La sPartita – Moreno Freud Longo, l’allenatore che mise in analisi il Frosinone

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L'analisi della 18ma giornata di Serie B. Psicologia, tattica, rabbia e... continuità. Il Frosinone è questo e così dovrà rimanere.

di Fabio CORTINA
e Giovanni GIULIANI

 

 

Non c’è mai stata in questa stagione una partita più da vincere di quella che si è vinta sabato col Brescia. I motivi erano molteplici e paradossalmente la classifica era l’ultimo di questi, perché il girone di ritorno è lontano ed è lì che si scrivono i verdetti, non prima. A maggior ragione in un campionato come questo, in cui se non fosse stato per la terzina declamata dal Palermo al “San Nicola”, avremmo parlato anche in questo turno di un campionato che va avanti col freno a mano tirato.

 

LO PSICOLOGO LONGO

Dal canto suo il Frosinone ha giocato la partita che tutti si aspettavano, in primis Mister Longo, che ha affermato: “Per quanto visto in settimana non mi aspettavo nulla di diverso“.

Di certo durante la settimana è il mister e solo lui a saggiare la rabbia e la condizione della squadra, un gruppo che aveva preso di petto i giorni che lo dividevano dalla gara col Brescia prima di sferrare l’affondo sul prato verde dello “Stirpe”. Sì, la componente psicologica è stata importante, ma quella tecnica ha fatto la differenza.

A disposizione di Longo sono tornati due colossi come Ariaudo e Terranova, non due a caso tipo Sella e Cavallo (tanto per citare l’allenatore nel pallone). Il tecnico piemontese ha azzeccato la staffetta Dionisi-Citro al contrario, capitalizzando da entrambi con i gol. E poi ha inserito Soddimo, l’uomo giusto se vuoi creare un caos ordinato, cercando ed ottenendo la superiorità sistematica e tanta tecnica.

Psicologia e tattica, ad ognuno il suo mestiere, lo staff tecnico del Frosinone ha dimostrato di saper fare il proprio. Ed anche bene.

 

IL TOTEM CONTINUITA’

E allora si prosegue nel nome di quel Totem chiamato continuità. Per Moreno Longo questo concetto è un “mantra” che ripete appena può, quasi come un ossessione.

Perché è vero che il Frosinone negli ultimi due mesi ha vinto poco, tre volte, ma ha perso… mai. Dieci risultati utili di fila non sono mica male per una formazione che sabato ha ritrovato quell’attenzione, quella concentrazione per 90 minuti ed oltre, che era mancata nelle precedenti uscite.

La vittoria, insomma, è stata la medicina giusta, quella che serviva: e che di colpo ha fatto passare in secondo piano i dubbi, le paure e le polemiche che ci avevano portato alla gara con le rondinelle.

L’ennesima dimostrazione che nel mondo del pallone basta poco per riportare il sorriso, ma di quelli belli, a 32 denti.

 

VIA DAGLI SCOGLI

La nave giallazzurra, dunque, ha ripreso il largo, dopo essere rimasta quasi un mese incagliata sugli scogli. E’ ancora presto per dire se il vessillo arriverà davvero in porto, ma diventa importante virare alla boa con il vento in poppa. Da qui a fine anno mancano tre gare.

Il torneo continua a mantenersi equilibrato. Certo, lo strappo del Palermo può avere un discreto peso specifico ma mai come ora il Frosinone, detto senza alcuna fastidiosa retorica, deve pensare solo ed esclusivamente a se stesso proprio nel nome di quell’ormai solito totem che anche i muri dello Stirpe conoscono a menadito: continuità… Appunto.