«Incontri intimi in municipio»: e chiede risarcimento al sindaco

Nella vita fa l’assessore. Ed è molto stimato, come dimostrano le preferenze a valanga che ottiene ogni volta in cui si candida. Se risulterà vero il contenuto delle venti pagine a suo carico affidate all’Ufficiale giudiziario, il sindaco dovrà valutare se sostituirgli la delega. E nominarlo assessore ai Piaceri Pubblici.

Nell’atto di citazione in sede Civile depositato dall’avvocato Mariano Giuliano, viene ipotizzato che l’assessore utilizzasse i locali comunali, fuori dall’orario di servizio. Per incontri tutt’altro che ufficiali. Li avrebbe usati per incontrare le sue amanti.

A frequentare di notte gli uffici, sarebbero state più signore nel corso degli anni. In un paio di casi viene ipotizzato anche un ménage a trois.

Cosa c’entra l’avvocato? E perchè ha mandato la carta bollata? Lo ha incaricato il congiunto di una delle donne che, si sostiene nell’atto, sia stata circuita dall’affascinante e distinto signore. Dice che a causa della tresca, la sua famiglia ha subito un gravissimo danno. E per questo chiede un risarcimento pari ad un milione e mezzo di euro da ripartire tra il prestante membro della giunta ed il signor sindaco.

Ma negli incontri fuori orario avvenuti in municipio e nei locali nella disponibilità del Comune, non risulta da nessuna parte che il sindaco sia coinvolto. Con nessuna delle signore. Allora perchè il congiunto esige anche da lui una quota del risarcimento? La tesi sostenuta è che l’assessore, per circuire le signore, avrebbe sfruttato non solo il suo fascino ma anche alcuni privilegi connessi alla sua carica. E proprio per questo se il sindaco avesse vigilato, avrebbe posto fine all’uso «indecente della cosa pubblica».

Il sindaco bolla tutto come «una sporca operazione ordita dagli avversari politici». E annuncia querele.

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