I due cuori di Gabriele

La politica è un’arte. E Gabriele Picano è uno che la interpreta tentando da sempre di superare i maestri. Ha iniziato a praticare l’arte fino da quando indossava il grembiulino ed andava all’asilo. Ora che veste l’abito con la cravatta può finalmente dire di essere riuscito ad inventare qualcosa di nuovo, originale, tale da superare ciò che finora avevamo visto. E’ riuscito, ad esempio, ad andare oltre la ‘politica dei due forni’ quella che venne inventata dall’Udc di Pierferdinando Casini per giustificare l’appoggio – contemporaneamente – al centrodestra ed al centrosinistra, riuscendo così a stare seduto di fronte ad entrambi i forni, nel panificio nazionale ed in quelli regionali. Roba da maestri.

Gabriele va oltre. E vara la politica dei due cuori. Un cuore batte per Matteo Salvini quando si parla di politiche nazionali, un altro cuore batte con il simbolo civico quando si parla di Cassino.

Il teorema lo declina lui stesso, scrivendo su Facebook “Nessun ripensamento.. A Cassino il mio gruppo parteciperà alle elezioni con una lista civica. A livello nazionale continuo a rivedermi nella linea di Matteo Salvini“. E’ un chiaro riferimento all’indiscrezione pubblicata poche ore prima su queste pagine (leggi qui il precedente) dando atto di un confronto con Umberto Fusco Commissario per le province del Lazio di Noi con Salvini.

Gabriele aveva aderito con convinzione al progetto salviniano. In pochi giorni era diventato coordinatore provinciale di Noi con Salvini in diarchia con Antonio Occhiuto: uno governava le truppe del sud e l’altro le truppe al nord di Frosinone. Il problema è che insieme a Gabriele – politico giovane ma non di primissimo pelo, esperto e senza scheletri nell’armadio -in quegli stessi giorni anche tanti altri personaggi erano stati fulminati sulla via di Pontida, al punto da far nascere qualche sospetto nel quartier generale del movimento. In molti, sotto sotto, erano andati a Roma per parlare male di quell’inedito tandem: si erano inventati che fossero dei riciclati politici, gente inaffidabile, persone poco raccomandabili.

Chi aveva ragione? Controllando i tabulati, sbirciando nella cassa, ci si era resi conto che in provincia di Frosinone si facevano tante chiacchiere e pochissime tessere, nessuna festa di finanziamento, soprattutto nessuna manifestazione in stile salviniano. Insomma, quelli che andavano a parlare male di Occhiuto e Picano non avevano nessun titolo per definirsi Salviniani ante marcia.

E allora? Viene messo in campo Umberto Fusco. Ma soprattutto viene azzerato tutto: niente più coordinatori provinciali, revocati gli incarichi che si stavano distribuendo sul territorio. Fusco impartisce un ordine semplice e chiaro: meno chiacchiere e più lavoro per radicare il movimento, poi si parlerà di incarichi e di alleanze politiche. Insomma, se qualcuno si era messo in testa che Noi con Salvini fosse un marchio da cavalcare approfittando dell’onda mediatica positiva si è ritrovato giù dal carro, a spalare la terra per portare voti e consensi.

Va bene. Ma a Cassino ci sono le comunali. Fusco è più nordico dei lùmbard: «Prima si radica il movimento, poi si concedono patenti». Ha rimandato a mani vuote pure Mario Abbruzzese che – seppure maestro nelle trattative – per due volte non è riuscito ad ottenere granché da Umbertone da Viterbo via Pontida. E il simbolo per la lista di Gabriele? Nemmeno quello ha voluto concedere: «Prima bisogna chiarire la posizione nell’inchiesta sull’aeroporto, bisogna vedere quanti iscritti facciamo, se il movimento si radica…». Si vabbè: è stato in quel momento che a Gabriele si è sdoppiato il cuore. Uno a Nord con Salvini ed uno a Cassino con una sua lista civica.

Resta il quesito delle ore scorse: quale candidato sindaco appoggerà? Se ci fosse stato il simbolo di Salvini sarebbe andato insieme a Mario Abbruzzese ed il suo candidato Carlo Maria D’Alessandro. 

Perché non dovrebbe farlo adesso?