Al ‘Bentegodi’ lavorano per il Frosinone (di G.Lanzi)

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

 

di GIOVANNI LANZI
Giornalista temporaneamente senza carta

 

 

Due obiettivi per Marino: ritrovare Ciofani e ‘scovare’ Mokulu. Ma va lucidato il mirino a Dionisi
Al ‘Bentegodi’ lavorano per il Frosinone
Verona e Spal fanno 0-0, canarini a +2 dalle seconde. Per scappare, l’autorevolezza di Maiello & soci va sostenuta da gol pesanti

 

 

…Ma prima di pensare al Verona, salvate il soldato Daniel. In qualche modo ma salvatelo rapidamente. E lucidate rapidamente anche il mirino del soldato Federico. Un attaccante, anzi uno dei ‘principi’ degli attaccanti della serie A e B come Daniel Ciofani da Cerchio, a secco di gol da due mesi va aiutato, capito, sostenuto. Un attaccante, anzi un altro dei ‘principi’ degli attaccanti di A e B come Federico Dionisi da Cantalice è imprescindibile. Due attaccanti come Ciofani e Dionisi, che all’esordio in serie A hanno griffato 9 gol d’autore a testa non possono essere considerati due giocatori qualsiasi.

Daniel Ciofani, Federico Dionisi e il Frosinone costituiscono un triangolo perfetto. Nel quale tutti debbono aiutarsi tra loro e nessuno tradisce l’altro. Da quel giorno dell’estate 2013 che l’abruzzese arrivò dal Perugia via Parma. E da quel giorno dell’estate successiva che la punta di Cantalice arrivò da Livorno per far coppia esplosiva con l’ariete abruzzese. Per dirla in soldoni: il Frosinone, Daniel Ciofani e Federico Dionisi sono un corpo e un’anima. Ma forse, e non è una bestemmia, il soldato Daniel andava (o andrebbe) fatto anche riposare. Dilemma nelle mani di Pasquale Marino.

 

LA MARGHERITA DI MARINO – Sarà il tecnico, attingendo a piene mani nelle sue doti di psicologo, capire se è giusto continuare ad impiegare un giocatore impagabile per sacrificio ma afflitto, oltre che da evidente mal di gol, anche da quella macchinosità palesata all’avvio del campionato di Lega Pro o più giusto ancora dargli un breve ma salutare e meritato riposo. Capire se la condizione può migliorare giocando o risposando.

Il Verona che si staglia all’orizzonte consiglia per la prima ipotesi. Nessuno capirebbe mai un Frosinone senza Daniel Ciofani in coppia con il ‘gemello’ Dionisi in quella che, parole di circostanza a parte, è il ‘clou’ della serie B e forse anche un crocevia per entrambe. Cosa fatta, capo ha, si dice. Ma Daniel Ciofani forse andava fatto riposare prima. Senza badare troppo agli equilibri nello spogliatoio. Tutto si fa in funzione di un obiettivo da raggiungere. A Pisa ad esempio la cosa migliore consigliava il riposo.

 

LA PUNTA DI SCORTA O IL PROTAGONISTA – O forse Daniel Ciofani andava tirato fuori dalla contesa in largo anticipo rispetto a quel 33′ della ripresa all’Arena Garibaldi. Anche per dare minuti e ‘chances’ ad un attaccante come Mokulu che finora, non ce ne voglia nessuno tantomeno il diretto interessato, appare quasi ingabbiato da questo ruolo di comprimario che non si discosta di una virgola da quello che aveva ad Avellino. Mokulu è un po’ come Cocco, deve sentirsi coinvolto per dare il meglio. E a Frosinone non appare, almeno finora, del tutto coinvolto. Almeno alla pari degli altri neo acquisti. Poi ci sarebbe anche un giovane di belle speranze come Volpe ma lo spazio con tutte le caselle piene di ‘big’ non esiste.

 

Attenti alle spalle. Attenti ad esempio al Benevento che nelle ultime 5 giornate (1 sconfitta, 1 pari e 3 vittorie) ha lo stesso cammino dei giallazzurri. Squadra forte senza dubbio quella di Baroni, quanto fortunata. Ed anche ‘portata’ in qualche modo. Perché un rigore di quelli rimediati a Vercelli a 5′ dal 90′ per svenimento di Cissè addosso a Berra – e realizzato da Ceravolo partito dalla panchina, quindi valore aggiunto in corsa – in area non si concedono a tutti. Il turno che si è chiuso lunedì sera con il pari del Verona con la Spal ha fissato la classifica dopo la giornata numero 26. Risale il Perugia, terza vittoria nelle ultime 5 giornate con 2 pareggi. E risale lo Spezia, cammino anche per la squadra di Di Carlo identico a quello di Frosinone e Benevento nelle ultime 5 giornate.

 

LA STERILE AUTOREVOLEZZA – Andiamo al nocciolo del problema. Un pareggio a reti bianche contro una squadra ridotta all’osso può essere considerato un mezzo passo falso? Paradossalmente no. Ma poi c’è il rovescio della medaglia: al Frosinone, nel saldo provvisorio di questo girone di ritorno tralasciando opportunamente il girone di andata, mancano ancora i 3 punti lasciati a Chiavari. Quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio. E una vittoria a Pisa, pur non potendo venire classificata nel ‘range’ delle ‘imprese’ di una squadra dal potenziale del Frosinone, avrebbe quanto meno permesso di portare quel saldo a -1, in attesa di colmarlo definitivamente. Perché bisogna essere tutti d’accordo su un concetto: all’Arena Garibaldi il pareggio doveva essere il risultato minimo per la squadra di Pasquale Marino. E’ andata come è andata, si volta pagina.

Attingendo a piene mani da Francesco De Gregori nella famosa ‘Stella stellina’ quando cantava ‘prendila come viene, prendila come va…’. Tesi e antitesi come sempre continuano a cozzare tra loro. Contro un Pisa modesto all’inverosimile da questo Frosinone era giusto e lecito attendersi di più. Ma il Frosinone a Pisa ha disputato probabilmente la miglior partita esterna della stagione, per autorevolezza, compattezza, eleganza e padronanza. La difesa ha trovato una quadratura da grande squadra anche se il dirimpettaio davvero scarso non è stato un test granché probante. Tutto bene. Fino, ed ecco le note dolenti, fino ai 20 metri dell’area avversaria. E allora il grido di allarme c’è tutto: salvate il soldato Daniel. E lucidate pure il mirino al soldato Federico.

 

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