«Io c’ero: Acea fu una polpetta avvelenata per i sindaci»

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Confuso nel pubblico, tra sindaci e imprenditori, seduto in una delle poltrone turchese del Mutisala Sisto a Frosinone, giovedì scorso ad assistere al grande caos (leggi qui) c’era pure lui. Loreto Policella oggi è consigliere della Camera di Commercio: nel 2003 era sindaco di Campoli Appennino, tra quelli che votarono per dare l’acqua ad Acea.

Alessioporcu.it – Consigliere, visto com’è andata a finire, se tornasse indietro di tredici anni voterebbe ancora a favore dell’acqua ad Acea?
Loreto Policella – Quando la provincia di Frosinone scelse la forma di gestione ed il gestore dell’acqua pubblica che ha provocato la presente assurda situazione, quasi nessuno degli attuali sindaci era in carica. Io ero allora sindaco di Campoli Appennino e ricordo bene chi spinse per quella soluzione a cui i sindaci non poterono di fatto sottrarsi.

Ci fu chi spinse? E ci fu chi voleva sottrarsi?
Chi realmente decise allora di somministrare questa polpetta avvelenata al nostro territorio, chi ha realmente “amminestrato” questa decisione, e forse ne ha tratto giovamento, sta alla finestra. I sindaci sono cambiati. Ma i “minestrari” che decidevano allora decidono ancora oggi. Non li scalfisce nessuno, continuano a galleggiare ed a proporre “minestre” avvelenate.

Così, però, rischia di essere troppo generico. Fuori nomi e minestre.
Le minestre? Allora non li avete visti gli interporti, gli aeroporti, le superstrade che portano nel nulla ma che generano progettazioni milionarie. Si badi: nessuna di queste opere, utile o inutile che fosse, è stata realizzata. Ma tutte hanno permesso postazioni retribuite, incarichi, consulenze, pagate con denaro pubblico.

I nomi dei minstrari?
I nomi non li faccio, tanto li conoscono tutti. E sono certo che i “minestrari” spunteranno magicamente non appena si ventilerà la possibilità di qualche prossima candidatura prestigiosa. Sono sempre gli stessi con qualche delfino in più.

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