Acea, i sindaci accusano: «Traditi dalla Sto»

Qualcosa non quadra. Nelle tariffe, nelle bollette, nelle relazioni scritte ed inviate ad Acea. C’è il sospetto che qualcuno non abbia fatto bene nemmeno un po’ il suo lavoro. Ed è un sospetto talmente grave che è stata chiesta la riunione urgente di tutti i sindaci serviti dalla multinazionale romana nella provincia di Frosinone e zone vicine (il cosiddetto Ato 5).

A sollevare il sospetto è il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore, affiancato dai suoi colleghi di Arnara, Boville Ernica, Pontecorvo, Strangolagalli, Supino e Torrice: chiedono di «verificare gli atti di competenza della Segreteria Tecnica Operativa» (la STO, cioè quella struttura che dovrebbe essere a disposizione dei sindaci per fornirgli tutta l’assistenza tecnica e le spiegazioni in materia di acqua e bollette, a loro che per mestiere fanno altro).

La richiesta di convocazione urgente è stata indirizzata al presidente dell’Autorità d’ambito, Antonio Pompeo.

Quali sono i dubbi sollevati dai sindaci nei confronti della Sto e su cosa si fondano? Tutto nasce dalla delibera di un mese fa con cui l’Authority per Acqua Energia e Gas fissa le nuove tariffe dell’acqua. Nuove tariffe che portano a riconoscere al gestore Acea nuovi conguagli pari a 53 milioni e 200mila euro.

Leggendo bene quel documento, i sindaci hanno notato una serie di perplessità dell’Authority in merito all’operato della Sto di Frosinone.

Perplessità per le conseguenze che quei comportamenti hanno avuto sulla determinazione della tariffa e dei 53 milioni a carico dei cittadini.

In pratica, l’Authority dice che la Sto, al momento di valutare le richieste fatte da Acea, è stata attenta più alla forma che alla sostanza: «attenta prevalentemente a profili formalistici ma poco efficace rispetto alla definizione degli elementi di merito necessari alla esaustiva valutazione delle grandezze tecniche ed economiche alla base delle proposte avanzate dal gestore». Tradotto significa che sono stati attenti alle virgole ma poco efficaci nello stabilire se le quantità indicate da Acea e le somme chieste erano corrette ed adeguate.

Il secondo punto. Alla Sto viene contestato di non avere fornito alcun elemento con cui spiegare come ha fatto a stabilire che erano validi i dati usati da Acea nei documenti in base ai quali sono state determinare le tariffe.

L’Authority censura in maniera aperta la Sto poi quando dice che si appiattisce in modo del tutto acritico sulle documentazioni e sulle posizioni del gestore. Invece di contestare la relazione di Acea si è limitata ad integrarla «esclusivamente con precisazioni sintetiche per agevolare la lettura della documentazione inviata (…) senza esprimere quindi alcuna valutazione su taluni aspetti evidenziati dal medesimo gestore».

Infine, i sindaci sospettano che la Segreteria non abbia svolto «tempestivamente le funzioni di competenza: la trasmissione dello schema predisposto dall’Ente d’Ambito è stata effettuata dalla Sto solo dopo tre mesi dall’approvazione».

Al termine della scorsa riunione dei sindaci, altre perplessità erano state avanzate nei confronti della Sto. Riguardavano le contestazioni in base alle quali i sindaci potevano avviare la procedura per mettere Acea alla porta. Leggendo quella relazione, emergeva che Acea non aveva compiuto i lavori concordati con i sindaci perchè proprio i Comuni non le avevano dato le autorizzazioni tecniche necessarie per aprire il cantiere; non aveva sistemato i depuratori perchè la Provincia non le aveva dato la necessaria certificazione ambientale a causa dei ritardi dei suoi uffici; inoltre emergeva che Acea non aveva fatto meno lavori di quelli concordati ma aveva speso quasi milioni e mezzo in più di quanto pattuito (leggi qui il precedente).

Caligiore e gli altri sindaci vogliono parlare anche di quel documento.