Matrimoni, via alla rivoluzione: il vescovo istituisce il tribunale per annullarli

Basta Sacra Rota: i matrimoni ora potranno essere sciolti anche dal vescovo Gerardo Antonazzo per i casi che riguardano la diocesi di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo. Il vescovo ha istituito il Tribunale Ecclesiastico Diocesano: lo ha fatto con il decreto 51 che entra immediatamente in vigore.

Il vescovo ha dato attuazione al motu proprio con cui Papa Francesco ha riformato l’iter di annullamento dei matrimoni, disponendo tempi più brevi, procedure meno costose, i vescovi nel ruolo di giudice all’interno della loro diocesi.

Con il Decreto Vescovile 51, monsignor Antonazzo ha nominato ad quinquennium i titolari degli uffici che compongono il Tribunale Ecclesiastico Diocesano di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo. Sono monsignor Alessandro Recchia (con lunga esperienza nella Sacra Rota a Roma ed ora investito del ruolo di Vicario Giudiziale), monsignor Bruno Antonellis (Vicario Giudiziale aggiunto), don Xavier Razanadahy (Giudice), don Joel Tamiok (Promotore di Giustizia, in pratica una sorta di Procuratore del Vescovo), don Lorenzo Vallone (Difensore del Vincolo, cioè colui che deve proporre ed esporre tutti gli argomenti che possono essere ragionevolmente addotti contro la nullità e lo scioglimento), don Patricio Carriòn (notaio).

In base al motu proprio del Papa, il vescovo diocesano ha la responsabilità di essere lui stesso il giudice competente a pronunciare la sentenza quando le ragioni della nullità sono evidenti o riguardano la mancanza di fede che può aver viziato il consenso dei coniugi. In pratica: se la loro fede non era matura, il non potevano rendersi conto del vincolo sacro che stavano contraendo in chiesa nel momento in cui si sposavano.

Il vescovo Antonazzo ha disposto che al Tribunale Diocesano di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo, oltre alle competenze per tutte le cause stabilite dal Diritto, spetta offrire anche un servizio di consulenza ai fedeli che dubitano della validità del loro matrimonio. Insomma: dovranno essere di aiuto per accertare la reale condizione dei coniugi ed assisterli nella eventuale introduzione della causa. Il tribunale diocesano non avrà competenza sui processi ordinari di dichiarazione di nullità del matrimonio, cioè quei casi in cui non sia chaiara ed evidente la nullità.

Le cause che potranno essere definite a Sora in base al Canone 1683 con il processo breve, saranno trattate e definite direttamente dal vescovo Antonazzo.

Sarà possibile presentare appello, impugnando la decisione: il decreto firmato in queste ore prevede che l’organo d’appello sia il vescovo Ambrogio Spreafico di Frosinone-Veroli-Ferentino. Salvo il diritto di ogni fedele di fare appello alla Sede Apostolica, cioè al Tribunale della Rota Romana. Nel caso della diocesi di Sora, il Tribunale competente è il Tribunale di Prima Istanza del Vicariato di Roma.

La riforma delle nullità matrimoniali rappresenta una prima risposta alle attese dei divorziati risposati che chiedono di poter tornare a ricevere l’Eucaristia, molti dei quali si trovano proprio nelle condizioni elencate dal Papa nel suo motu proprio: la riforma tiene conto infatti anche del motivo principale per il quale è richiesta la nullità matrimoniale, cioè il desiderio di perfezionare una nuova unione stabile e felice tornando a vivere i sacramenti. Le linee della riforma, che si può definire storica, sono quelle indicate da Benedetto XVI all’inizio del suo Pontificato.

«Affido – ha commentato il vescovo Antonazzo – il nostro Tribunale e quanti in esso operano all’intercessione di Maria Santissima, Vergine bruna di Canneto e Speculum iustitiae, e dei nostri Santi Patroni».

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