Addio Vincenzo Leone, il politico che reggeva le architravi

Si è spento Vincenzo Leone. Già sindaco di Terelle, nella prima Repubblica è stato una figura fondamentale della Democrazia Cristiana. Faceva parte del gruppo di fedelissimi capaci di reggere le architravi della politica disegnata dai big

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Nello scenario rissoso della Democrazia Cristiana, fatto di bande in perenne lotta per aumentare la propria influenza, caratterizzato da suk in continua riunione per raggiungere nuovi equilibri, c’era una serie di figure sullo sfondo.

Personaggi che apparivano meno, in confronto ai big. Ma che reggevano il peso delle architravi politiche disegnate dagli architetti.

Quei personaggi erano gli uomini ai quali era demandata la realizzazione pratica delle cose: il che imponeva che oltre alla capacità di capire la politica e ciò che la politica chiedeva loro, avessero anche la concreta capacità amministrativa. Senza la quale non si governa.

Uomini che uscivano dall’ombra solo nel momento in cui era necessario. E venivano messi in campo per risolvere i problemi, seguendo la strategia politica disegnata dai leader.

 

 

Vincenzo Leone è stata una delle massime espressioni di quella Democrazia Cristiana. Sindaco di Terelle, presidente della Comunità Montana, Consigliere d’Amministrazione in Consorzi ed Enti.

La Democrazia Cristiana nella quale gli Angelo Picano, le Anna Teresa Formisano, i Fernando D’Amata, riunivano i suk e decidevano gli equilibri politici, Vincenzo Leone era l’uomo che poi veniva messo in campo per realizzare il loro disegno.

Perché per tenere in piedi l’architettura occorreva gente capace, dotata di una solida base di consenso, in grado di realizzarne altro attraverso la propria abilità di governo.

 

 

Con il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, aveva deciso di lasciare il mondo dei suk e delle architetture politiche. Dopo essere stati in prima linea, tutto il resto è scaramuccia di periferia. E Vincenzo Leone, l’odore della politica di prima linea l’aveva respirato bene ed a lungo.

Aveva deciso di ritirarsi nella sua Terelle, concentrandosi sulla sua comunità. A raccogliere il testimone della politica fatta di suk e intrighi da sventare, aveva lasciato il figlio Benedetto Leone. Che in questi giorni è stato vice sindaco di Cassino.

 

 

Vincenzo Leone da oggi ha smesso di fare politica. Ha chiuso la sua parentesi umana all’alba: intorno alle 6 del mattino si è spento nell’ospedale Santa Scolastica di Cassino. Da un anno aveva un’altra battaglia sulla quale concentrarsi: una malattia che l’aveva colpito allo stomaco.

L’intervento di un anno fa l’aveva segnato ma lasciato in tutta la sua lucidità. Consentendogli fino alla fine di esaminare scenari, interpretare posizioni e spostamenti, prevedere cosa sarebbe accaduto.

Come sapevano fare solo i grandi: quelli che sapevano stare al posto che gli era stato assegnato, anche se avevano lo scomodo ruolo di reggere le architravi della politica.

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