La lezione dell’Abruzzo: Lega “cannibale”, fallimento a Cinque Stelle, centrosinistra inclusivo

La vittoria di Marco Marsilio certifica che il centrodestra unito è maggioranza nel Paese. I pentastellati pagano dazio a Salvini e dimostrano di soffrire la prova di governo. Forza Italia ridimensionata ma viva. Il Pd ai minimi storici: c’è bisogno dell’Ulivo. Una conferma per Zingaretti. Ottaviani deve riflettere.

La vittoria del centrodestra in Abruzzo anticipa il terremoto  che si prospetta con le Europee e in un certo senso certifica il fallimento politico del “contratto” di governo tra Lega e Movimento Cinque Stelle. Sancendo anche l’inevitabile declino di Forza Italia e Partito Democratico.

Lo scrutinio è ancora in corso, ma mancano ormai pochissimi seggi. Marco Marsilio è il nuovo Governatore, con il 48,25% dei voti. Dunque, il centrodestra unito sfiora il 50%.

Marsilio è noto in provincia di Frosinone, in quanto è stato commissario della federazione di Fratelli d’Italia. La sua candidatura ha avuto un effetto traino su Fratelli d’Italia, arrivata al 6,51%. Forza Italia ha dovuto fare i conti con un significativo ridimensionamento: è al 9,11%, una percentuale comunque importante all’interno di una qualunque coalizione. Specialmente in una prospettiva  futura, quella delle europee, che vedrà Silvio Berlusconi in campo. Se gli “azzurri” andranno in doppia cifra, comunque continueranno a recitare un ruolo.

La Lega è al 27,70%, più del doppio rispetto alle politiche di un anno fa (in Abruzzo ovviamente). Mentre nel 2014 il Carroccio non era presente alle regionali. Il partito di Matteo Salvini “cannibalizza” il voto del centrodestra e naturalmente ha preso voti a Forza Italia, considerando pure che tanti ex “azzurri” erano candidati con la Lega alle regionali abruzzesi. Ma c’è pure da dire che Salvini prende voti anche e soprattutto all’alleato di governo, ai Cinque Stelle, ampiamente sopra il 40% un anno fa in Abruzzo.

Il candidato del centrosinistra, Giovanni Legnini ha ottenuto il 31,47%. Un risultato incoraggiante per il centrosinistra, che sembra aver individuato una strada. Con una coalizione ampia, inclusiva, fortemente civica. Con il Pd però all’11.37%. Significa che i Democrat non sono più centrali, che hanno bisogno di ricostruire qualcosa che assomigli all’Ulivo. E che quindi gli endorsement di Romano Prodi ed Enrico Letta a Nicola Zingaretti vanno in quella direzione.

Il Movimento Cinque Stelle semplicemente crolla. La candidata Sara Marcozzi è al 19,80%. Terza. Nessuno “giochi”: il raffronto non può essere con cinque anni fa, ma con dodici mesi or sono. Un anno di governo hanno decimato i pentastellati e nelle ultime settimane Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sono stati in pianta stabile in Abruzzo.

Chi aveva votato per i Cinque Stelle alle politiche stavolta ha scelto o la Lega o il centrosinistra allargato. Esattamente come successo a Roma, i Cinque Stelle hanno pagato il fatto di aver governato. Significa che la gente non si fida del Movimento per quanto riguarda la guida delle Regioni e del Paese.

Il voto abruzzese è la conferma che la strategia di Nicola Zingaretti è quella giusta: centrosinistra largo. Naturalmente pensando a rimettere in sesto il Pd. La Lega ha avuto la conferma che la campagna acquisti nel centrodestra funziona e quindi il pressing sul sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani aumenterà. Non solo su di lui probabilmente.