Acqua, i sindaci sventano il maxi aumento

Buona la prima. Dopo quasi un anno di tentativi si riunisce l'assemblea dei sindaci per votare le tariffe dell'acqua. Bloccato il maxi aumento chiesto da AceaAto5. Con un diverso calcolo. "Ma da ora dovranno cambiare i rapporti, sia con la Sto che con il gestore”. La posizione di chi ha votato a favore e chi ha votato contro

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Ci provavano da quasi un anno. I sindaci ci sono riusciti soltanto oggi. Hanno sventato il maxi aumento delle bollette dell’acqua chiesto da AceaAto5: lo hanno fatto mettendo a punto una tariffa diversa. Ora la loro proposta e quella del gestore passeranno all’esame di Arera l’authority che deve fissare il prezzo del servizio.

Se non avessero formulato una tariffa entro il 20 gennaio, i sindaci avrebbero lasciato arrivare sul tavolo di Arera i soli calcoli di AceaAto5. Era da più o meno un anno che si tentava invano di riunire la Conferenza dei sindaci per fissare la tariffa dell’acqua. Ogni volta non se ne presentavano a sufficienza per rendere valida la seduta. 

Di Stefano, buona la prima

Di Stefano presiede l’assemblea

Stavolta l’assemblea s’è fatta. Sono stati rappresentati 50 degli 86 Comuni serviti dal gestore idrico nell’Ato5: l’area ottimale coincidente con il 93% della provincia di Frosinone. In 47 hanno votato a favore, soltanto Atina e Fumone, hanno votato contro mentre Alatri si è astenuta.

Hanno votato cosa? La tariffa dell’acqua dipende da una serie di fattori. Per essere precisi: non paghiamo l’acqua che esce dai nostri rubinetti, paghiamo il servizio svolto da AceaAto5 per prenderla, depurarla, portarla fino ai rubinetti.

Ogni anno Arera tiene conto dei parametri indicati dalla legge e stabilisce la tariffa. Lo fa partendo dai conti sviluppati dal gestore e dagli stessi conti sviluppati però dall’assemblea dei sindaci. In quei conteggi ci sono i lavori effettuati, le spese sostenute, finanche le bollette non pagate dai furbi: finiscono in bilancio e quel passivo viene spalmato l’anno successivo su tutti gli altri utenti.

AceaAto5 ha mandato da tempo i suoi calcoli: proponendo un aumento pari al 7.7%: il massimo consentito. L’assemblea oggi ha controbattuto con un aumento limitato al 5.48% per il 2022 ed al 4.40% per il 2023.

Ora il fascicolo passa ad Arera. Ma in ogni caso le nuove tariffe proposte invece nell’Ato5 sono più basse di quelle applicate nell’Ato4 (la provincia di Latina) e molti altri Ambiti

Le cose da rivedere

L’assemblea dei sindaci

I sindaci si sono basati sui calcoli effettuati dalla Sto, la Segreteria tecnico operativa: il braccio tecnico dei sindaci. Che non occupandosi, per mestiere, di acqua hanno a disposizione quel pool. Ma spesso proprio la Sto viene contestata da amministratori e comitati anti Acea. La accusano di essere appiattita sul gestore

Lo hanno fatto anche questa volta i sindaci presenti all’Assemblea riunita nel palazzo della provincia di Frosinone. Erano sia di Centrosinistra che di Centrodestra. Nei vari interventi si sono lamentati della gestione di AceaAto5 e della stessa Sto. Sostenendo che ci sono poche informazioni, poco dialogo: vorrebbero più elementi per poter spiegare a loro volta ai cittadini.

Luca Di Stefano ha presieduto l’Assemblea per la prima volta. E non ha parlato da presidente della Provincia. Ma da sindaco tra i sindaci. Ha detto: «Quello che voi oggi lamentate è esattamente ciò di cui mi lamento io da un anno, cioè da quando sono diventato sindaco di Sora».

Per questo, come preannunciato nel discorso di insediamento, ha confermato che si procederà a una revisione della Segreteria tecnico operativa. Perché ritiene che ci siano «poche condivisioni e poche informazioni». Pertanto, visto che è il garante degli utenti, verrà richiesto sin da subito un rapporto fondato sulla completa trasparenza. 

Una diversa mappa dei lavori

Tubazione in ghisa

L’altro tema sollevato dai sindaci è la mappa dei lavori. Quelli effettuati dal gestore AceaAto5 per rimodernare la rete idrica. Sostengono che la mappa è sbilanciata: tutta a favore di alcuni mentre altri non vedono un intervento da anni. Il presidente Luca Di Stefano ha assunto l’impegno di incontrare la dirigenza di AceaAto5 per arrivare a un piano dei lavori molto più condiviso.   

Il dirigente responsabile della Sto Vincenzo Benincasa lo ha spiegato con semplicità ai sindaci: si è riusciti a ribassare alcune voci di costo rivendicate da AceaAto5, soprattutto rispetto al rincaro dell’energia e delle materie prime. Ed «al contempo si va ad abbattere una prima parte dei conguagli extratariffari che il gestore chiede ormai da oltre dieci anni».

L’aggiornamento tariffario proposto dalla Sto e ora approvato dai sindaci ha di fatto scongiurato il rischio concreto di vedere aumentare ulteriormente le tariffe, al netto delle enormi perdite idriche.

