L’esperto: “Le trame interne al Pd, come gli intrighi del Cremlino”

di CARLO ALBERTO GUDERIAN Cremlinologo in pensione

Ho lasciato Mosca ormai ventuno anni fa. Tra la sua burocrazia e la sua inefficienza ho trascorso il periodo dal 1975 al 1994: facevo il cremlinologo. In pratica, ero l’osservatore politico che seguiva sistematicamente gli avvenimenti dell’Unione Sovietica, cercavo di interpretare dichiarazioni e decisioni del governo sovietico e di prevedere i possibili sviluppi della sua politica. Partendo da un dettaglio banale dovevamo capire cosa stesse accadendo dentro le mura del Cremlino. Ad esempio: confrontando le foto della parata del Primo Maggio con quelle dell’anno precedente, se rilevavamo che una figura era affacciata al balcone del Cremlino in posizione più o meno vicina al segretario Leonid Breznev, dovevamo decifrare se stesse prevalendo una corrente di potere piuttosto che un’altra.

Da dieci anni mi sono ritirato sulle sponde del Canterno. Pensavo che il mio lavoro fosse finito e destinato ai vocabolari. Non è così. “Per capire cosa accade nel Partito Democratico in provincia di Frosinone occorre uno come te” mi ha detto il direttore Alessioporcu. E allora eccomi di nuovo in campo.

Per capire la situazione si deve sempre avere un punto di partenza. Uno qualsiasi. Cominciamo dall’ultimo in ordine di tempo.

Si parte da un dettaglio. Come per le foto della parata al Cremlino.

Nella tarda mattinata il sindaco di Paliano Domenico Alfieri (componente Scalia) ha inviato alla Stampa una nota con la quale attacca in modo frontale il segretario provinciale del Partito Simone Costanzo (componente Franceschini, alleato della componente De Angelis / Buschini). Gli rimprovera di voler mettere il cappello su tutte le operazioni condotte nei circoli Pd del territorio. E dice che un simile atteggiamento lo disgusta.

Cosa vuole dire. Il dialogo tra Francesco Scalia e Francesco De Angelis non esiste. Non c’è nessun telefono rosso a collegarli come accadeva tra Breznev e Carter all’epoca della Guerra Fredda. Non si telefonano e non si parlano dall’epoca della votazione con cui De Angelis è stato eletto il nuovo presidente dell’Asi.

Allora come si spiegano a) l’accordo per la creazione del gruppo unico del Pd in Amministrazione provinciale, sanando la spaccatura culminata con lo schieramento di due candidati contrapposti (Antonio Pompeo e Enrico Pittiglio) entrambi del Pd? b) l’accordo che sanerà la spaccatura nel Pd di Sora e lo porterà ad appoggiare in maniera unitaria il sindaco uscente Ernesto Tersigni? c) il passo indietro del sindaco di Paliano Domenico Alfieri sulla possibilità di candidarsi alla segreteria provinciale del Partito (leggi qui il precedente)?

Le risposte sono chiare ed aprono nuovi scenari: a) La creazione del gruppo unico in Provincia è frutto della trattativa personale avvenuta tra Simone Costanzo ed Antonio Pompeo, come correttamente avete anticipato (leggi qui il precedente). Un’intesa alla quale Francesco Scalia era contrario e su questo c’è stata la celebre accesa discussione tra i due (leggi qui il precedente) anche se qualcuno dei presenti ha interpretato in maniera un po’ troppo esasperata quei toni.

b) L’accordo raggiunto a Sora per l’appoggio ad Ernesto Tersigni non è frutto di un tavolo provinciale che abbia visto insieme Scalia e De Angelis. Abbiamo già detto che i due non si parlano. L’intesa è stata intessuta direttamente a Sora dai sorani che poi l’hanno servita, a cose sostanzialmente fatte, ai quadri provinciali che hanno dovuto compiere solo i passi finali. Quindi l’intesa su Sora non fa parte di un quadro provinciale, non coinvolge in alcun modo le elezioni comunali di Cassino ed Alatri.

c)Va da se che il passo indietro di Alfieri a questo punto è chiaro che non esista più. Il Comunicato di queste ore è l’avvio ufficiale della campagna per il congresso, nel quale sarà lo sfidante ufficiale del segretario Simone Costanzo.

Se ne ricava che al momento sono in atto queste dinamiche: Pompeo parla con Costanzo ma sta contro Buschini (che potrebbe essere il suo nemico alle Regionali). Ed è indispensabile ribadire che – su questo specifico tema – né Pompeo parla a nome di Scalia, né Costanzo parla a nome di altri. Nessun ponte tra Scalia e De Angelis ma solo un ponticello tra Pompeo e Scalia.

Allo stesso tempo Alfieri cerca un contatto con Buschini (leggere in proposito il rofilo Facebook del sindaco ed il messaggio di complimenti rivolto al presidente della Commissione Bilancio) ma sta contro Costanzo.

Inoltre: non verranno risolte sul territorio le problematiche connesse alle candidature di Cassino. Occorrerà un tavolo Regionale affinché non si scateni un bagno di sangue.

Non siamo sulla piazza Rossa e non siamo di fronte al Cremlino. Ma i tratti sono quelli di una competizione interna alla componente Scalia per acquisire una posizione di potere al suo interno. Forse sia Pompeo che Alfieri aspirano alla candidatura alla Regione Lazio.

Ma da troppo tempo non pattino a Gorkj Park.

Carlo Alberto Guderian per Alessioporcu.it