Tersigni arrestato: «Soldi per far cadere il sindaco e restare presidente della Ambiente»

Una mazzetta da trentamila euro. Per comprare il voto con cui restare presidente della società Ambiente e far cadere il sindaco di Sora. Il sospetto è della Procura della Repubblica di Cassino, fondato su una serie di intercettazioni, sms, telefonate e relazioni: quelli che hanno portato agli arresti in casa Daniele Tersigni (41 anni).

Il provvedimento è stato firmato in giornata dal Giudice delle Indagini Preliminari di Cassino dopo avere vagliato la richiesta presentata dalla Procura ed avere letto tutti gli indizi e le fonti di prova raccolti dai carabinieri dell’Aliquota Operativa di Sora e dai loro commilitoni del Nucleo Investigativo presso il Comando Provinciale di Frosinone.

Il reato ipotizzato è l’induzione alla corruzione.

Tutto nasce nella primavera scorsa. Nella richiesta firmata dai magistrati della procura di Cassino si legge che in quel periodo Daniele Tersigni è presidente della ‘Ambiente’ società municipalizzata dal Comune di Sora che si occupa della raccolta dei rifiuti in città. E’ in carica dal maggio 2012 e nel momento in cui partono le indagini il suo mandato sta per scadere. Lo statuto prevede che a nominare il presidente sia il Consiglio Comunale di Sora con una maggioranza qualificata (due terzi dei consiglieri, per fare in modo che venga individuato un nome trasversale e gradito a tutti) ma qualora non ci si riuscisse dopo tre votazioni è sufficiente la maggioranza semplice (la metà dei Consiglieri, più uno). In questo caso, 9 voti.

In quel periodo, l’amministrazione del sindaco Ernesto Tersigni (lui e Daniele non sono parenti) si tiene a galla per un solo voto: Forza Italia ha abbandonato la maggioranza, il vice sindaco e gli altri assessori hanno rimesso l’incarico e sono andati con l’opposizione, la crisi si evita con il sostegno di un consigliere del Partito Democratico passato a sostenere il governo cittadino.

Stando alla ricostruzione della Procura, il presidente uscente della Ambiente sa di poter contare sul voto dell’opposizione. Gliene manca uno da poter calare sul banco quando si arriverà alla quarta votazione. L’ipotesi d’accusa è che a quel punto abbia contattato il presidente del consiglio comunale Salvatore Meglio e gli abbia offerto trentamila euro per fare il ‘franco tiratore‘: votarlo alla quarta tornata.

In questo modo i bersagli colpiti sarebbero stati due: la conferma nell’incarico di presidente della Ambiente e la caduta dell’amministrazione comunale. Infatti, se fosse andato sotto in quella votazione, Ernesto Tersigni avrebbe dovuto prendere atto di non avere i numeri per governare e si sarebbe dimesso.

Invece, Meglio informa il sindaco. Che riferisce tutto ai carabinieri ed alla Procura. E’ maggio del 2015 ed il maresciallo che comanda l’Aliquota Operativa di Sora si presenta in consiglio comunale e segue l’andamento della votazione per l’elezione del presidente. Prima votazione: mancanza della maggioranza qualificata, idem alla seconda ed alla terza; alla quarta tutta l’opposizione continua a votare compatta Daniele Tersigni mentre la maggioranza elegge l’attuale amministratore unico Angelo Spalvieri.

I verbali della seduta, l’annotazione di servizio del maresciallo, gli interrogatori di tutti i consiglieri comunali, finiscono tra gli “inconfutabili elementi probatori nei confronti del responsabile” scrive la Procura chiedendo l’arresto di Daniele Tersigni. E oggi è scattato il provvedimento: arresti domiciliari.

L’ex presidente nega e parla di un colossale equivoco, di una trappola politica. Ma questa è già materia per gli avvocati.

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