Frosinone e Latina in Campania? Meglio il piano Stirpe

Riorganizzare il territorio del Lazio? «Si, ma non come propongono i senatori Pd Morassut e Ranucci: meglio la proposta avanzata dal presidente degli industriali Maurizio Stirpe»: ne è convinto il consigliere regionale Mario Abbruzzese

«L’idea di Stirpe potrebbe rappresentare un punto di partenza importante per il confronto nella seduta di Consiglio regionale straordinaria, richiesta dal sottoscritto e firmata in maniera bipartisan da molti colleghi di maggioranza ed opposizione, proprio sul tema del riordino delle Regioni Italiane. Un dibattito necessario e improcrastinabile».

Il progetto Morassut – Ranucci prevedeva lo smembramento del Lazio: l’annessione delle province di Frosinone e Latina alla Campania, creando la Regione Tirrenica; la fusione della provincia di Viterbo con la Toscana e l’Umbria; invece la provincia di Rieti sarebbe finita nella Regione Adriatica.

Diversa la proposta avanzata dagli industriali e riportata su Ciociaria Editoriale Oggi da Gianluca Trento.

 

GIANLUCA TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI
Una proposta di riorganizzazione delle istituzioni del Lazio, affinché si arrivi a un interlocutore unico per le politiche industriali di tutta la regione e si superino le inadeguatezza strutturali che colpiscono il territorio: dai rifiuti ai trasporti. Fino ad arrivare a un riassetto istituzionale della capitale. È l’esigenza posta dal presidente di Unindustria Maurizio Stirpe al centro dell’iniziativa “La città metropolitana di Roma capitale: opportunità per uno sviluppo economico e sociale sostenibile”, al quale sono stati invitati, oltre al prefetto di Roma Franco Gabrielli, il candidato sindaco della Capitale Stefano Fassina e il possibile sfidante alle primarie Roberto Morassut.

Stoccata alla politica
«Da parte della politica, fino a questo momento, non abbiamo una proposta unitaria e convincente per arrivare a una crescita della competitività del sistema delle imprese sul territorio del Lazio», ha sottolineato Stirpe in apertura dell’iniziativa. «Parlare di azioni richiede una chiarezza sugli aspetti istituzionali – ha aggiunto -. Bisogna capire bene, dopo la creazione della Città metropolitana e degli enti di area vasta, i ruoli di ognuno. Questo ancora non è un progetto compiuto. Tali modifiche costituzionali debbono essere percepite dai cittadini in modo diverso», ha avvertito Stirpe. La gente, secondo il presidente di Unindustria «pensa che si stiano creando, mano a mano che ci avviciniamo ai confini della regione, cittadini e imprese di serie b, rispetto a chi è nel cuore del territorio. L’assetto che si sta ipotizzando va perfezionato e la politica deve fare quello che può per evitare di creare queste polarizzazioni ».

Critiche alla legge Delrio
«La legge Delrio doveva essere più risolutiva. Sarebbero dovute sparire le Province, e le Città metropolitane avrebbero dovuto dare un impulso dinamico al governo del territorio. Roma Capitale doveva avere un riconoscimento chiaro di risorse».

La nuova geografia
«Delimiterei il comune di Roma all’interno delle Mure Aureliane, il territorio esterno lo farei coincidere con la Città metropolitana del Lazio, che assorbirebbe la Regione Lazio. Favorendo anche la nascita dell’Unione dei Comuni che si occuperà della gestione dei servizi economici di interesse generale, necessari al buon funzionamento del rapporto Stato – Cittadino- Imprese e delle azioni di start up che avviino il processo di crescita e occupazione. Anche perché per parlare di politica industriale – ha chiosato – si dovrebbe avere un interlocutore unico». Le olimpiadi «Non riesco a capire le polemiche di questi giorni. Le Olimpiadi del 2024 possono essere per Roma un evento che deve essere salutato con simpatia dalle persone; un’occasione di riscatto e, come evento, addirittura migliore dell’Expo di Milano. In questi ultimi anni la Capitale è stata all’attenzione delle cronache non per il turismo, ma per la corruzione e la disorganizzazione.

Questa non è Roma.
Le Olimpiadi possono essere un modo in cui la città si rimette in vetrina, visto che il modo in cui il Comitato sta affrontando l’iniziativa, recuperando e portando a completamento aree della città rimaste incompiute, è molto sensato». Lo studio delle università Realizzato dai professori Maria Prezioso (Tor Vergata) e Matteo Giuliano Caroli (Luiss), lo studio prevede che la Città metropolitana di Roma Capitale assuma la dimensione della provincia, come le capitali europee più avanzate; che agli attuali 120 Comuni (escluso Roma) si aggiungano i 15 municipi; che gli altri formino 11 aggregazioni per la gestione congiunta dei servizi di interesse generale, cooperando tra di loro; che le restanti province (Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo) si organizzino anche loro con le Unioni dei loro Comuni; che la Regione resti come ente locale di “collegamento” tra Roma e le altre province. Ma l’evoluzione naturale è la creazione di un «Roma D.C.», un distretto, o «governatorato», come suggerito dal prefetto Franco Gabrielli, tipo Berlino o Washington e la creazione della «Città Regione».