Il caso Cassino in mano al Pd provinciale: Mosillo sempre più candidato

Il messaggio lo ha inviato a tutti: «Il segretario del Partito Democratico nella seconda città della provincia di Frosinone si è dimesso e tra qualche mese ci saranno le elezioni comunali: abbiamo il dovere di individuare in fretta una soluzione condivisa». Simone Costanzo, segretario provinciale del Pd a ridosso del congresso, non vuole rischiare di bruciarsi la rielezione. Per questo ha messo il cerino di Cassino nelle mani di tutta la linea istituzionale: giovedì sera, uscendo dagli studi di Teleuniverso dove era stato in diretta su A Porte Aperte, ha ricevuto le dimissioni del segretario del circolo di Cassino Stefano Mosillo. E questa mattina all’alba ha investito della questione il segretario regionale Fabio Melilli, il presidente provinciale Sara Battisti, il senatore Francesco Scalia, l’ex eurodeputato Francesco De Angelis, l’assessore regionale Mauro Buschini, il deputato Nazzareno Pilozzi.

Sarà il gruppo dirigente a trovare una soluzione. Se ci si scotta, le ustioni sono per tutti. Perché a Cassino il Pd è una bolgia politica: roba da Prima Repubblica. Tutti vogliono fare il sindaco e nessuno vuole fare un passo indietro. Così Mosillo, stanco di cercare una mediazione, se n’è andato. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione del gruppo che fa capo al presidente Mario Lillo di convocare per fine mese il Partito e votare l’appoggio alla candidatura a sindaco del consigliere regionale Marino Fardelli ; soluzione inaccettabile per Mosillo perché «Fardelli non ha nemmeno la tessera del Partito». Ufficialmente Mosillo si è stancato di cercare una soluzione che nessuno vuole individuare sperando che gli altri mollino prima. A Ciociaria editoriale Oggi ha detto

«C’era troppa litigiosità. Tutti hanno lavorato per dividere e quasi nessuno per unire. In questa situazione era impossibile andare avanti, per questo ho preferito rassegnare le dimissioni. Ed ora andiamo a vedere di chi sono le responsabilità di quanto accaduto.

Ma c’è anche un’altra versione. Mosillo avrebbe rassegnato le dimissioni per lasciare libero il campo al figlio Francesco Mosillo, vice presidente del consorzio industriale Cosilam. L’indiscrezione era circolata nei giorni scorsi (leggi qui il precedente) ed ha preso sempre più corpo. A sostenerlo sarebbe una parte del Pd, l’area centrista di Ncd che fa capo a Massimiliano Mignanelli, una parte della galassia studentesca universitaria con la quale Mosillo ha contatti stretti, pezzi dell’ex Udc.

E’ la sesta cordata di area Pd che pretende di correre per l’elezione a sindaco. Si aggiunge a quella del sindaco uscente Giuseppe Golini Petrarcone, a quella del consigliere regionale Marino Fardelli, a quella del consigliere provinciale Alessandro D’Ambrosio che avrebbe il sostegno dell’ex candidato sindaco di Forza Italia Carmelo Palombo, a quella che fa riferimento all’avvocato Sarah Grieco che è capo della segreteria politica di Mosillo, a quella dell’ex consigliere Tommaso Marrocco.

Il gruppo dirigente provinciale, per evitare la frantumazione del Partito Democratico, il 23 ottobre scorso aveva tentato la fuga in avanti annunciando l’appoggio a Peppino Petrarcone (leggi qui il precedente). Ma non è servito a compattare i gruppi. Complice anche la scelta del sindaco di non voler essere ostaggio di alcun Partito: in questi mesi non ha dato alcuna delle garanzie che gli venivano chieste per gestire la città insieme alla giunta. Alla fine, lo stesso Francesco De Angelis che era stato il suo principale sponsor, sta rivedendo i conti: «Non ha compiuto quei passi che erano fondamentali per riunire il Partito intorno a lui, ora non ci resta che andare alle primarie se non si trova un’altra soluzione». Si prepara a mollarlo.

Infatti, il sindaco uscente non ha nessuna intenzione di partecipare alle eventuali primarie del centrosinistra. Innanzitutto per una questione di principio: perché nessun sindaco uscente di area Pd ha mai dovuto chiedere la candidatura bis attraverso le primarie. E poi perché il suo elettorato è trasversale, solo una parte viene dal Pd, molti non metterebbero mai piede in una sezione di Partito e men che mai in una di centrosinistra per votare le primarie, una fetta dei suoi sostenitori la volta scorsa gli ha dato la preferenza proprio perché i Partiti gli avevano dichiarato guerra.

Trovano così conferma le indiscrezioni dei giorni scorsi: se non viene individuata una sintesi, si andrà alle elezioni primarie e la candidatura se la contenderanno Marino Fardelli e il vice presidente del Cosilam Francesco Mosillo.

 

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