Aeroporto, rischiano il processo in tre

PIERFEDERICO PERNARELLA per IL MESSAGGERO ED.FROSINONE

Tre richieste di rinvio a giudizio e una di archiviazione. La fase preliminare dell’inchiesta sull’aeroporto di Frosinone mai realizzato si avvia verso l’atto finale. Il sostituto procuratore Adolfo Coletta, dopo aver chiuso le indagini e consentito agli indagati di produrre le memorie difensive, ha formulato le richieste al gip Bracaglia Morante.

Il magistrato ha quindi chiesto il processo per i tre ex presidenti del consiglio di amministrazione della Adf spa – Francesco Scalia, Giacomo D’amico e Gabriele Picano – e l’archiviazione per l’ex direttore generale Alessandro Minotti. L’udienza non è stata ancora fissata ma dovrebbe tenersi entro la fine dell’anno.

LE ACCUSE

Per tutti la procura ha contestato il reato di peculato, ossia l’appropriazione di denaro pubblico da parte di un pubblico ufficiale o di un incaricato di pubblico servizio.

Gli indagati, stando alla tesi della procura formulata in base agli accertamenti condotti dalla Digos, sostenendo spese significative, hanno mandato avanti la Adf spa, nonostante il progetto dello scalo aeroportuale, contesta la procura, fosse irrealizzabile, quantomeno, scrive Coletta nell’avviso di chiusa inchiesta, «a seguito della espressa comunicazione del Ministero dei Trasporti » e «dei rapporti negativi dell’Enac che con ben cinque studi e pareri aveva ripetutamente evidenziato, dal novembre 2006 al maggio 2007, tutte le criticità che non avrebbero mai potuto consentire la realizzazione dell’aeroporto commerciale di Frosinone».

Nonostante questo, rileva la procura, gli indagati, nella veste di presidenti della spa, «si appropriavano di denaro pubblico erogato dalla Provincia di Frosinone e lo destinavano ad alimentare la improduttiva operatività della società sostenendo rilevanti costi afferenti, fra l’altro, all’aumento del capitale sociale della stessa Adf spa, alle remunerazione di sé medesimi, dei membri dei consigli di amministrazione, dei membri dei collegi sindacali, dei dipendenti, di inutili consulenti, di progettisti».

E poi viaggi, cene, gadget. Spese che, stando all’assunto dell’accusa, sarebbero state inutili ai fini del perseguimento dello scopo della società: la realizzazione dell’aeroporto. La somma complessiva contestata è pari a 3.253.842 euro.

LE CONCLUSIONI DEL PM

Secondo le conclusioni di Coletta la gestione indebita di questi soldi sarebbe riferibile ai tre che si sono succeduti alla guida del Cda: Scalia dal giugno 2003 all’aprile 2009; D’Amico dall’aprile 2009 al luglio 2010; Picano dal novembre 2010 al febbraio 2013. Nessuna responsabilità, secondo la procura, ricadrebbe su Minotti che è stato direttore generale della spa dal 2005 al 2012

LA DIFESA

Dal canto loro gli indagati, attraverso i propri legali (gli avvocati Gianrico Ranaldi per Scalia, Calogero Nobile per D’Amico, Mario Di Sora per Piacano e Pierpaolo Dell’Anno per Minotti) hanno sempre respinto con forza le accuse. In primo luogo perché non ci sarebbe stata alcuna appropriazione di denaro o altri beni dell’Adf con modalità più o meno furtive, proprie del reato di peculato, anche perché non ricoprivano il ruolo di pubblici ufficiali.

L’Adf spa e le relative spese, hanno ricordato gli indagati, sono state gestite nell’ottica di un progetto ritenuto fattibile e condiviso dalla stessa Regione Lazio che nel 2006 ha stanziato 4 milioni e mezzo di euro, da erogare in tre annualità, per l’aumento di capitale sociale, la realizzazione dell’eliporto e la progettazione preliminare dell’aeroporto. Di questo stanziamento alla Provincia di Frosinone è arrivato soltanto un milione e mezzo di euro (per l’aumento di capitale sociale) nel 2009.

Tanto è vero che l’amministrazione Pompeo di recente ha citato in giudizio la Regione per ottenere il resto dei fondi mai arrivati. Inoltre il senatore del Pd Scalia, nel corso di una conferenza stampa convocata all’indomani della notifica della chiusa inchiesta (LEGGI QUI IL PRECEDENTE), ha osservato come nell’inchiesta non comparisse Antonello Iannarilli, anche lui per breve tempo presidente dell’Adf spa.

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