La Grande fuga in FdI, il suicidio della Lega, il trionfo di Abbruzzese

Gli spostamenti dei pezzi da Novanta in Fratelli d'Italia è conseguenza della strategia innescata da Mario Abbruzzese. Che ha disintegrato la Lega. Preso il controllo del Centrodestra. Chi è contro di lui si è schierato dove lui ora non può arrivare. Ma solo per ora.

Le cambiali iniziano ad arrivare all’incasso. La girandola di nomi eccellenti che ha preso la strada verso i Fratelli d’Italia è legata in parte all’accordo elettorale di Cassino. Quello che riunito il centrodestra sotto un’unica bandiera individuando come candidata la commercialista Paola Carnevale. Con Cassino ha poco a che vedere. Molto con la geografia politica all’interno del collegio.

Mario Abbruzzese è l’unico vero vincitore dell’intera operazione. Ha dimostrato ancora una volta di essere il più abile tattico: lucido, freddo, cinico. Ricordando agli sprovveduti che la Politica non è faccenda per tutti e men che meno per quelli che vi vengono miracolosamente catapultati all’interno.

La strategia di Mario è stata micidiale. Ha lasciato i vertici della Lega ad abbaiare alla luna e sviluppare la loro strategia per le elezioni comunali di Cassino, restando all’apparenza immobile ed in attesa delle loro indicazioni. Consapevole che sarebbero approdati a nulla. Così, mentre l’onorevole Francesca Gerardi bruciava il suo coordinatore provinciale Carmelo Palombo e dopo che insieme avevano dato fuoco a candidati sindaco del livello di Massimiliano Mignanelli, Giuseppe Sebastianelli, Claudio Lena, nel suo apparente immobilismo Mario Abbruzzese ammassava le truppe intorno ad una via d’uscita strategica.

Appena la Lega ha bruciato anche l’ultimo candidato e non ha avuto più nulla da distruggere, Mario ha fatto la sua mossa: lasciato la Lega di fronte alle ceneri che essa stessa aveva prodotto, indicato come candidato sindaco Carlo Maria D’Alessandro, riunito intorno a lui Forza Italia, Udc, Fratelli d’Italia, Civici.

Si narra di una telefonata fatta dal sottosegretario Claudio Durigon con in mano una bandiera della Lega e nell’altra mano una bandiera bianca. A Mario Abbruzzese avrebbe implorato una soluzione. Ed il vice coordinatore nazionale Enti Locali di Forza Italia avrebbe presentato il conto. In pratica: centrodestra unito sul nome di qualunque candidato della Lega in cambio della fine delle ostilità portate avanti contro Forza Italia da un anno; ammissione implicita che sono state sbagliate le varie operazioni ostili condotte in questi mesi da Francesco Zicchieri contro l’unità del centrodestra; ammissione che sia stato un errore marchiano far cadere l’amministrazione D’Alessandro, applaudendolo e ringraziandolo pubblicamente 7 settimane dopo averlo sfiduciato.

Soprattutto, il vero prezzo da pagare è che la Lega da ora lascerà a Mario Abbruzzese il controllo del territorio.

Il primo a saltare è stato Riccardo Roscia: l’ex sindaco di Pontecorvo stava per salire sul Carroccio e da lì lanciarsi alla riconquista della sua città oggi amministrata dal dottor Anselmo Rotondo. Con la benedizione dell’onorevole Francesca Gerardi che in città è ancora amministratore comunale. I nuovi assetti disegnati con l’operazione di Mario Abbruzzese blindano il dottor Rotondo che è di Forza Italia. Roscia lo ha capito subito ed è sceso dal Carroccio prima ancora di salirci, andando ad abbracciare i Fratelli d’Italia. (leggi qui Torna Antonello Iannarilli. E pure Roscia. Tutti Fratelli (d’Italia) appassionatamente).

Il più abile generale di Stato Maggiore presente sul territorio è Alfredo Pallone. L’ex eurodeputato, già coordinatore regionale del PdL, ha capito prima di tutti che l’operazione di Cassino avrebbe messo l’intero centrodestra nelle mani di Abbruzzese. Che nelle settimane scorse aveva escluso dal tavolo delle trattative il coordinatore provinciale di Pallone, fresco di accordo nazionale tra Maurizio Lupi ed Antonio Tajani. In meno di una mattinata, Alfredo Pallone ha scavalcato tutti i quadri territoriali e condotto una sua personale operazione sul tavolo nazionale, scaricando Forza Italia e aderendo a FdI. (leggi qui «Cari Fratelli, Alfredo Pallone è con voi…»).

L’assenza di quadri dirigenti sul territorio ha portato la Lega prima ad isolarsi e poi a disintegrarsi. La sua protervia politica, il suo Guai ai vinti pronunciato innanzitutto contro gli alleati (grazie ai voti dei quali non bisogna dimenticare che i vari Zicchieri, Gerardi e Durigon sono stati eletti), ha portato al compattarsi di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Che sul territorio stanno insieme come dimostra la lista unitaria alle provinciali e la strada seguita a Cassino.