Abbruzzese: «Non sono pensionato, non faccio diktat alla Lega e non porto a pranzo Piacentini»

Vita e opere di Mario Abbruzzese dopo il risultato elettorale. Il confronto a distanza con la Lega. E con Piacentini. Il Comune di Cassino? Non mi candido né lì né al Cosilam. Sfiducia in Regione? Non è il momento. La sconfitta? Qualche errore devo averlo commesso

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Le elezioni sono passate da cinque settimane. È il tempo trascorso dal gigantesco buco nero nel quale qualcuno pensa sia finito Mario Abbruzzese. Destinato a Montecitorio si è fermato sulla piazza per uno 0,04%, sorpassato da una ragazza di Frosinone mai vista nel Collegio. Vita, attività, scontri e battaglie sotterranee dell’ex presidente del Consiglio regionale del Lazio. Che nel buco nero non ha proprio intenzione di finirci.

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Com’è la vita da pensionato?

Ma quale pensionato?! Non sono pensionato! Sto svolgendo la mia normale attività politica, ovviamente con un ruolo diverso: ma si lavora sempre, non ci si può fermare quando si ha un impegno sociale nei confronti del Paese.

 

Il telefono squilla di meno: che effeftto fa?

Credo che sia fisiologico e naturale che il telefono squilli di meno, il mio impegno rimane inalterato. Soprattutto nei confronti delle amministrazioni che hanno bisogno del nostro sostegno.

 

Disintossicarsi è utile: per lei era il momento giusto?

Sono fatalista, doveva andare così. Accettiamo il risultato elettorale.

 

Perché ha perso le elezioni?

Ho fatto un’analisi approfondita: quando si perde bisogna assumersi le responsabilità e mai buttare la palla nell’altra metà del campo. Evidentemente ho commesso qualche errore. Non si può non tenere presente però che è successo qualcosa di eccezionale in tutto il Paese e di fronte all’eccezionalità accade sempre qualcosa di imprevedibile.

 

All’inizio ha detto è colpa mia, poi ha dato la colpa al Pd. Oggi dice che è stato un evento eccezionale… Quale delle tre?

Tutte e tre. Quando dico che è stata colpa mia, colpa del Pd e colpa di un evento eccezionale intendo puntare l’attenzione su tre aspetti diversi della stessa questione. Elementi che camminano di pari passo. Quando dico che è stata colpa mia è perché avrò sbagliato qualche cosa, qualche schema di gioco. Se dico che è colpa del Pd è perché in questo collegio c’è stato il crollo del Partito Democratico al 17% mentre la media è stata del 24%, sono tutti voti andati al Cinque Stelle. Quando dico che è stato un evento imprevedibile è perché nessuno aveva ipotizzato che il Sud partisse dal Cassinate. Ma è quello che è accaduto. Guardate i numeri: al Senato a Cassino il Cinque Stelle è al 40%, alla Camera nello stesso collegio è al 36% eppure molti giovani in più votano per Montecitorio. Significa che la mia candidatura ha tenuto.

 

L’elezione di Palozzi come vice presidente della Regione è stata una pugnalata a Fazzone?

Normale dialettica interna. Credo che sia anche fisiologico rispetto ad una posizione che vedeva due contendenti. Chiaro che è mancata un’opera di mediazione interna.  Quando in un Partito ci sono due contendenti e manca la mediazione è normale che si arrivi allo scontro. E chi è più forte vince.

 

Lei ha detto che in Regione è il momento della Responsabilità: per primo ha detto no alla mozione di sfiducia a Zingaretti. Che invece la Lega vuole. Perché?

Io credo che questa legislatura regionale avrà vita lunga. Non vi sono grossi problemi anche perché la nostra Regione ha bisogno di uscire da questa crisi, sia nel campo delle Piccole e Medie Imprese, affrontando le emergenze che riguardano il sistema regionale della Sanità, dei Trasporti, dell’Ambiente, delle Infrastrutture. Credo sia interesse di tutti lavorare per migliorare la qualità della vita nella nostra Regione e nel nostro Paese.

 

Zingaretti non ha più in aula né Storace né Abbruzzese, la strada dell’anatra zoppa è in discesa?

Assolutamente no anche perché mi sembra che la qualità del Consiglio Regionale del Lazio sia aumentata. C’è un buon livello, credo che sarà una legislatura fruttuosa, capace di dibattere e trovare soluzione ai problemi.

 

Lei dice “Tenetemi lontano dalle faccende del Comune di Cassino” però ogni giorno la vedono in Municipio: allora che ci va a fare?

Andare in municipio a cassino o negli altri municipi, non significa invadere il campo degli amministratori. Significa andare per aiutare a risolvere i problema dei cittadini, degli imprenditori e perché no, degli amministratori. Un minimo di esperienza in questo campo spero vogliate riconoscermela. Credo sia giusto metterla a disposizione di chi ne ha bisogno: questo non significa invadere la sfera politica.

 

I corridoi del Comune di Cassino dicono che non è contento e preferirebbe un’azione amministrativa più incisiva…

Non sono un consigliere comunale di Cassino: il giudizio spetta soltanto a loro.

 

Se Carlo Maria D’Alessandro rinunciasse, lei si candiderebbe a sindaco?

Assolutamente no e se qualcuno si è fatto questa idea può iniziare a togliersela dalla testa.

 

Altre voci la vogliono al timone del Cosilam

Men che meno.

 

L’Europa è troppo lontana?

Guardare alle elezioni europee è utopia. Non si va in paradiso a dispetto dei santi. Si entra in un gioco di squadra : se il Partito ha bisogno di me io sono a disposizione. Credo che però sia il momento di concentrare l’attenzione su Antonio Tajani e la sua conferma nel Parlamento Europeo.

 

la Lega dice che non accetta i suoi diktat, in particolare su Anagni

I diktat non si accettano, su tutti i Comuni. Quello che a me interessa è dare un contributo per tenere unito il quadro del centrodestra. Mi sento di dire che non c’è stata nessuna ingerenza perché la scelta è stata frutto di una decisione autonoma del direttivo di Forza Italia di Anagni. Se poi vogliamo fare la caccia alle streghe non credo che ci sia nemmeno lo spazio temporale.

 

Il coordinatore provinciale Adriano Piacentini si sente escluso, soprattuto dai pranzi politici che lei e Ciacciarelli organizzate nel Cassinate.

È un problema suo.

 

De Angelis non ha vinto le elezioni alla Camera e punta alla segeretria regionale Pd, lei ha pensa di prendere il posto di Fazzone?

Non ci penso proprio.

 

Cosa vuole fare, allora?

Sono un semplice iscritto a Forza Italia e voglio dare una mano al mio Partito qualora ne avesse bisogno.

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