Pd e Forza Italia, dove i generali sono ostaggio dei colonnelli

 Nessuno farà passi indietro, ma ormai tutti possono, al massimo, combattere delle battaglie di retroguardia, minimali, senza alcuna possibilità di contare davvero. Se non a Roma, dove infatti i più lungimiranti stanno cercando di accreditarsi. Sapendo però che non andranno oltre l’obbediente alzata della manina. A testa bassa. Ma chissenefrega?

Non abbiamo sbagliato la grammatica, lo abbiamo scritto così appositamente! Al congresso del Partito Democratico Simone Costanzo si ricandiderà, con o contro Francesco De Angelis e Mauro Buschini. Lo farà in contrapposizione a Domenico Alfieri, identificato dallo stesso Costanzo come un fedelissimo di Francesco Scalia. Domenico Alfieri andrà avanti come un carro armato e non accetterà alcuna “pax” imposta, neppure dai due Francesco.

Francesco De Angelis spera di rientrare come parlamentare europeo (è il primo dei non eletti), ma ha bisogno che qualcuno decida di traslocare da Bruxelles e Strasburgo, direzione Roma, precisamente al Governo. Ma non è facile. A meno che a Simona Bonafè o David Sassoli venga offerto su un piatto d’argento un Ministero o un Sottosegretariato. Scontentando però qualcun altro. De Angelis lo sa e si tiene stretta la presidenza del Consorzio Asi, pensando alla fine di poter essere lui il nuovo segretario provinciale del Partito Democratico. Giocando una carta “pesante”: l’ingresso nell’area del presidente nazionale Matteo Orfini, che in Ciociaria è rappresentata da Sara Battisti. La quale a sua volta andrebbe a concorrere per la Camera, sfidando sul campo la senatrice Maria Spilabotte, ex fedelissima di De Angelis.

Quanto a Scalia, non è nelle condizioni di imporre la linea ai colonnelli. In particolare al presidente della Provincia Antonio Pompeo, che è anche sindaco di Ferentino. Pompeo vuole concorrere alla Regione Lazio e non gliene frega un amato “c…” se questo dovesse significare andare a lanciare il guanto di sfida a Mauro Buschini, consigliere regionale in carica. Una mossa del genere farebbe saltare la fragile tregua De Angelis-Scalia.

Ricapitolando: Alfieri va per conto suo, Costanzo, pure, Pompeo anche, Spilabotte più che mai, Battisti come se fosse un Frecciarossa, Buschini non può mollare. Ergo, De Angelis e Scalia non hanno spazi di manovra. Sono come generali senza esercito, con i colonnelli che invece hanno poche ma agguerrite truppe scelte.

In Forza Italia Mario Abbruzzese è ugualmente “accerchiato” dai fedelissimi: Danilo Magliocchetti vuole concorrere alle regionali, Pasquale Ciacciarelli anche, Adriano Piacentini pure, Antonello Iannarilli dirà la sua. Decine di marescialli, sergenti, caporali, soldati semplici e furieri sono pronti a scatenare la “guerra santa”. L’elenco è lunghissimo. A livello nazionale sembra sfumata la possibilità che Antonio Tajani faccia il coordinatore e fra le altre cose i rapporti tra l’europarlamentare e il consigliere regionale si sono raffreddati. Infine, la leadership del coordinatore regionale Claudio Fazzone si è rafforzata.

Sono tempi brutti, durante i quali se il capo alza la voce gli altri continuano a “messaggiarsi” con i telefonini. Infine, nessuno vuole i simboli di Partito nelle proprie coalizioni alle comunali. Ecco perché sono pronti al “martirio” pur di difendere la poltrona.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright