In arrivo la conferenza dei servizi sul progetto di riqualificazione urbanistica e mentale dell'ormai allargato Centro Storico di Frosinone. Saranno presenti tutti gli stakeholder: i portatori di interesse nei confronti del progetto promosso dall'assessora Rossella Testa
L’hanno scherzosamente ribattezzata “Assessora agli Aperitivi”. È perché ha voluto ricreare e vive in prima persona buona movida e serate culturali e ricreative nel centro storico. Anzi, la “sua” Frosinone Alta: un brand, il marchio di un progetto lanciato da Rossella Testa quand’era Assessora al ramo nella Giunta Ottaviani.
Da quasi cinque mesi, dopo la scelta dell’assessore Danilo Magliocchetti di rinunciare per concentrarsi sul suo nuovo incarico alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è ridiventata Assessora al Centro Storico in quota Lega nell’esecutivo guidato dal sindaco Riccardo Mastrangeli. E ora rilancia appieno un progetto che l’ha vista sempre tirare dritto tra proteste dei residenti e pungoli dell’opposizione. Ottenendo di fatto i risultati sperati con quella sua impronta giovanile: troppo calcata per parte dei residenti, una mano santa per tanti commercianti.
Frosinone Alta: la conferenza dei servizi
Mercoledì 26 aprile alle 11 l’aula consiliare del comunale Palazzo Munari accoglierà la conferenza dei servizi con tutti gli stakeholder di Frosinone Alta. Sono i portatori di interesse nei confronti della doppia riqualificazione: urbanistica e mentale, del centro storico extralarge. L’assessora Testa non si è mai rassegnata all’idea che fosse diventato uno spopolato “quartiere dormitorio”.
Ora, a distanza di oltre cinque anni, si farà il punto della situazione e verrà mostrata la trasformazione in corso. All’incontro, tra gli altri, presenzieranno Pasquale Ciacciarelli, Giovanni Acampora e Vincenzo Formisano: l’assessore regionale all’Urbanistica, originario del Cassinate; il presidente della Camera di Commercio di Frosinone e Latina, e il presidente della Banca Popolare del Cassinate.
Sarà rappresentata anche l’Accademia di Belle Arti, ospitata dal comunale Palazzo Tiravanti di viale Mazzini: un’eccellenza del capoluogo ciociaro un tempo tagliata fuori dal Centro Storico ma ormai inglobata da Frosinone Alta. Praticamente, com’è stata sempre chiamata.
Riqualificazione urbanistica e mentale
A fare gli onori di casa sarà innanzitutto il sindaco Riccardo Mastrangeli, che detiene le deleghe all’urbanistica, all’ornato e al decoro urbano, ai grandi eventi. Assieme all’assessora Testa, curatrice del centro storico allargato, il vicesindaco Antonio Scaccia e Angelo Retrosi: l’uno delegato ad Ambiente, Transizione Ecologica e Mobilità, l’altro assessore ai Lavori Pubblici, Manutenzione, Demanio e Patrimonio.
È un’operazione complessa che investe varie competenze. Ha già ottenuto risultati e non può prescindere dall’avvio della realizzazione delle grandi opere. Si parla innanzitutto della “Piloni city”: la valorizzazione dell’omonimo complesso e la riqualificazione idrogeologica del sovrastante Largo Turriziani, che gode di un finanziamento ministeriale di un milione di euro. (Leggi qui: Piloni city, le opportunità ed i rischi per Frosinone).
E poi, sempre a Frosinone Alta, si attendono gli interventi di rigenerazione urbana finanziati dal Pnrr. Su tutti, il raddoppio e la riattivazione dell’ascensore inclinato, rotto per l’ennesima volta e chiuso ormai da due anni. È stato ottenuto un finanziamento di tre milioni e mezzo di euro. Se per la “Piloni city” si devono sbloccare i cantieri, il ripristino dell’ascensore inclinato tra Frosinone Alta e Bassa è stato avversato dall’opposizione di Centrosinistra con una mozione quasi unitaria. (Leggi qui Dove porta l’ascensore inclinato).
Anche un nuovo Parco delle Colline
Assessora Testa, perché questa conferenza di servizi?
