E il consulente buggerò Mario Abbruzzese: «Relazioni copiate di sana pianta»

Politici ladri ed imbroglioni? A dire il vero l’inchiesta della Guardia di Finanza scatenata dalla gestione di Franco Fiorito nel periodo in cui era capogruppo del PdL in Regione Lazio sta portando in luce un’altra verità. E cioè che ladri ed imbroglioni, semmai, erano i tecnici ai quali si affidavano. O almeno è quanto emerge dalle carte del nuovo filone d’indagine sugli anni di Renata Polverini in Regione, che si sta avviando alla conclusione. E’ il secondo ramo d’indagine: ha tenuto conto delle spese autorizzate negli anni dal 2010 al 2013.

E si scoprono così consulenze ‘fantasma’ pagate profumatamente dalla regione. In realtà quegli studi, hanno ipotizzato i finanzieri, non erano poi molto approfonditi: erano copiati di sana pianta o saccheggiati in larga parte da tesi di laurea o siti internet.

La Finanza di Rieti ha scritto tutto nelle 350 pagine di rapporto consegnate al sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Saieva. In quelle pagine si punta il dito contro 38 persone. Al centro dell’inchiesta torna l’Ufficio di Presidenza, cioè quell’ufficio composto dai rappresentanti di maggioranza ed opposizione per decidere le linee guida sull’assegnazione dei soldi ai Gruppi o alle manifestazioni patrocinate dalla Presidenza del Consiglio Regionale. L’Ufficio di Presidenza in quegli anni era formato da Mario Abruzzese (Presidente del Consiglio Regionale del Lazio), Isabella Rauti (Pdl), Gianfranco Gatti (Lista Polverini), Raffaele D’Ambrosio (Udc), Claudio Bucci (Idv) e Bruno Astorre (Partito Democratico).

Il reato ipotizzato è la truffa aggravata, per avere assegnato 4 milioni e mezzo di euro ai capitoli con cui poi sono state finanziate le consulenze e gli studi.

Nell’informativa di reato, la Guardia di Finanza parla di «Un sistema trasversale». A parlarne per primo è stato Franco Fiorito: accusato di avere saccheggiato i conti del gruppo PdL ma poi condannato ‘solo’ per essersi riconosciuto tre stipendi al mese: quello da consigliere regionale, quello da capogruppo Pdl e quello da presidente della Commissione Bilancio.

Tra le spese finite nel mirino della Guardia di Finanza ci sono la relazione sul ‘Sistema dei controlli delle Regioni e degli enti locali’ chiesta da Gianfranco Gatti ad una consulente: pagata 43mila euro, in realtà per la Finanza era stata saccheggiata da uno studio identico effettuato dal Centro Studi Emilia Romagna.

Mario Abbruzzese assegna al dottor Marco L. 50mila euro incaricandolo di effettuare uno studio necessario per la presidenza del Consiglio regionale: la Guardia di Finanza scrive nel rapporto che alla regione vengono consegnate due relazioni, meno di venti fogli scritti fronte e retro, «risultati identici ad altrettanti risalenti a epoca precedente». In pratica dicono che ha copiato.

A Bruno Astorre viene chiesto conto di 2.480 euro spesi a Cassino per un incontro elettorale tenuto in un ristorante il 29 novembre del 2011 con 155 coperti, tramite Astorre. I consiglieri erano convinti che fosse tutto regolare. E pure i loro Partiti di appartenenza: a Maurizio Colantuoni, della sezione di Rieti di Rifondazione Comunista arrivano 16.500 euro per sostenere una sua iniziativa culturale ma – dicono le indagini – ben 15mila vengono poi girate nelle casse del Partito.