Abbiamo scherzato: nessuno vuole più mandare a casa Acea

I Comuni che a dicembre hanno votato per strappare il contratto con Acea sono spariti: al Tar si presenteranno solo in undici. Se avrà ragione il gestore pagheremo un nuovo maxi risarcimento in bolletta.

Nessuno vuole più mandare a casa Acea. A continuare la battaglia contro il gestore dell’acqua in provincia di Frosinone sono rimasti solo in undici: per strada si sono persi tutti gli altri Comuni che il 13 dicembre scorso avevano gridato alla vittoria nel Salone di rappresentanza della Provincia di Frosinone.

Tutti in blocco, quel giorno avevano votato il documento che metteva fine al contratto tra Acea e Comuni ciociari. (leggi qui ‘La cronaca minuto per minuto dal Palazzo della Provincia’).

Poi però, quando Acea ha impugnato quella votazione di fronte al Tar del Lazio, solo undici hanno nominato l’avvocato per continuare il confronto.

 

CHI SONO GLI 11

A continuare il contenzioso contro Acea sono rimasti i Comuni di Frosinone, Cassino, Ceccano, Alvito, Boville Ernica, Casalvieri, Cervaro, Fiuggi, Picinisco, Strangolagalli e Vicalvi. Roccasecca assicura di avere deliberato già ad agosto e che ci sarà. Il termine è scaduto nelle ore scorse.

All’inizio erano in 44. Poi, nella seduta dello scorso dicembre, un gruppo ci ripensò: il parere dell’avvocato nominato dai sindaci (uno dei massimi esperti nazionali) li sconsigliava dal proseguire. Nella sostanza diceva: quando avete iniziato la procedura di risoluzione c’erano effettivamente le condizioni per rompere il contratto ma nel frattempo Acea ha sanato quasi tutto ed oggi non siete più nelle condizioni di proseguire.

Al momento di votare dissero si in 33: numero sufficiente per far passare il documento.

 

SI FA SUL SERIO: SPARISCONO TUTTI

Subito dopo l’approvazione della risoluzione, Acea ha impugnato la votazione, le penali, la diffida, l’atto finale con cui si dichiarava concluso il rapporto. Soprattutto ha chiesto una ventina di milioni di euro di danni.

Se Acea vince quella causa al Tar, nata per decisione dei sindaci, noi dovremo pagare il risarcimento milionario. E tenerci pure Acea. Con tante scuse.

Il processo è stato fissato al Tar di Latina per il 23 novembre prossimo. Il fascicolo è stato assegnato alla sezione presieduta dal giudice Antonio Vinciguerra.

 

I TERMINI SI RIAPRONO

C’è però la possibilità di rientrare. Ai tempi supplementari. A riaprire i termini è stato un ricorso aggiuntivo fatto da Acea.

Il sindaco di Sora, Roberto De Donatis in serata ha garantito che «il partito dei sindaci che ha deliberato a favore della risoluzione del contratto con Acea è più unito che mai e si riunirà la prossima settimana». Ha detto che era l’Autorità d’Ambito l’organismo che per legge si deve costituire per conto dei sindaci presso il Tar. Mentre il ricorso dei Comuni è facoltativo e andrebbe solo ad aggiungersi.

I sindaci sostengono il “difetto di giurisdizione” cioè dicono che la competenza non è del Tribunale Amministrativo Regionale (l’organo competente sulle controversie tra pubbliche amministrazioni). Ritengono che la giurisdizione sia del Tribunale Speciale delle Acque Pubbliche. In subordine indicano il Tribunale Civile di Frosinone oppure un collegio arbitrale.