Se la porterebbe a letto. Come il bambolotto di pezza per i bambini. Gli dà sicurezza, lo fa sentire tranquillo, con le spalle al sicuro: con lei non sente paure, non avverte la fame, non prova freddo. Antonello Iannarilli ora deve individuare la via giuridica per portarsi in muncicipio, in caso di vittoria, Maria Andreina Raponi.
Lei è la fedelissima ex direttrice generale della Provincia, già potentissima direttrice generale del ministero regionale dell’Agricoltura: un pozzo di scienza giuridico amministrativa, quando parla lo fa con il vocabolario della Cassazione, ogni sua frase è una sentenza. Mai un dubbio. E nemmeno un’esitazione. E’ grazie a lei che l’aspirante sindaco non ha mai avuto un solo problema in tutti gli anni da assessore alla Regione e da Presidente della Provincia.
Senza di lei, Antonello non andrebbe ad amministrare nemmeno un circolo di bocciofili. Al punto che, si sussurra, quando lei minacciò le dimissioni lui le rispose «Allora prepara pure la lettera mia e ce ne andiamo assieme dottore’».
In Provincia, degli assessori, nessuno la sopportava; tra i dirigenti molti la detestano. La diplomazia è un suo limite, ma soprattutto la bravura un difetto che in pochi sono disposti a perdonare.
Il tandem è pronto anche in caso di vittoria al Comune di Alatri. Ma Maria Andreina Raponi, aspetto da nonna del mulino bianco e indole da mastino, sorriso gentile e modo ruvido come la carta vetrata da falegname, non può più fare il direttore generale. Raggiunti limiti di età.
Allora? Antonello governerebbe Alatri senza il suo orsacchiotto di pezza? Accetterebbe il rischio di tenerla a casa e consultarla costantemente al telefono?
Nemmeno per sogno. I bene informati assicurano che per lei è già pronto un inedito assessorato alla Legalità.
Ma prima bisogna vincere le elezioni comunali. E Andreina, pragmatica più che scaramantica, tra una bomboniera Algida e l’altra (i dolci al gelato sono la sua unica umana debolezza) non ha ancora preparato la valigia con i Codici.
