L’ 8 settembre del centrodestra: cosa succederà nei territori?

Il voto sul Capo dello Stato ha sancito la fine di una coalizione che adesso vuole ricostruire Giorgia Meloni. In Ciociaria avevamo anticipato quello che poi è successo a livello nazionale. Adesso il Comune di Frosinone diventa il laboratorio per ogni tipo di schema. Nulla è scontato

A livello nazionale il centrodestra non esiste più. La votazione sul Capo dello Stato ha determinato quello che un parlamentare “illuminato” come Gaetano Quagliariello ha definito l’otto settembre della coalizione.

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha detto che sarà lei a rifondare il centrodestra. Facendo capire che Forza Italia deve scegliere e che i centristi possono rimanere dove stanno. D’altronde è così da tempo. Per il Capitano della Lega Matteo Salvini è tempo di rilanciare la federazione tra il Carroccio, gli “azzurri” e i centristi. Mentre per Antonio Tajani il  leader deve rimanere Silvio Berlusconi in quanto fondatore e il riferimento è il Ppe.

L’auto con il cane di Silvio Berlusconi (Foto Francesco Benvenuti / Imagoeconomica)

Oggi Berlusconi viene dimesso dal San Raffaele dove si è isolato per una settimana, giusto il tempo per lasciare che a condurre il centrodestra contro un muro fossero proprio quelli che non lo avevano voluto sostenere nella salita al Quirinale.

La strategia di Berlusconi è stata evidente da venerdì quando Sergio Mattarella ha ottenuto 46 voti. Meno della votazione precedente ma – rivela oggi Mario Abbruzzese – tutti provenienti da Forza Italia, da Coraggio Italia e dal Misto. Dubbi sulla versione del dirigente regionale di Coraggio Italia non ce ne sono: venerdì il centrosinistra si è astenuto in blocco (406), il centrodestra ha affondato la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati (382) alla quale sono mancati una cinquantina di voti dati per certi. Sono i 46 ottenuti da Mattarella. Chiaro il segnale di Forza Italia: noi siamo pronti.

Otto settembre in Ciociaria

Salvini con Ottaviani

Impossibile pensare di stare insieme. In Ciociaria che il centrodestra fosse arrivato al capolinea alessioporcu.it lo ha scritto diverse volte in questi mesi. Bastava vedere cosa è successo alle elezioni Comunali di settembre e ottobre a Sora oppure a quelle di dicembre alla Provincia. Per non parlare di cosa sta accadendo adesso che si sta andando alle elezioni di Frosinone.

Adesso proprio nel capoluogo si va al voto e Nicola Ottaviani, che oltre ad essere il sindaco è anche il coordinatore provinciale della Lega, ha ottenuto che si celebrino le primarie proprio per tenere tutti insieme. Giusta intuizione, ma rimane comunque complicato. Lo schema però è questo: al tavolo del centrodestra frusinate si sono sedute le delegazioni della Lega, di Forza Italia, dell’Udc e di Cambiamo. Oltre alle civiche Lista Ottaviani, Lista per Frosinone, Frosinone capoluogo. Quello appena descritto è un modello di federazione indicato da Matteo Salvini. Su base locale.

Fratelli d’Italia ora deve scegliere cosa fare. Le parole di Giorgia Meloni a livello nazionale non lasciano dubbi e gli attacchi di Ignazio La Russa a Giovanni Toti alla Camera ancora di meno.

Ma nel capoluogo ciociaro poche settimane fa c’è stata la linea indicata dal capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida. Una linea che invitava a restare comunque nel centrodestra, anche se non rinunciando alle proprie idee e alla propria linea. In ogni caso veniva affidato al segretario regionale Paolo Trancassini e a quello provinciale Massimo Ruspandini il compito di definire la strategia a Frosinone.

Giorgia Meloni e Massimo Ruspandini

Con Ottaviani oppure no? Alle primarie con un proprio candidato oppure un percorso autonomo, come sollecita il portavoce cittadino Fabio Tagliaferri? Che da sabato pomeriggio è attentissimo a non emettere verbo ma continua a compulsare l’account twitter di Giorgia Meloni in attesa di un via libera alla rottura nel primo turno.

Prossime settimane decisive ad ogni livello, nazionale e locale. Nicola Ottaviani sta spingendo ancora di più sulle primarie, però Fratelli d’Italia deve valutare l’intera situazione. Non è più scontato niente.