L’inutile lagna del consigliere grillino con i rimborsi in mano

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

di SEVERINO CITARISTI
già Tesoriere della Democrazia Cristiana

Caro direttore,
dalla mia porzione di Paradiso, meritata con anni di devoti e discreti servigi democristiani,  ho letto con interesse, nei giorni scorsi, l’intervento dell’ex candidato al governo della Regione Lazio, il dottor Davide Barillari (leggi qui il precedente)

Ne sono rimasto incuriosito e allo stesso tempo affascinato: per l’innocenza e la genuinità che traspare dalle parole dell’esponente del Movimento 5 Stelle. E se vogliamo usare la schiettezza che è propria di questo blog, direttore: ma Barillari c’è o ci fa? Davvero crede in quello che scrive? E se ci crede: davvero Barillari pretende che noi crediamo alle corbellerie che prova a rifilarci? Questo signore è degno della peggiore retrovia democristiana. Almeno i democristiani, scoperti con la marmellata tra le dita, si giustificavano dicendo che lo dovevano fare per mantenere il Partito, che lo facevano per accontentare la gente in fila davanti alle loro segreterie pretendendo da loro una soluzione ad ogni tipo di problema. Ma qui, con il signor Barillari, siamo arrivati all’imponderabile, ci troviamo di fronte all’Excusatio non petita, che è pur sempre accusatio manifesta .

Barillari non ha rubato niente. Nessuno accusa Barillari di avere rubato un solo centesimo. Ha incassato, seppure solo in parte, ma comunque legittimamente, quei lauti rimborsi che spettano ai consiglieri regionali. Perché Barillari ora si pone il problema al punto di doverci giustificare pubblicamente il suo, legittimo, operato? Al punto da inviare a l’Unità una lettera siglata dal suo patrocinatore legale? Forse perché quelli che ha incassato sono quegli stessi ‘rimborsi‘ contro i quali aveva puntato il dito, facendo su di loro la sua campagna elettorale. Se ora si sente un po’ più simile a Franco Fiorito, oppure ha scoperto che Fiorito era meno Batman di quanto avevano urlato loro sulle piazze, è affare di Barillari di cui a noi lettori interessa poco o nulla.

Ciò che trovo inaccettabile è che Barillari mi dica che il rimborso dei 250 euro per il suo abbonamento alla corriera è giustificato dal fatto che in questo modo il miracolato dalla politica regionale Davide Barillari può parlare con le vecchiette sedute sul filobus che lo accompagna da Ostia alla Pisana per prendere servizio sullo scranno della Regione. Ciò che trovo inaccettabile è che Barillari mi dica che il rimborso di 28mila euro per la benzina del consigliere Devid Porrello è giustificato dal fatto che «abita a Civitavecchia, a 62 km dalla Pisana, in auto ci vogliono 49 minuti, mentre in treno 1 ora e 45 minuti (…) e se avesse affittato una casa sarebbe costato di più alla collettività». Ciò che trovo inaccettabile è che Barillari mi dica che il rimborso di 12.780 euro per i pasti della consigliera Valentina Corrado sono giustificati perché «fanno 24,08 euro al giorno tra pranzo e cena».

Io non lo trovo giustificabile. Perché agli elettori del Movimento 5 Stelle che fanno gli operai alla Marangoni di Anagni non glielo rimborsa nessuno l’abbonamento al Cotral per andare a lavorare in fabbrica; alle bidelle che la mattina partono da ogni dove per raggiungere le scuole di Frosinone non glielo rimborsa nessuno il panino con la mortadella che si preparano da casa ogni per mangiare sul posto di lavoro; ai lavoratori della Fiat di Piedimonte San Germano mandati in trasferta a Melfi non glierla rimborsa nessuno la benzina che devono mettere per raggiungere la fabbrica.

Poche ciance. Quei rimborsi erano dovuti, sono legittimi e legali. E nessuno del Movimento 5 Stelle ha rubato niente. Se poi Barillari, Porrello, Corrado e compagnia pentastellata rimborsante aveva preso impegni diversi con l’elettorato è affare loro.