado? Ce la farò a sostenere la fatica del viaggio? Finirò in una puntata di E.R.? E come farò col jet lag io che se perdo un’ora di sonno sto male ad oltranza??? Poi a gennaio ho tutti i controlli e forse rischio anche una orribile biopsia polmonare… E questo giusto per buttarla lì, che di interrogativi ne ho una montagna. La considerazione delle mie dosate forze fisiche ha fatto sì che abbiamo scelto itinerari a misura di stanchezza ed anche questo diventa motivo di insoddisfazione. “Uffa, è il viaggio della vita… Per una volta che vado in America me la volevo girare tutta o comunque il più possibile… invece di fare tappe da reparto geriatria… uffa!”.

Tutti poi a dirmi che trascorrere le festività negli States è il massimo… sì, per il consumismo moderno, però. Io sono più da arte ed esplorazione… Odio i centri commerciali, ancora oggi cerco i piccoli alimentari per fare la spesa… fosse per me vivrei nel villaggio dei puffi… Poi Natale è a casa e in famiglia: non c’è niente di più bello di trascorrere le feste con chi si ama, anche litigando, ma sempre amandosi mentre ci si riempie la bocca di struffoli.

Quest’anno sarà il primo senza nonna, e nonna era il nostro Natale. Sarà il primo senza Elena, senza Diana, senza Barbara… La mia umanità è fatta di carne e questa carne grida egoisticamente che le persone che amo e ora sono altrove le vorrei qui nel mio goffo e caldo abbraccio, a disposizione dei miei baci, che con la loro presenza sfamassero i miei occhi e ubriacassero il mio cuore. Ma questo è il mio egoismo, lo so. Loro ora sono sane e felici come non mai e quello che noi chiamiamo tempo scorre per loro in un attimo. Siamo noi condannati alla loro lenta assenza. Fosse per me, rivorrei il Natale del 1981.

Insomma, vi sto mettendo a parte senza censure di tutti i miei confusi pensieri che affollano la mia mente e mettono all’angolo il mio cuore. Tutto questo per dirvi e ricordarvi che quando il cuore diventa capriccioso e cerca di sfuggirvi, di nascondersi, di cedere ai timori e vi suggerisce interrogativi, allora è arrivato il momento di mettersi in gioco, di tentare il tutto per tutto.

È arrivato il momento di chiuderlo in valigia, di portarlo con voi, di ricordargli che le domande le pone la testa e che di solito è lui a darle le risposte più autentiche e belle. Quelle per cui vale la pena vivere. Ho messo il cuore in valigia, mi guarda ancora scettico ma che gli piaccia o no faremo ancora un altro pezzo di strada insieme. E bella o brutta che sia, sarà tutta nostra. Vi auguro di tenervi stretti il vostro cuore capriccioso. Cercherò di aggiornarvi dagli Usa sulle baruffe tra me e il mio ostile compagno di viaggio. Buon Natale e Felice anno nuovo a tutti, carissimi!

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