Il sindaco perde l’alibi per il nulla ottenuto sulla Sanità

Incontri pubblici, audizioni alla Regione, dichiarazioni pubbliche di intenti. Ma risultati nessuno. Ora il sindaco di Anagni perde anche l'ultimo alibi per il nulla ottenuto finora in Sanità

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Le parole con le quali il sindaco di Anagni Daniele Natalia ha voluto sottolineare la sua partecipazione all’assemblea dei sindaci durante la quale, qualche giorno fa, il neo direttore dell’Asl Stefano Lorusso ha presentato le proposte di variazione all’Atto Aziendale rischiano di avere l’effetto di mettere in luce, paradossalmente, l’unica questione davvero importante su cui l’amministrazione di centro destra può perdere consensi; in un contesto in cui, per lei, tutto il resto, a partire dall’assenza di una vera opposizione, è invece totalmente dalla sua parte. (leggi qui Asl, Lorusso – Sindaci finisce zero a zero. Bis tra due settimane)

Il primo cittadino infatti, a margine dell’incontro, ha sentito il bisogno di mettere in evidenza le parole che il neo direttore dell’Asl ha pronunciato sul futuro della sanità nella zona nord della provincia. Il direttore infatti “ha mostrato ampia disponibilità sul fronte sanità per Anagni e l’intera area nord”. Parole condivise anche dal sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Che, ha detto Natalia, “ha concordato con me nel ribadire che occorre un cambio di passo ed un’inversione di tendenza anche per il nostro territorio, perché il depauperamento dei servizi sanitari nell’area nord della Ciociaria non è sostenibile né tollerabile ed occorre garantire ai cittadini il diritto alla salute”.

Tutto giusto, tutto corretto. 

Resta il fatto che ad Anagni la politica degli annunci fatta dal centrodestra locale in materia di sanità va avanti, a voler essere generosi, da più di un anno. Da quando, nell’estate del 2018, la tragedia della signora Ascenzi, morta di shock anafilattico per la puntura di un calabrone, fece arrivare in città 5000 persone giustamente arrabbiate, in cerca di una sanità migliore.

Il sindaco, che un minuto dopo la tragedia, aveva espresso urbi et orbi la sua indignazione per l’accaduto, nella manifestazione aveva garantito tutto il suo impegno per migliorare le cose.

Un impegno che però, dati alla mano, almeno per ora ha prodotto risultati pari a zero. Incontri pubblici, audizioni alla Regione, dichiarazioni pubbliche di intenti. Ma risultati, come si diceva, nessuno. Uno zero che, per un po’, è stato coperto (e giustificato) dal rapporto piuttosto complicato con l’ex direttore Luigi Macchitella. Tanto che, al cambio della guardia, il sindaco anagnino ha avuto gioco facile nel far passare il messaggio che la musica era cambiata. 

Ecco perché le parole pronunciate dal sindaco di Anagni sono paradossalmente rischiose. Perché tolgono ogni alibi. Se fino a qualche giorno fa era ancora possibile giocare con gli annunci ed addossare la colpa del nulla di fatto al destino cinico e baro, nella persona della Regione rossa e del Macchitella brutto e cattivo, da adesso questo gioco non varrà più.

Le dichiarazioni del nuovo direttore, unite alla condivisione manifestata da Ottaviani, spostano la palla dell’impegno per una sanità migliore nel campo (politico) del centro destra provinciale. Che sulla sanità si addosserà onori (in caso di risultati) ed oneri (in caso di stallo persistente). Perché non si può essere, a seconda delle convenenze, di lotta e di governo.

Come non può esserlo tutto quell’associazionismo locale pronto a scendere in armi per la difesa della sanità all’epoca di Bassetta, e poi misteriosamente sparito. Come non possono esserlo tutti quei consiglieri prodighi di pareri e dichiarazioni durante la stagione del centro sinistra al governo cittadino, diventa improvvisamente muti sul tema una volta passati in maggioranza.

La sanità è una questione troppo seria per farla diventare materia di scontro o di calcolo politico.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright