Roma gela Forza Italia: «Non possiamo tifare lo spread per far cadere Salvini»

Il presidente del Gal Terre di Argil a ruota libera: “Il centrodestra deve essere unito sui territori, con un rapporto forte con il Carroccio. L’Ue ha mandato a casa Berlusconi, non scordiamolo”. Intanto nel partito si apre una stagione congressuale che non convince. E c’è chi propone: “Torniamo fra la gente”

Lo hanno guardato cercando di capire se stesse scherzando o se invece fosse serio. Se stesse lanciando una provocazione oppure un ragionamento politico. Adriano Roma, dirigente di Forza Italia e presidente del Gal Terre di Argil, non ha cambiato tono e anzi ha continuato in maniera tranquilla.

Dicendo: «Signori, è pazzesco che noi si possa fare il tifo per lo spread. E’ assurdo che possiamo augurarci che il muro alzato dall’Unione Europea mandi in frantumi il Governo del Paese, soltanto perché in cuor nostro ci auguriamo un ridimensionamento della Lega e di Matteo Salvini. Non funziona così, non può funzionare così».

 

È una questione di coerenza. Che Roma ha sollecitato. «Ricordiamoci quello che l’Europa ha fatto al  nostro presidente Silvio Berlusconi, costringendolo alle dimissioni dalla guida del governo. Francamente io non soffro della sindrome di Stoccolma e mi auguro che neppure voi ne siate affetti».

 

Gelo tra i presenti. Adriano Roma ha proseguito: «Credo invece che noi dobbiamo guardare al rilancio del centrodestra, ritrovando un rapporto forte con la Lega di Salvini. Anche sul territorio. Ma per fare questo dovremmo sostenere quelle battaglie che la Lega sta portando avanti e che erano contenute nel programma di tutto il centrodestra. No, non si fa politica con il rancore».

 

Intanto però in Forza Italia si apre pure la stagione congressuale. Tra pochi giorni termina un tesseramento che è passato sotto silenzio. In tanti si chiedono se i congressi abbiano ancora un senso, così come sono concepiti.

Più di qualcuno tra i dirigenti di Forza Italia ha lanciato la seguente proposta: «Facciamoli in piazza i congressi, incontriamo i cittadini, riprendiamo  a parlare con la gente e chiediamo a loro di partecipare ai nostri congressi. Sono dieci anni che non si fa un congresso nel partito e adesso dovremmo riprendere con i soliti equilibrismi da palazzo? Torniamo tra la gente».