Troppi ritardi per l’acqua

In fondo, però, è stato pur sempre approvato un aumento. Luca Di Stefano lo sa bene: «Ancora una volta i sindaci di questa provincia si sono dovuti assumere quella pesante responsabilità per evitare che i rincari dell’acqua fossero ben maggiori». 

È presidente della Provincia dallo scorso 18 dicembre: «Mi sono trovato con il fatto compiuto dopo un anno durante il quale su questa situazione si è solo tergiversato. Tante cose vanno riviste nei rapporti con il gestore idrico e, come ho affermato nella presentazione delle linee guida della mia presidenza, da questo momento in poi ci sarà netta discontinuità con il recente passato».

Di Stefano, a proposito di discontinuità, assicura «molta attenzione alla Segreteria tecnica dell’Ato 5, perché i cittadini e i Comuni della Provincia di Frosinone dovranno avere un servizio idrico migliore e un rapporto con questa amministrazione più frequente e schietto».

Il consigliere provinciale Gianluca Quadrini, presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Iacobucci, evidenzia invece «l’alto senso di responsabilità che hanno dimostrato i sindaci evitando alla nostra popolazione un aggravio di costi ben maggiore». 

Lo hanno fatto, a detta sua, per un motivo: «Manifestare il malcontento che la situazione causa. Hanno operato l’unica scelta possibile per non fare un ulteriore favore al gestore idrico. Bene ha fatto il presidente Di Stefano a rimarcare come, con la nuova amministrazione della Provincia di Frosinone, non saranno consentite disattenzioni e ritardi».

C’è chi dice no

In due hanno votato contro: Atina e Fumone. A rappresentare la contrarietà di Atina, per conto dell’amministrazione guidata da Adolfo Valente è stato il vicesindaco Davide Frattaroli. Detiene una specifica delega al Servizio idrico integrato, non di certo abituale nel resto del territorio. «Il No, innanzitutto, è motivato dall’ingiustificato aumento delle tariffe del servizio idrico, soprattutto in questo momento particolare. Di fatto aumenteranno quantomeno dell’8.88% nel giro di due anni».

C’è poi un’altra riserva: «Secondo la nostra chiave di lettura – riporta il vicesindaco Frattaroli – quest’ordine del giorno arriva in netto ritardo nell’assemblea rispetto ai tempi di elaborazione dell’intera documentazione dall’aprile 2022. La Sto giustifica il grave ritardo sostenendo che sia dovuto al “lavorone” terminato verso dicembre scorso». La discussione, però, si è infiammata più sul piano di investimenti di AceaAto5: «Qualche sindaco, un po’ più attento come noi, ha capito che lasciava a desiderare».

In materia, del resto, Atina ha un approccio ben diverso da tutto il resto della provincia: «Siamo l’unico Comune che ha sempre gestito in autonomia il servizio idrico, quindi ha una visione completamente diversa, che non si smuove dai tre principi basati su efficienza, efficacia ed economicità. Cosa che, purtroppo, il gestore privato non riesce a dare da 19 anni a questa parte».

Cosa non convince

Nel meccanismo delle tariffe pesano anche le pesanti perdite idriche su tutto il territorio provinciale e non solo. «Si parla di un 78% certificato nella provincia di Frosinone – accentua Frattaroli – senza parlare degli oneri concessori non ancora corrisposti ai Comuni».Cosa sono? Quando AceaAto5 ha iniziato a gestire il servizio s’è ritrovata già fatti tutti gli impianti realizzati prima del suo arrivo. In pratica li ha in concessione e per questo deve pagare ai Comuni gli oneri di concessione.

«Forse dimenticano che la Sto ha aggiornato nel 2021 il sistema per la loro ripartizione, chiedendo di emettere regolare fattura ai Comuni per quanto dovuto da Acea Ato 5 nel 2019 e 2020. Siamo nel 2023 e ancora non si è visto un centesimo» lamenta il vicesindaco di Atina. Nella Valle di Comino, del resto, alcune Amministrazioni sono state costrette a chiudere i fontanili comunali in quanto ormai impossibilitate a sostenere i costi.

Non è mancato, infine, un promemoria da Atina sul processo in corso contro ex dirigenti e revisori di AceaAto5 per la condotta tenuta tra il 2014 e il 2017. L’accusa ipotizza reati che vanno dal falso in bilancio alla frode nelle pubbliche forniture, dall’ostacolo all’esercizio delle funzioni dell’Arera, fino al peculato per il fondo vincolato alla depurazione, la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente nell’affidamento degli incarichi di progettazione e collaudo. Ai quali si aggiungono reati tributari rispetto alle imposte sui redditi.

Si sono costituiti parti civili l’Ato 5, 52 Comuni, due associazioni (Comitato acqua pubblica Frosinone e Codici Lazio) e una società privata (Fenicia Srl), che chiedono di essere risarciti per i presunti danni patrimoniali e non.

«C’è un processo in corso in cui la maggior parte dei Comuni si sono costituiti in danno – dice a riguardo Frattaroli -. Sono bilanci, quelli sotto la lente d’ingrandimento della magistratura, che hanno anche influenzato le tariffe proposte e approvate in passato. Con il nostro No in assemblea abbiamo voluto anche rinfrescare un po’ la memoria ai colleghi amministratori, richiamandoli a essere un po’ più attenti. Se si chiede un aumento, deve essere giustificato dagli investimenti, ma il Comune di Atina ritiene che il gestore sia inadempiente e quindi non può chiedere continui adeguamenti alla tariffa».