«Il progetto di Frosinone Alta è partito nel 2017. Ora ci confronteremo con i portatori di interesse sono tutti quelli che hanno sottoscritto l’apposito protocollo d’intesa. E cioè Giovanni Acampora che fu il primo a firmare per portare progetti dentro Frosinone Alta. La Banca Popolare del Cassinate fu l’unica, creando specifici pacchetti bancari, finanziamenti fino a 50mila euro senza garanzie per giovani entro i 40 anni di età a favore dell’apertura di attività nel centro storico. Le Terrazze del Belvedere, poi, hanno anche anticipato il progetto di pedonalizzazione di Largo Turriziani. È stato fatto tutto il possibile e ci sono altri progetti che verranno messi in campo».
Il punto di forza è proprio la collaborazione con tutti i portatori di interesse?
«Sì, gli obiettivi finali devono essere raggiunti da tutti quanti insieme. Non avrebbero di certo aperto 24 attività commerciali nel centro storico se non ci fosse stata la Banca a dare la possibilità economica. Ora si riconferma la sinergia che ha ottenuto risultati in questi ultimi anni. È tutta un’operazione di marketing territoriale, si è riusciti a promuovere la parte alta della città. Intesa non come il centro storico delimitato dalle porte bensì da tutta l’area oltre le mura. Era impensabile che l’Accademia di Belle Arti fosse tagliata fuori dal perimetro di Frosinone Alta. È la denominazione di un tempo, ripresa e diventata un marchio, un brand che ora rilanciamo con forza».
Cosa prevede di lanciare con il marchio Frosinone Alta?
«A livello personale, tra i progetti in ballo, promuoverò la riqualificazione del Parco delle Colline sotto a piazzale Vittorio Veneto, dove spicca il comunale Palazzo Munari da ormai un anno e mezzo. È un parco terrazzato nel centro della città. Verso la fine di maggio saranno coinvolti sei giovani artisti per realizzare sul posto altrettante opere in marmo di carrara e con il logo di Frosinone Alta. Sarà una bellissima esperienza lunga dieci giorni e verranno distribuiti gadget che richiamano l’iniziativa. E sarà sempre più bello anche abitarci al centro storico, che può vantare anche la preziosa particolarità di ospitare non uno ma due teatri di proprietà comunale. Il Nestor è stato riconsegnato alla comunità nel 2016, il Vittoria verrà inaugurato nel corso della prossima estate».
Vivere (e divertirsi) a Frosinone Alta
Quando diventò assessora al Centro Storico, qual era il punto di partenza?
«Nel 2011 il 50% degli immobili, locali e abitazioni, erano sfitti. Con la precedente Amministrazione Ottaviani si è garantita una sede all’Accademia e questo ha portato un 43% di locazioni nella parte alta della città. L’Accademia ha dato tanto a Frosinone e portato tanti giovani sul territorio, che godono di convenzioni con le attività di ristorazione del centro storico. Una Frosinone Alta che diventa sempre più attrezzata e attrattiva. È chiaro che realizzare le grandi opere genererà qualche disagio a residenti e frequentatori. L’importante, però, è avviare questi importanti lavori».
Sulle grandi opere pesano i rincari delle materie prime. I grandi eventi in centro, fiore all’occhiello delle Amministrazioni Ottaviani e Mastrangeli, sono a rischio?
«Non se partiranno a breve i lavori. In questo modo si potrà procedere con un’altra estate all’insegna delle Terrazze del Belvedere, del Festival dei Conservatori e del Teatro tra le Porte. Tra le terrazze sarà inclusa anche quella del meraviglioso Palazzo Munari, dove fisseremo appuntamenti culturali e musicali affinché la cittadina possa godere appieno del municipio e del suo splendido panorama. “L’aperitivo a palazzo”, fatto in occasione delle festività carnevalesche, è stato già il modo di poter far vivere Palazzo Munari e visitare il museo archeologico e la pinacoteca».
A Frosinone Alta restano le orribili serrande sporche dei negozi rimasti chiusi da decenni. Non si riesce proprie a farle pulire?
«Abbiamo deciso di prendere in mano la situazione in maniera costruttiva. Sarà emanato un avviso pubblico per richiedere l’autorizzazione ai proprietari di procedere alla pulizia delle serrande e all’apposizione di pannelli sempre in stile Frosinone Alta.
Le ordinanze e le sanzioni amministrative non servono a niente se ai diretti interessati basta pagare la multa piuttosto che occuparsi della serranda sporca. Noi come Amministrazione possiamo arrivare fino a un certo punto, anche facendo investimenti per il bene comune. L’ho già sperimentato in passato con i proprietari di sedici locali commerciali, in modo da addobbarli e corredarli di immagini post ristrutturazione per favorire la vendita o la locazione ad aspiranti commercianti. So soltanto che tredici su sedici, alla fine, sono stati dati in affitto».