«L’acqua tornerà ad Acea. Partita chiusa: colpa di imbecilli»

La spina nel fianco di Acea torna autonoma. Severo Lutrario continuerà a pungere ma «da oggi chiudo l’esperienza con gli sportelli, riprendo la mia totale autonomia». Non è un ritiro dal fronte: «Come sempre dirò quello che penso quando, come e dove lo riterrò opportuno, ma sempre e solo come singola persona».

La sua barba folta e bianca è stata per anni il simbolo della lotta al gestore idrico ed al contratto che ha incatenato per tredici anni i cittadini Provincia di Frosinone. Una battaglia condotta senza pregiudizi. Proprio per questo è stato scomodo per Acea ma lo è stato anche anche per i Movimenti. Che ora ha lasciato.

Cosa ha fatto arrabbiare Severo Lutrario? Lo ha scritto sulla bacheca Facebook del Comitato Provinciale Acqua Pubblica. Il post spiega: «La partita è chiusa. Ed è chiusa ed è colpa di chi è in mala fede. Di chi, ignorante, non si è mai preso la briga di informarsi. La colpa è degli imbecilli per la loro stupidità. Ma per me la colpa è soprattutto di chi sapeva e ha deciso di non fare nulla. la colpa è di chi sapeva e ha scelto di girarsi dall’altra parte. La colpa è di chi sapeva ma aveva altro a cui pensare. Ce l’ho anche con gli iscritti a questo gruppo»

Lutrario è convinto che tutta la partita iniziata nel 2008 e culminata poche settimane fa con la risoluzione del contratto, in realtà «si concluderà con piena soddisfazione di Acea che in un colpo solo vedrà cancellate le malefatte del passato e avrà in mano un nuovo contratto scritto su misura dei suoi interessi dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas ed il Servizio Idrico».

Un passo indietro. Severo Lutrario nel 2008 è nel ristretto gruppo di persone che individua la strada con cui impugnare il contratto con Acea. All’inizio non lo ascoltano, poi lo sentono in pochi, infine si accorgono che la sua è una strada possibile proprio perché non si basa su pregiudizi. Ma su elementi tecnici e giuridici. Un anno fa i sindaci prendono atto dei suoi input, elaborano la loro visione amministrativa. Avviano l’iter e alla fine del 2016 votano la risoluzione del contratto. Addebitandone le responsabilità ad Acea.

Il nuovo passo in avanti. Ora il Presidente Antonio Pompeo ha convocato la Consulta dei Sindaci per discutere cosa fare dell’acqua. In teoria esistono tre possibilità: A) Creare una società tra i Comuni e gestire l’acqua in proprio; B) Creare una società mista e gestire insieme ad un privato; C) Rimettere a gara il servizio idrico. Con il rischio che torni Acea. Anzi: Severo Lutrario è sempre stato convinto che rimettere a gara il servizio significhi in automatico ritrovarsi Acea in casa. Perché sono pochi i player europei capaci di rispondere ad un bando simile. E quei player di fatto si sono spartiti il mercato e non si pestano i piedi.

Cosa non va nella convocazione dei sindaci, fatta ora dal presidente Antonio Pompeo?

«Questa convocazione – scrive Lutrario – poteva assumere un valore particolarmente significativo se ci si fosse giunti con un ruolo attivo dell’amministrazione Raggi su ACEA S.p.A. (la controllante di ACEA ATO 5 S.p.A. che ha predisposto il ricorso contro la risoluzione del contratto votata il 13 dicembre). Poteva assumerlo se la Regione Lazio avesse ripreso la procedura applicativa della legge 5/2014 con la definizione degli Ambiti di Bacino Idrografico. E se sul territorio – e tra le amministrazioni locali fossero – state veicolate la possibilità e la fattibilità, anche economica, dell’affidamento in house. Magari della costituzione di un soggetto gestore di diritto pubblico».

Invece cosa è accaduto?

«Al contrario, l’unica alternativa che sarà scodellata nel piatto sarà l’individuazione di un “nuovo” gestore attraverso una gara europea. E con questo si conclude la partita giocata con diversi ruoli dalle diverse parti. Questo perché non sarà altri che ACEA S.p.A. ad assicurarsi l’appalto nella conclamata assenza di un qualsiasi competitor che le faccia concorrenza. Alla faccia della stupidità – o, peggio, malafede – di comitati ed amministratori che in questi anni hanno creduto o hanno fatto credere ai cittadini che tutto si racchiudesse nella risoluzione del contratto».

Insomma per Severo Lutrario «tutta la partita iniziata nel 2008 si concluderà con piena soddisfazione di ACEA che in un colpo solo vedrà cancellate le malefatte del passato e avrà in mano un nuovo contratto scritto su misura dei suoi interessi».

Una volta ottenuta la risoluzione del contratto, troppi hanno tirato i remi in barca. «Negli ultimi due mesi c’era una partita. C’era ‘la partita’, che doveva essere giocata. Non sempre, quasi mai, è data la possibilità di scegliere il campo, il giorno e l’ora in cui giocare. Sono le cose, le circostanze che dettano le condizioni ed i tempi ed a “chi sa” non resta che mettere le scarpette chiodate e scendere in campo».

Perché qualcuno ha rinunciato a giocare la partita? C’è un passaggio che dice tutto: «Chi non gioca la partita, in realtà scende in campo con l’avversario. Poteva andare tutto male, potevamo essere sotterrati sotto una valanga di reti, ma almeno ci avremmo provato. Così non è stato».

E ora? Severo continuerà la sua battaglia come prima. Più di prima. Ma senza consulenza agli sportelli dei Movimenti. «A questo punto Acea riuscirà a vincere qualunque contenzioso. Non sono disponibile a togliere le castagne dal fuoco a nessuno».

Ancora spina nel fianco di Acea. Più puro di prima.

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