Affondare il referendum per colpire i Cinque Stelle

La vittoria alle Regionali potrebbe non bastare per dare una spallata al Governo Conte. Perché colpirebbe solo il Pd. Allora i leader di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia lavorano per far vincere il No. Tajani: “Libertà di voto”. Ma…

Il centrodestra sta riflettendo a tutto campo. Una vittoria alle Regionali (4-2 o magari 5-1), accompagnata da un clamoroso successo dei No al referendum, potrebbe trasformarsi in una spallata molto forte. Spallata al Governo Conte e alla maggioranza che lo sostiene. Perché a quel punto avrebbero perso (e male) sia il Partito Democratico alle Regionali che il Movimento Cinque Stelle sul Referendum.

Referendum e consegne del silenzio

FOTO © LIVIO ANTICOLI / IMAGOECONOMICA

Nella Lega stanno fioccando i “distinguo” e il Capitano Matteo Salvini si sta guardando bene dall’intervenire e dal redarguire i “ribelli”. In Fratelli d’Italia sembra vigere una specie di “consegna del silenzio”, ma è noto che tanti importanti dirigenti sono per il no. In Forza Italia Silvio Berlusconi ha lasciato libertà di scelta e Antonio Tajani ha voluto ribadirlo. Spiegando: «Credo che per il referendum si debba lasciare libertà di scelta a tutti i cittadini. Non è una questione di partito».

Significativo che Tajani abbia pronunciato queste parole nel corso di una manifestazione con Matteo Salvini e Giorgia Meloni in Puglia. Ha affermato Tajani: «Noi crediamo che sia giusto ridurre il numero dei parlamentari, però così come è stata realizzata questa riforma mi pare che non si vada nella giusta direzione. Ci sono tanti territori che rischiano di non avere più rappresentatività, penso al sud e alla Basilicata».

La riforma complessiva di Tajani

«Forse sarebbe giusto arrivare ad una riforma complessiva, con le autonomie, i poteri delle regioni. Insomma la riorganizzazione dello Stato e di un modello che è legato ad una situazione storica che era quella del ’48. Quando cioè è stata fatta la Costituzione e poi con le successive risposte però bisogna inquadrare tutto in un contesto complessivo. Noi lasciamo libertà di voto ai cittadini perché sono i cittadini che devono scegliere. Fermo restando che abbiamo molte perplessità su questa riforma». (Leggi qui Referendum, la legge elettorale resta un rebus).

Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti

Un ragionamento storico e anche in punta di diritto costituzionale, che però ha anche un forte significato politico. E’ come una gigantesca battaglia navale. Il centrodestra vuole provare ad “affondare” sia le navi dei Democrat in Regioni come Marche, Puglia, Toscana. Sia la nave ideologica del Movimento Cinque Stelle.

Perché se naufraga il taglio dei parlamentari, i pentastellati perdono l’ultimo avamposto. A quel punto sarebbe quasi impossibile per Giuseppe Conte fare finta di nulla. Ma non è detto.

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