L’amarezza di Babbo Natale in visita a Frosinone

Caro direttore,
buon pomeriggio, sono Babbo Natale. Non esisto? Non sarà mica tra gli ingenui i quali pensano che renne e slitta facciano parte del mito? Esisto, esisto, ma voi conoscete solo una parte della storia. Provo a fare contenti i bambini, ma devo dire che non ci riesco con tutti. In tanti passano il Natale nella miseria di tutti i giorni, nella guerra di tutti i giorni, sui barconi di tutti i giorni.

Le ho scritto per parlare di Ciociaria. Anzi, le confesso che mi piacerebbe che questa lettera venisse pubblicata nel suo blog. Sa, si legge anche in Lapponia. Probabilmente in modo più rapido che dalle vostre parti, dove i collegamenti telematici sono all’età della pietra. Ma lo sanno, alcuni amministratori del suo territorio, di cosa parlano quando citano banda larga e fibra ottica?

Le chiedo ospitalità perché vorrei mi aiutasse a comprendere alcune cose accadute in Ciociaria e che non riesco a spiegarmi. Innanzitutto: sa dirmi per quale motivo ora più nessuno mi manda lettere con cui mi chiede in regalo l’aeroporto? Alcuni anni fa me ne arrivarono a migliaia, pure nei Natali successivi ne giunsero molte, poi con il trascorrere del tempo via via sempre meno; ora più nessuna. E poi. Mi ero preparato anche per soddisfare un’altra richiesta che per anni mi era stata fatta tramite le letterine di molti industriali: si figuri che mi chiedevano un Interporto; anche in quel caso, prima tante lettere e poi sempre meno, fino ad arrivare al silenzio più assoluto.

Così, insieme ai miei gnomi, nei mesi scorsi ho deciso di compiere, in incognito, un giro dalle vostre parti. Per rendermi conto della situazione. Ho fatto un tour sulla mia slitta sorvolando l’area industriale di Frosinone, quella di Anagni e quella di Sora. Cassino no perché già da un anno ho portato lì un bel pacco regalo affidandolo a Sergio Marchionne. Lei non immagina il mio stupore durante la ricognizione su quelli che fino a poco tempo fa erano i pilastri dell’economia industriale del territorio, ciò che vi avevo portato in regalo negli anni Sessanta. Ma le fabbriche nelle zone industriali dove stanno? Che fine gli avete fatto fare? Come siete riusciti a far chiudere così tante imprese? Pensavate che restassero in piedi da sole, senza che pianificaste da voi il loro futuro? Io ve le ho portate ma voi ve le dovevate tenere in buon conto. Invece…

Ma è vero che esiste una disoccupazione terribile? I sindacati che fanno? Già, ma cosa possono fare se i padroni abbassano le serrande? Potrebbero almeno protestare però. Per fare un esame sanitario in Ciociaria occorrono mesi e mesi. Ho letto dal suo blog le lotte di potere per cacciare la dottoressa Isabella Mastrobuono. Mi spieghi: perché spendono tante energie a tramare invece che a fare?

Su Frosinone ho dovuto fare un giro molto rapido, più di quello che avessi preventivato: le renne hanno iniziato a tossire e starnutire. Ho scoperto allora che siete la città più inquinata d’Italia, che la Valle del Sacco è stata distrutta dai veleni e chi più ne ha più ne metta. Perché nessuno scende in piazza per le cose serie ed aspettano sempre che arrivi io, Babbo Natale, a risolvere i problemi? Qualcuno ha detto che non ci sono i soldi per le bonifiche. E per altre zone italiane ci sono? Chi glielo chiede? In che senso, non capisco. Ah, nessun politico è in grado di farsi ascoltare da Renzi o Zingaretti? Cosa ci stanno a fare allora? Capisco, pensano alle loro poltrone. Beh, non mi meraviglio.

Permetta una riflessione però: perché i cittadini li votano continuamente? Sono sempre gli stessi o sbaglio? Ma allora è per questo che la provincia di Frosinone mi è stata segnalata una volta in Campania, una volta nell’hinterland di Roma e una volta suddita di Latina. Ho capito il ragionamento: siete abituati a lasciar fare, sperando che basti scrivermi una letterina e poi, a tutto, pensa Babbo Natale.

La Ciociaria è terra ricca di storia, orgoglio e dignità caro Direttore. Cosa si dovrebbe fare? Guardi, ci penso qualche giorno, mi confronto con la Befana e glielo faccia sapere. Lei però continui a scrivere tutto sul suo blog direttore.

Almeno l’informazione salvaguardiamola.