Il ministero al Comune di Cassino: «Dissesto entro il 6 giugno»

D'Alessandro continua la sua marcia verso la dichiarazione di dissesto. Oggi il sindaco di Cassino al Ministero del'Interno per consegnare la nota riepilogativa del debito accertato. Le opposizioni. Salera:" il default si può evitare". Grieco:"Tempistiche sospette".

Il ministero è stato chiaro: «Se noin avete i soldi per pagare i conti allora fate il disseto. Ma prima tengtate tutte le strade per evitarlo Se dovete fare il dissesto, il termine è tra il 6 ed il 7 giugno».

Il sindaco del Comune di Cassino Carlo Maria D’Alessandro, insieme all’assessore alle Finanze Ulderico Schimperna, alla responsabile dell’Area finanziaria Monica Tallini e al vice segretario generale Gianni Lena se lo sono sentiti dire dal loro interlocutore al Ministero dell’Interno – Area Finanza Locale. Lì hanno condiviso la nota riepilogativa del debito accertato. Ovvero la carta con cui l’amministrazione comunale vuole dichiarare il dissesto finanziario dell’ente.

Non sono obbligati a farlo. E non entro la data indicata dal ministero. Perché quello è un termine ordinatorio: significa che alla sua inosservanza, non sono previste sanzioni. Non è un termine perentorio: in quel caso avrebbe obbligato in termini assoluti di rispettare la scadenza.

Vantaggi del lessico italiano. E misteri della burocrazia nostrana.

Uno su tutti: ma il Comune di Cassino vuole dichiarare o no il dissesto? Al ministero, il sindaco ha detto «I numeri dicono che è inevitabile». Nella sua dichiarazione alla stampa ha detto: «Deve essere il Consiglio a dichiararlo».

Morale della storia: non vuole essere il sindaco che passerà alla storia di Cassino per avere dichiarato la bancarotta. Ma per sua ammissione: «È inevitabile».

 

ECCOVI LE STRADE PER EVITARLO

Al centro del confronto tra la delegazione partita da Cassino ed i tecnici dell’Area Finanza Locale del ministero c’è stata la nota riepilogativa del debito accertato pari a 42 milioni di euro.

L’indicazione è stata quella di continuare a perseguire tutte le strade possibili per evitare il dissesto. Ossia di proporre a tutti i creditori la transazione per ridurre il debito e poi di alienare gli immobili comunali non indispensabili o dismessi o fatiscenti. Ed ancora di ricorrere all’accertamento dell’evasione tributaria. E di valutare tutte le entrate possibili da utilizzare per pagare il debito o parte di esso.

Solo in caso di risposte negative da queste misure preventive il comune di Cassino potrà avviare la fase del dissesto che dovrà essere supportata da approfondite relazioni sulla reale situazione debitoria con delibere di giunta e di consiglio comunale. Delibere con relativa documentazione che dovranno essere esaminate dai tecnici ministeriali e della Corte dei Conti. Il risanamento durerebbe un quinquennio, dal 2019 al 2024.

 

ALIQUOTE GIA’ AL MASSIMO

Secondo il primo cittadino non ci sarà alcun intervento sulle aliquote e sulle tasse. In quanto con il pre-dissesto sono ormai al massimo da qualche anno. Saranno garantiti i servizi essenziali, individuali, i trasporti ed anche la manutenzione ordinaria e straordinarie. 

” E per fare le opere che la città vuole parteciperemo a tutti i bandi possibili – ha detto ancora D’Alessandro –  ovvero quelli per i quali ci sia almeno una possibilità di vederci idonei e finanziabili, senza badare ai detrattori che parlano di finanziamenti persi quando si tratta di semplici graduatorie di merito nelle quali non sempre si può vincere. La dichiarazione di dissesto dovrà essere vista come un’opportunità di rilancio della nostra città. Anche se non in breve tempo”. ha concluso il sindaco D’Alessandro.

NO AL DISSESTO

Se il sindaco e la maggioranza sono sempre più decisi che dichiarare il default sia un atto inevitabile, non è dello stesso avviso Enzo Salera, già assessore al Bilancio del Comune di Cassino durante il quinquennio del Sindaco, Giuseppe Golini Petrarcone.

L’ex responsabile delle Finanze ha più volte ribadito che il dissesto può essere ancora evitato.  Anche perchè l’operazione rischierebbe di immobilizzare la macchina amministrativa dell’ente per svariati anni.

Dice che il processo potrebbe essere lungo e che la città potrebbe rimanere ferma al palo per molto tempo. “Una scelta – ha argomentato Salera – che può essere motivata solo della necessità di spostare l’attenzione altrove dopo l’ennesima figuraccia rimediata con l’azzeramento della giunta. Effettuata nel peggior momento possibile sul piano amministrativo, visto che aveva i secondi contati per l’approvazione del consuntivo e la necessità di una giunta pienamente operativa”.

IL DEFAULT A OROLOGERIA

Non contesta l’atto in se l’altra ala dell’opposizione. Quella che fa riferimento a Francesco Mosillo. Quello che mette in evidenza il consigliere comunale Sarah Grieco, infatti, sono le tempistiche con le quali l’amministrazione comunale ha annunciato il possibile deafault.

Sarebbe interessante capire perché l’esigenza di dichiarare il default è arrivata solamente dopo le elezioni. E quali sono stati i meccanismi messi in atto per mantenere sotto controllo la spesa comunale“. Ha detto Sarah Grieco ponendo anche l’accento sul fatto che nonostante la gravità della situazione finanziaria dell’ente siano state operate scelte quantomeno discutibili. Come le azioni operate per i recenti incarichi esterni.

Allo stesso modo ci sembrano fuori controllo le spese e la gestione del Comune.  – ha attaccato ancora Sarah GriecoChiesi di avere lumi sul costo dell’energia elettrica che è fuori controllo, ma non c’è stata risposta nemmeno in questo caso”.

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