Acea userà i satelliti per trovare le perdite in provincia di Frosinone

Acea Ato5 utilizzerà i satelliti per individuare le perdite idriche in provincia di Frosinone. La nuova filosofia dettata da Roma: Frosinone deve funzionare. La scommessa del manager che ha risolto i problemi sulle riparazioni a Roma. Il team di giovani inviato per cambiare le cose.

Lo hanno preso in parola. Quando il neo CEO di Acea Giuseppe Gola ha finito di analizzare i dati della sua multiutilty da 3,19 miliardi e oltre 7.500 dipendenti ha detto “Basta: Frosinone deve diventare un’eccellenza del gruppo, a costo di dover impiegare i satelliti“. Il presidente del ramo che si occupa della provincia di Frosinone (Acea Ato5) Pierluigi Palmigiani non se lo è fatto ripetere. E nemmeno ha domandato se quello del suo potentissimo capo, fosse solo un modo di dire. Palmigiani ha contattato la ditta e prenotato i satelliti. Saranno loro a scansionare la Ciociaria. E scopriren tutti i buchi nella rete colabrodo, quella ereditata dai Comuni e dai Consorzi una ventina di anni fa.

Ci pensa Jaxa Alos

PIERLUIGI PALMIGIANI

Jaxa Alos è un sistema di rilevazione del pianeta, nasce da un accordo tra tra l’Agenzia Spaziale Italiana e quella giapponese (JAXA). È in grado di rilevare ogni deformazione della superficie terrestre, anche la più insignificante. Le sue immagini vengo analizzate attraverso gli algoritmi generati da Utilis Corp. Che individuano la firma spettrale dell’acqua potabile nel sottosuolo in modo da poterla isolare dal contesto. Significa che ‘vede’ la traccia elettromagnetica generata dall’acqua, riesce a capire se sta scorrendo nella sua sede naturale o non.

Il presidente Palmigiani ha opzionato l’uso di quel satellite e del suo sistema di rilevazione in provincia di Frosinone. Il manager che ha girato il mondo è originario di Castelliri. L’unione delle due cose lo ha portato A) a non considerare Frosinone l’ultima provincia dell’impero Acea, B) a voler rendere efficiente e quindi meno costosa la rete idrica provinciale.

Meno costi significa più risparmi e niente aumenti di bolletta.

Mission impossible

UNA TUBATURA ACEA

Una specie di mission impossible. Sulla quale però Pierluigi Palmigiani non può giocarsi la faccia: non lui che è a fine carriera dopo avere girato il mondo. E per chiudere il cerchio è tornato da dove era partito, la provincia di Frosinone: scuole superiori in Ciociaria, università alla Federico Ii di Napoli, primo incarico alla Valeo Sud di Frosinone e poi alla Agusta Westland di Anagni. Dirigente alla PPG di Roccasecca, a Cuneo in Glaverbel, responsabile europeo delle risorse umane di AGC Automotive.

Uno che può permettersi di fondare una sua società la Palmigiani Consulting specializzata nel recruitment e nell’alta formazione. Lo chiama Agenzia Industria Difesa, poi lo cerca Acea per nominarlo presidente operativo di Acea Energia. Dopo cinque mesi si concentra sulle risorse umane ed affianca all’attività nella multiutility l’insegnamento nell’università di Tor Vergata.

Uno così, mandato a Frosinone, può permettersi di impiegare i satelliti.

Come funziona

UNA RILEVAZIONE DEL SATELLITE JAXA

Il sistema che Palmigiani ha chiesto di utilizzare acquisisce l’immagine a 637 km dalla Terra. Lo fa grazie ad un radar a Selezione di immagini grezze.

Le immagini vengono analizzate con degli algoritmi eliminando i disturbi grazie all’utilizzo di specifici filtri. Il risultato è preciso al dettaglio: è capace di intercettare la possibilità di perdite su un raggio di 50 metri.

E Cocozza? Firma convinto

A Roma giurano che l’uomo incaricato di controfirmare o stoppare l’iniziativa del presidente, l’ingegner Roberto Cocozza, non perderà nemmeno un secondo. Perché si gioca a Frosinone una fetta della carriera.

È l’amministratore delegato di Acea Ato5: giovane, lanciatissimo. E senza puzze sotto al naso. Lo chiamano ‘l’operaio rivestito‘. Perché è uno di quelli che in Acea ha inziato la carriera dal basso. È entrato in Acea nel 2003 per occuparsi di manutenzione della rete nell’area Nord del Comune di Roma. Siccome risolveva i problemi, quasi subito gli hanno appioppato anche Monterotondo, Mentana e Fontenuova.

Al destino il senso dell’ironia non manca: lui che è stato Responsabile Task Force ricerca perdite si è ritrovato ad amministrare la rete più colabrodo dell’intero sistema. È uno che ogni mattina mette nel frullatore tecnologia, manutenzione e acqua: c’è lui dietro al progetto dei contatori che fanno risparmiare mandando via satellite la lettura evitando così i maxi conguagli agli utenti; lui ha sviluppato il piano di pronto intervento che ha abbattuto i tempi nelle riparazioni della parte Estdel Comune e della Provincia di Roma.

ROBERTO COCOZZA

Frosinone per lui è l’incarico nel quale non si puà sbagliare. Lo hanno mandato a farla funzionare. Gli incassi verranno dopo. O verranno dai risparmi ottenuti attraverso una rete che funziona, porta tanta acqua e non si rompe.

Raccontano che appena arrivato a Frosinone sia inorridito di fronte ai numeri: più ndel 70% dell’acqua delle fonti ciociare finisce disperso perché la rete è come un colapasta. Colpa di una struttura vecchia, mai rifatta per via del continuo braccio di ferro tra Comuni e vecchia gestione Acea.

Ora Roma ha cambiato le regole di ingaggio. Vuole che Frosinone funzioni. A costo di usare i satelliti.