Addio al Pd. I Socialisti: il centrosinistra non esiste più

L’analisi del Psi, contenuta nel documento programmatico approvato al termine del congresso provinciale, non lascia margini di interpretazione.

Nel testo si dice: “Anche dal punto di vista politico la nostra provincia non brilla di certo. In particolare, degli antichi splendori del centrosinistra locale – tanto da essere definito da autorevoli commentatori come il “modello Frosinone” – non restano che delle amare briciole. Il centrosinistra non esiste quasi più nelle principali città della provincia: è all’opposizione, frammentato, nel Comune capoluogo così come a Cassino e Ceccano, e anche laddove governa mostra difficoltà di coesione e quindi di indirizzo politico”.

“Ciò si traduce nell’assenza di una sede politica di discussione tra le forze del centrosinistra, che ormai da anni non trovano un metodo per aggregare energie che vadano oltre il momento elettorale. In questo quadro, il caso di Frosinone è emblematico: abbiamo favorito la ricomposizione della coalizione dopo anni di silenzi ed ostilità, ma il nostro gesto di responsabilità e generosità non ha comunque consentito di impedire la vittoria al primo turno del sindaco in carica. Tra i diversi insegnamenti che dovremo trarre da questa sconfitta ce n’è uno: non è possibile fare in quattro mesi ciò che non si è fatto in quattro anni, perché gli elettori se ne accorgono e giustamente non danno credibilità a un simile progetto”.

Il Partito del coordinatore nazionale Gian Franco Schietroma individua un punto dal quale non è possibile tornare indietro nelle dinamiche politiche del centrosinistra. E’ anche per questo che come segretario provinciale è stato eletto un giovane come Vincenzo Iacovissi, capace di guardare avanti. Anche senza il Pd.

Infatti nel documento c’è scritto: “Per il futuro, quindi, dovremo lavorare alla creazione di “poli riformisti”, composti da soggetti politici e civici che mettano insieme per tempo ricette amministrative da sottoporre poi ai rispettivi elettorati al momento del voto. Solo così potremo rilanciare l’iniziativa politica sulle cose da fare più che sulle alchimie, ed essere davvero competitivi nei diversi comuni. Un Psi capace di porsi come guida di progetti di cambiamento e come cerniera tra i riformisti della provincia, per aprire una pagina fatta di merito, rinnovamento e discontinuità. Con una chiara parola d’ordine: autonomia”.

Sta tutto lì: autonomia. Dopo le docce fredde di Ceccano ma anche della Provincia, il Psi non si fida più del Pd a livello locale.

Continua il documento programmatico: “Dobbiamo affermarci come il Partito del coraggio e della passione, lavorando affinchè il nostro territorio possa venire travolto da una vera e propria “deriva riformista”, un’onda benefica di sviluppo che innalzi la qualità della vita dei cittadini. Anche a tal fine riteniamo che il Partito alle prossime elezioni regionali, debba presentarsi con il simbolo “Socialisti e Riformisti per il Lazio“, in sintonia con le iniziative già intraprese nelle elezioni dei più popolosi comuni della provincia (Frosinone, Cassino e Alatri), al fine di ribadire una presenza chiaramente identitaria e, nello stesso tempo, per aprirsi alle migliori altre istanze riformiste della società”.

Cambiano gli scenari e stavolta Gian Franco Schietroma è intenzionato ad andare fino in fondo: da tempo si consulta prioritariamente con Daniela Bianchi, consigliere regionale che fa riferimento a quell’area di sinistra che si riconosce nelle posizioni del Movimento Democratici e Progressisti di Roberto Speranza e nel Campo Progressista di Giuliano Pisapia.

D’altronde proprio Schietroma e la Bianchi, in occasione delle provinciali, hanno dato vita ad un Movimento, A Difesa del Territorio, fatto di forze di sinistra ma anche di liste civiche. Il modello è questo. Difficile a questo punto immaginare ancora una coalizione formata da Pd e Psi.

Le strade sono separate in provincia di Frosinone. Irrimediabilmente.

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