Rientra Roma: «Cacciate quelli che giocano sporco in Forza Italia»

Camicia sbottonata, pelo del torace in evidenza, gli manca solo il catenaccio d’oro al collo: Adriano Roma non è lo stereotipo del politico di Forza Italia. Rientra così in quel Partito del quale era stato l’ultimo coordinatore provinciale prima della fusione ‘del predellino’ con An e Ucd da cui nacque il Popolo delle Libertà, l’ultimo vice coordinatore provinciale del Pdl con Franco Fiorito come segretario politico, consigliere regionale per una seduta a causa del rovescio politico giudiziario di quello che le cronache nazionali (ma solo loro) hanno ribattezzato il Batman di Anagni.

Lo vedesse Silvio Berlusconi, che ha a doppio petto anche il pigiama, non approverebbe.

Se qualcuno pensava che Adriano Roma rientrasse in punta di piedi e dalla porta di servizio, ha sbagliato tutto. L’ex coordinatore è stato ai margini della Politica per due anni e non ha visto grandi profili sorpassarlo, né a destra né a sinistra. Ed ora, il suo peso politico ha tutta l’intenzione di farlo sentire. «Credo – risponde a chi gli domanda un’analisi  dello stato di salute della politica –  che ci sia bisogno di tornare ai Partiti così come erano strutturati un tempo, con la loro organizzazione e la loro disciplina. Ne hanno bisogno tutti, non solo Forza Italia. Se vogliamo far crescere il territorio, la Politica deve riappropriarsi del suo ruolo e della sua credibilità, della sua capacità di fare proposte e di innovare vedendo prima degli altri quale sarà il futuro, facendo rotta in quella direzione». Poi la metafora si fa calcistica: «Quelli che non vogliono stare nel rettangolo di gioco, quelli che scendono in campo solo per buttare la palla fuori, devono essere cacciati»: è un calcio negli stinchi di Antonello Iannarilli ed Alessia Savo. «E’ una vostra interpretazione maliziosa».

Il progetto di Ncd è fallito? «Avevo creduto in un progetto politico che mirava ad allargare in centrodestra e invece mi sono ritrovato in un Partito che mi voleva svendere al Pd: io sono geneticamente incompatibile con il Partito Democratico, non riesco a riciclarmi con tanta abilità». Anche Alfredo Pallone è servito.

La Politica gli mancava. Giurava che si sarebbe tesserato solo dopo le elezioni Comunali della prossima primavera dopo avere visto il cadavere politico del coordinatore provinciale Pasquale Ciacciarelli trascinato via dalla corrente. Ma non ha resistito. Colpa anche dell’abilità di Mario Abbruzzese nel ricucire il rapporto, saper attendere il tempo giusto per far decantare la rabbia: Adriano doveva rientrare già a Natale ed aveva partecipato al pranzo con i colonnelli di Frosinone, poi un colpo da franco tiratore aveva fatto saltare tutto. Mario ha aspettato il momento adatto per invitare Adriano a bere un caffè. Ed ha ricucito il rapporto. Riportando a casa uno con la camicia sbottonata ma dal grosso peso politico. Soprattutto se paragonato a quello di chi sperava di sorpassarlo, a destra o a sinistra.

 

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