Acea e Acqualatina, un oceano di soldi per liberarsene

Se il bivio tra l’acqua gestita dai privati oppure il suo ritorno in mani pubbliche esiste davvero lo sapremo nei prossimi giorni. In provincia di Frosinone è scaduto il termine entro il quale Acea doveva mettersi in regola con i lavori e gli adempimenti previsti nel contratto oppure sarebbe partita la procedura per rescindere gli accordi e congedare il gestore (leggi qui Sono scaduti i termini per acea ma…). In provincia di Latina i sindaci sono in società con un privato ma hanno deciso di sbolognarlo, come si vorrebbe fare a Frosinone con Acea (leggi qui la decisione dei sindaci) ma si sono subito resi conti che tra il dire ed il fare c’è un mare di soldi da tirare fuori e forse rischiano di vedersi sfilare sotto il naso tutta la società (leggi qui la questione con le banche)

In attesa di arrivare a quel bivio, la strada si fa sempre più in salita. In provincia di Frosinone i Comitati dicono che i sindaci non devono riunirsi per avanzare la loro proposta sulla tariffa dell’acqua, in quanto hanno votato per avviare l’iter di rescissione del contratto con Acea. Lo riferisce Cesidio Vano su La Provincia oggi in edicola:

«Il 2 settembre non c’è nulla da approvare». Il popolo dell’acqua, i comitati per l’acqua pubblica si organizzano sul web in vista della riunione della Conferenza dei sindaci dell’Ato5, che dovrebbe tornare a discutere di piano degli investimenti e piano economico finanziario per il periodo 2016-2019, oltre che delle modifiche alla Convenzione richieste dalle ultime norme emanate dell’autorità di vigilanza, l’Aeegsi. (…) Spiega bene la posizione dei comitati Antonio Antonellis, portavoce del Coordinamento: «I Sindaci o loro rappresentanti, il 18 febbraio hanno dato un unico mandato a Pompeo, quello di attivare l’iter per la estromissione di Acea dai nostri territori. Il 2 Settembre quindi non c’è da discutere o approvare niente, tanto meno c’è da andare a trattare la permanenza del gestore, approvando un piano finanziario per il 2016-2019 e le tariffe che dovrebbero sostenerlo».

Dalla Provincia fanno sapere che conta poco o nulla se il gestore sia Acea o un altro: la tariffa la decide sempre e comunque l’Aeegsi cioè l’autorità costituita per questo a livello nazionale. E se i sindaci non fanno la loro proposta passa quella di Acea.

Che una cosa siano le intenzioni ed altro sia realizzarli lo stanno scoprendo a Latina. Lì i sindaci hanno un socio al 49% e vorrebbero liquidarlo ma negli anni scorsi si sono fatti prestare da una banca 114 milioni di euro per poter fare gli investimenti: la banca ora vuole chiarimenti e soprattutto garanzie su come intendono portare a termine l’operazione. Tradotto dal linguaggio bancario: ma come fai a comprarti il 49% se non avevi nemmeno i soldi per fare i lavori e te li ho dovuti prestare io? Non è che ora metti a rischio tutta la società ed io potrei non riavere il capitale?

Su Latina Oggi di questa mattina si spiega quali siano gli ultimi passi:

Nonostante questi siano giorni decisivi ai fini della valutazione del pegno della banca sulle azioni di 11 Comuni- soci, gli stessi non hanno ancora definito né una strategia unitaria né una contromisura da mettere in campo dopo le diffide della banca. Quest’ultima nel giro di una settimana ha inviato due note ai Comuni che hanno accettato il pegno (tra cui Latina) e all’altro socio di minoranza, Idrolatina srl, con le quali prima ha chiesto delucidazioni circa l’annunciato processo di ripubblicizzazione e poi ha convocato tutti presso lo studio legale Bonelli di Roma per definire il da farsi nell’assemblea del 9 settembre (seconda convocazione). La convocazione presso l’avvocato che rappresenta Depfa Bank è per il 6 o 7 settembre in base alle disponibilità dei sindaci, i quali finora non hanno né accettato né confutato. Dunque al momento non si sa cosa potrà succedere tra il 6 e il 9 settembre e mancano solo dieci giorni (…) In pratica la banca può arrivare a sostituirsi ai Comuni- soci nell’esercizio del diritto di voto sia sul bilancio che su altro. L’«altro» di cui si parla in questi ultimi sei mesi è un aspetto estremamente rilevante nell’assetto societario, ossia la vendita delle quote di minoranza di Acqualatina che passerebbero da Idrolatina (controllata per oltre il 90% da Veolia) ad Acea spa e dunque il gruppo romano quotato in borsa diventerebbe il nuovo socio dei Comuni.