Agguato all’eroico presidente Quadrini

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

I suoi timori erano fondati. I suoi incubi hanno preso forma. L’eroico presidente dell’indomita Comunità Montana di Arce (pervicace alla liquidazione) Gianluca Quadrini è stato bersaglio di un agguato. Lui l’aveva previsto. E’ per questo che all’inizio della scorsa settimana ha fatto di tutto per non farsi abbattere dall’influenza, resistendo con ostinazione all’ineluttabile necessità di mettersi a letto. (leggi qui) Poi però la natura umana ha mostrato i suoi limiti.

Ne hanno approfittato in cinque. Ieri sera. Due di questi erano nell’elenco dei potenziali traditori. A capeggiare l’agguato è stato Mario Magnum Abbruzzese, presidente della commissione Riforma della Regione Lazio e leader di Forza Italia in provincia di Frosinone. Con lui c’era Pasqualino Ciacciarelli, per graziadiddio e volontà di Mario coordinatore provinciale di Forza Italia, aspirante candidato alla Regione in totale competizione con l’eroico degente.

Con loro ha formato infame manipolo anche Riccardo Del Brocco, ardito della prima ora e poi migrato nelle file di Forza Italia alle elezioni comunali di Ceccano. Ad aggiungere infamia era in squadra anche Leonida Zaccari da Ferentino, ormai rottamato dal figlio coordinatore regionale dei Giovani di Forza Italia, uno di quelli che l’eroico presidente, durante una riunione di coordinamento provinciale, apostrofò dicendo “Ma questi chi li fa parlà ed a che titolo stanno qui?

Il luogo in cui hanno complottato è il meno sospettabile, il più inatteso. I congiurato si sono riuniti ieri sera in quel di Arnara: nella casa di Adriano Roma, già coordinatore provinciale di Forza Italia, consigliere regionale per una notte, spina nel fianco del Partito da quando ha poco da fare (in politica). Soprattutto, consigliere occulto dell’eroico presidente.

Cosa hanno tramato, nel corso della riunione?

Hanno cenato in assenza del convalescente presidente montano. Si sono mangiati una trentina di salsicce prodotte nelle stalle del consigliere Roma, governate dal di lui padre. Trenta salsicce. Senza il presidente. In altre latitudini verrebbe considerato in colpo di stato.

Il menù è di quelli rustici che a lui sarebbe piaciuto tanto. Per introdurre: salsicce secche affettate a mano da Riccardo Del Brocco «Fate fare a me che prima facevo il macellaio». Poi mozzarelle di bufala dal calibro di mezzo chilo ciascuna. Olive, nere e di Gaeta. Quindi, le portentose salsicce della fattoria Roma, con i maiali governati da papà e la carne aggiustata alla perfezione da mamma Roma. Il tutto, con un’insalatina condita sempre da Del Brocco che ad un certo punto ha trovato più agevole girarla con le mani «Così piglia più sapore».

Ad innaffiare cotanto pasto: un Corte alle Mura – Chianti Riserva docg 2014 reperibile presso Lidl a 1,99; una bottiglia di Medici Riccardi Chianti Montalbano, che nel Duecento i vescovi facevano portare sulle loro tavole come tributo. A chiusura un Colesel Valdobbiadene, prosecco derivante dai vigneti in Santo Stefano. Il colpo di grazia è arrivato da un Pampero aniversario, rum commerciale commerciale di Venezuela distribuito in Italia da Diageo.

Hanno pasteggiato fino a tardi. Cosa si sono detti… questa è un’altra storia. Ma c’è una certezza: cambiano gli equilibri in Forza Italia (almeno a tavola)

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