Lo sfidante di Nicola Zingaretti alle Regionali 2018 lascia la Regione Lazio. E pure la politica. La delusione di Stefano Parisi. "Torno al mio lavoro. Le buone idee di molti vengono ignorate”
Via dalla Regione Lazio, via dal Comune di Milano: soprattutto via dalla politica che lo aveva rapito. Al punto che in molti vedevano in lui un possibile erede di Silvio Berlusconi. Proprio il Cavaliere aveva chiamato Stefano Parisi all’inizio del 2018, lui che era stato candidato sindaco di Milano battuto per una manciata di voti dal Centrosinistra. L’uomo di Arcore gli aveva telefonato chiedendogli di candidarsi contro Nicola Zingaretti alla guida del centrodestra nel Lazio.
Mancò la fortuna, non l’elettore
L’ideatore del movimento Energie per l’Italia aveva fatto un giro d’orizzonte. E alla fine aveva accettato: conspevole che si trattasse di una missione disperata, al confine con l’impossibile. Perché al centrodestra sarebbero mancati i voti di Sergio Pirozzi, sindaco della piccola Amatrice scaraventato sotto i riflettori nazionali con la sua voce roca ed i modi spicci: aveva scelto di correre comunque, il centrodestra aveva scelto di non scegliere lui.
L’unico a crederci fino in fondo era stato invece proprio Stefano Parisi, il manager partito dal nulla, il self made man che a meno di trent’anni viene scelto come capo della segreteria tecnica del ministero del Lavoro. Poi alla vicepresidenza del Consiglio dei Ministri sotto Ciriaco De Mita. Poi al fianco di calibri da Novanta della politica italiana: Gianni De Michelis, Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi. (Leggi qui Fumata bianca, il candidato nel Lazio è Stefano Parisi. Chi è).
A Milano come City Manager, a Confindustria come Direttore Generale, a Fastweb come amministratore delegato: Stefano parisi è uno bravo. E anche nel Lazio lo ha dimostrato: Nicola Zingaretti ha vinto le elezioni del 2018 ma senza una maggioranza. Quella è andata al centrodestra di Parisi.
Le dimissioni di Parisi
A oltre due anni e mezzo dalla sua elezione, Stefano Parisi lascia il Consiglio regionale del Lazio. Si è dimesso.
Non solo. Si dimetterà anche da consigliere comunale di Milano. Ha deciso di abbandonare la politica per la delusione nei confronti dell’azione del centrodestra. Ma anche della politica per com’è.
Una decisione che non è collegata ad un prossimo accordo politico con Carlo Calenda. Tornerà a fare l’imprenditore.
Torno al mio lavoro
“Torno al mio lavoro. Il mio impegno nella politica attiva si conclude qui“, ha scritto Parisi in un lungo post su Facebook. Lì ha spiegato perché ha deciso di mollare Roma, Milano ed un mondo che lo aveva affascinato.
«È iniziato nel febbraio del 2016 quando la coalizione di centrodestra mi ha candidato alle elezioni per il sindaco di Milano. È stata un’esperienza fantastica: l’elaborazione del programma di governo per il futuro della città» ha scritto sulla bacheca.
La scelta di Parisi è legata alla sparizione della matrice liberale del centrodestra. «Le drammatiche tensioni che innervano le nostre società non trovano risposta in una politica che le alimenta, ma in una elite che guida un popolo per ritrovare il senso della persona, l’identita’ di una nazione, il significato della vita nella comunità».
Ignorate da pochi le buone idee di tanti
La goccia che ha fatto traboccare il vaso: «Sono stati cinque anni di impegno politico per me straordinari. Ho potuto lavorare con persone mosse da una grande voglia di impegnarsi per gli altri. Abbiamo ancora negli occhi l’entusiasmo di tanti, abbiamo provato sulla nostra pelle l’ostilità cieca e ottusa di pochi».
Per Stefano Parisi la politica deve “essere popolata da professionisti che ne conoscano i meccanismi, le regole e il linguaggio. E credo anche che la politica richieda impegno ed energia e che chi vive nella politica debba essere anche pronto a lasciare».
Un addio nel quale c’è amarezza e delusione. «Io ho iniziato il mio impegno a 59 anni. Ho lavorato con tutte le mie forze per realizzare un sogno: contribuire a costruire una casa politica in cui, nel tempo, la maggioranza degli italiani avrebbe potuto ritrovare la fiducia. Non ci sono riuscito. Forse non sono la persona adatta, forse non e’ questo il tempo per il mio sogno».
Il posto di Parisi sarà preso da Fabio Capolei, il più eletto nel collegio di Roma che nel 2018 dovette fare posto a Parisi che risultò il candidato presidente del Lazio con più preferenze tra gli sfidanti di Zingaretti.