Acea lancia la scalata ad Acqualatina

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Acea parte all’assalto di Acqualatina, la società mista formata dai Comuni della provincia di Latina più un socio privato. E nessuno può fermare la sua scalata. La società romana ha messo sul piatto della bilancia 20 milioni di euro per rilevare il 49% che oggi è nelle mani di IdroLatina, società della galassia Veolia, l’azienda francese di servizio pubblico, quotata alla Borsa di Parigi.

I sindaci non possono opporsi: né quelli delle città più grandi né tutti insieme con il loro 51% delle azioni. Non possono perché lo Statuto di Acqualatina non prevede vincoli particolari per il socio privato che intenda cedere le sue quote. Il documento con cui viene regolata la vita della società stabilisce che le quote non possono essere vendute ad un acquirente che non sia solido.

Acea, dicono i conti depositati in Borsa, è solidissima. Il fatto stesso che sia in piazza Affari a Milano nell’indice FTSE Italia Mid Cap la sottopone a vincoli e controlli costanti; ha un fatturato superiore ai 3,5 miliardi di euro. Difficile per i sindaci poter dire che al potenziale nuovo socio manchi il requisito della solidità.

Il dibattito tra i sindaci però è partito. E subito si sono accorti di avere le armi spuntate: lo Statuto non può impedire l’arrivo di Acea a Latina, la politica non ha interlocutori in quanto la società è una Spa quotata ed il socio di riferimento è il Comune di Roma oggi in mano al Movimento Cinque Stelle. Esiste una sola possibilità: rilanciare l’offerta e mettere sul piatto della bilancia un euro in più dei venti milioni offerti dalla multiutility romana. Ma chi li tirerebbe fuori?

E’ la situazione che si porrebbe in provincia di Frosinone nel momento in cui si prendesse in considerazione l’ipotesi di dare il benservito ad Acea Ato 5 (gruppo Acea) per passare alla gestione diretta dei Comuni: chi pagherebbe ad Acea le quote delle sue azioni? E chi tirerebbe fuori i soldi per pagare i crediti vantati oggi da Acea Ato 5 (i 56 milioni di euro di conguaglio, più gli 80 del prossimo aggiornamento, più il lucro cessante previsto dal Codice) ?

A Latina la risposta l’hanno già trovata: non hanno i 20 milioni. Acea li ha messi già sul piatto.

L’acquisto avrebbe ripercussioni anche in provincia di Frosinone. Non soltanto per quei Comuni ciociari che si trovano al confine e vengono serviti da Acqualatina. Nei fatti, Acea si ritroverebbe a controllare la gestione dell’acqua in provincia di Roma (con Acea Ato2), in provincia di Latina (con Acqualatina tramite la quota IdroLatina), in provincia di Frosinone (Acea Ato5): una norma prevista nel decreto Sblocca Italia prevede che in questi casi si possa arrivare alla fusione fra le società. Acea, insomma, sarebbe legittimata a far nascere una Super Acea. Centrando così uno degli obiettivi strategici previsti nel piano industriale 2015-2019.