Abbruzzese: «C’è un solo sconfitto al Cosilam ed è Petrarcone».

da L’INCHIESTA QUOTIDIANO

Mario Abbruzzese, consigliere regionale di Forza Italia, abbiamo chiesto chi, secondo lui abbia vinto e chi perso, nella vicenda del rinnovo dei vertici del Cosilam, il consorzio di sviluppo industriale del Lazio meridionale.

«Ha vinto l’unità di intenti, mentre ha perso soltanto una persona».
A chi si riferisce?

«Sicuramente il grande sconfitto è il Sindaco di Cassino, Petrarcone. Ha perso la sua partita del cuore perché alla fine si è dovuto allineare per non fare brutte figure. Non aveva i numeri per ribaltare la situazione, ma fino all’ultimo ha tentato di far saltare il banco».

Qualcuno ha affermato che il comune di Pontecorvo – almeno in una certa fase – si sia schierato a favore della linea del Sindaco di Cassino. E’ vero?

«Assolutamente no. Tant’è che il sindaco di Pontecorvo non ha mai firmato nessun documento con il primo cittadino della citta martire».

Lo stato di cose politico scaturito dalla vicenda Cosilam avrà ripercussioni sulla vita politico – amministrativa del territorio?

«Il dato conferma la mancanza di autorevolezza di Petrarcone. Se un sindaco che detiene il 17 % di un ente, non riesce ad aggregare attorno a sé altri suoi colleghi significa che non gode di molta considerazione».

In amministrazione comunale non mancano fibrillazioni.

«Purtroppo per il primo cittadino, lo stanno abbandonando tutti. Non sto qui a fare i nomi, ma è palese che non è più un catalizzatore di forze, ma un disgregatore».

Qual è il suo giudizio sull’operato del sindaco Petrarcone e della sua maggioranza fino ad oggi?

«Sotto la sua guida la città di Cassino ha perso la centralità politica nel Lazio Meridionale, portando nel buio più profondo il comune inteso come istituzione. Non ha garantito e non sta garantendo nessun tipo di servizio. Purtroppo i cittadini vivono in una città disorganizzata, caotica e sporca. In nessun atto della sua amministrazione c’è chiarezza, dal Prg alla cabinovia. Sembra di vivere nel paese dei balocchi. Poi, è affetto dalla stessa patologia di Zingaretti…».

Ovvero?

«L’annuncite! Solo propaganda, nessuna risoluzione concreta alle criticità».
Quali sono secondo lei i fallimenti più eclatanti della gestione Petrarcone?

«Il caso Acea rappresenta il simbolo dell’incapacità amministrativa e gestionale del suo governo. Poi, dopo una campagna elettorale incentrata sulla tutela del verde pubblico a quattro di distanza l’unico risultato ottenuto è l’incremento della cementificazione anche nelle aree non destinate all’edificazione».

Il centrodestra dovrebbe rimediare agli errori del passato e per questo una “nave dei moderati” è salpata lo scorso 10 luglio con il cantiere “Cambiamo Cassino”, verso le elezioni amministrative. Qual è il suo pronostico?

«Siamo tutti convinti di vincere e questa è già una grande cosa».
In che modo pensate di riguadagnare il consenso dei cassinati?

«Poggiando la nostra azione politica su tre pilastri fondamentali: leadership forte, programma credibile ed unità. Se faremo questo il centro destra moderato potrà sicuramente vincere la competizione elettorale e mandare a casa il centro sinistra».

E’ davvero possibile costruire questa leadership forte?

«Abbiamo aperto un cantiere che vuole inglobare la società civile con un unico grande obiettivo; quello di costruire un progetto generale senza personalismi e senza incentrare il dibattito, come sta accadendo in questi giorni, in modo errato, ahinoi, sul “chi sostiene chi”. Abbiamo un av- versario da sconfiggere, e si chiama Petrarcone, ed è su lui che dobbiamo spendere le nostre risorse ideologiche».

Si spieghi meglio….

«Secondo me più che fare la corsa all’autocandidatura a sindaco sarebbe opportuno focalizzare l’attenzione e le energie sul candidato che abbia maggiori attitudini per vincere ed unire il centro destra. Dunque, se le primarie rappresentano il mezzo per unire, ben vengano, altrimenti si faranno altre scelte».

Qual è il messaggio che vuole mandare a tutte le anime moderate?

«Concentriamoci su un progetto globale di vittoria del centro destra, come è successo nelle scorsa tornata elettorale in Liguria, in Veneto ed in altre importanti città d’Italia, e nessuno potrà impedirci di tornare a guidare la nostra amata città».

Un modello a cui ispirarsi?

«Sicuramente Venezia, dove c’è stata la convergenza su un candidato proveniente dal mon do dell’imprenditoria, dal la società civile e si è arrivati alla vittoria. I partiti, adesso, devono capire che se è necessario, per vincere, potrebbero stare anche fermi un giro».

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