Al summit di Pompeo non c’è mezzo Pd ma c’è Zaccari

Clamoroso all'iniziativa dell'associazione Volume. Ai lavori partecipa anche l'esponente leghista dell'opposizione. Sempre più in sintonia con il sindaco Dem. Un chiaro segnale in vista delle prossime Comunali

Non c’era un pezzo del suo Pd, critico ma comunque leale con la maggioranza. C’era invece un pezzo della Lega, silenziosamente favorevole ma formalmente all’opposizione. È questo il segnale più importante emerso ieri sera dalla riunione organizzata da Volume, l’associazione di Antonio Pompeo: sindaco in scadenza del Comune di Ferentino, presidente in attesa di riforma della Provincia di Frosinone, leader indiscusso degli ex renziani di Base Riformista.

Non è stata una riunione per salutare l’estate, non è stato un cocktail per stare insieme. La riunione di lunedì sera è stata la chiamata alle armi per i gruppi che staranno con Pompeo nella costruzione dell’alleanza elettorale; quella che nel 2023 tenterà di eleggere il suo successore.

Guarda un po’ c’è Luca

Luca Zaccari (Foto © AG IchnusaPapers)

E la presenza di Luca Zaccari? Cosa ci fa in una riunione di ‘post comunisti‘ seppure post renziani una sensibilità storicamente di destra come il leghista Luca Zaccari? La sintonia con il sindaco – presidente – leader è sempre più evidente. Non è un caso che proprio Antonio Pompeo lo abbia voluto come Presidente del Consiglio Provinciale di Frosinone subito dopo la sua elezione a Palazzo Iacobucci lo scorso dicembre.

Il pretesto per la partecipazione al cocktail di fine giugno a Villa Gasbarra ci sta tutto. Basta leggere il tema stampato sull’invito: “Ferentino guarda al futuro. Incontro con i giovani amministratori”. E sul piano pratico ma anche su quello formale è stata un’iniziativa di Volume e non del Partito Democratico.

Ma con tutta la buona volontà non era quello il posto per Luca Zaccari. A meno che non ricorresse una di queste due condizioni: A) i leghisti non resistono al richiamo dell’evento a base alcolica (vedasi gli effetti del mojito sul leader Matteo Salvini che per un paio di drink ci si è giocato il Governo ed il posto da ministro dell’Interno). B) Luca Zaccari con una sua lista civica sosterrà il Campo largo di Antonio Pompeo a Ferentino.

Il che confermerebbe le indiscrezioni sul suo leader di riferimento: Pasquale Ciacciarelli, presidente di Commissione in Regione Lazio e soprattutto responsabile Organizzazione della Lega provinciale. I rumors lo vogliono sempre più nostalgico delle sue posizioni centriste sostenute con forza fino ad un paio di anni fa quando era coordinatore provinciale di Forza Italia. Ma fino all’analisi del voto dopo il ballottaggio tra Mastrangeli e Marzi a Frosinone non ci saranno chiarimenti.

Chi c’era e chi no

Antonio Pompeo

Per il resto a Ferentino c’era tutto il mondo post democristiano di Antonio Pompeo. Per i civici di Fare Futuro a Villa Gasbarra c’era l’assessore Angelica Schietroma accompagnata dal consigliere Alessandro Cellitti Zunda; la lista del sindaco era rappresentata dal presidente d’Aula Claudio Pizzotti con l’assessore Giuseppe Virgili (un altro che quattro anni fa, come Zaccari, era candidato contro Pompeo); Uniti per Ferentino era rappresentata dal consigliere Paola Fiorini.

Nessuna traccia dei Dem di Ferentino nel Cuore: Pd di rito diverso da quello osservato da Antonio Pompeo; loro stanno con Mauro Buschini che è una delle colonne di Pensare Democratico. Eppure di giovani promettenti – come indica il tema dell’incontro a Villa Gasbarra – anche lì ce ne sono. È il caso di Alessandro Rea, consigliere comunale ma anche Provinciale. Antonio Pompeo lo ha invitato, come tutti i politici under 40 della città: ma Rea ha declinato “per precedenti impegni”.

I rapporti si sono rotti con Pompeo già da tempo. Due le versioni. Una ritiene che Ferentino nel Cuore voglia ricandidare l’ex sindaco Piergianni Fiorletta una volta che Pompeo nel 2023 avrà esaurito anche il secondo mandato consecutivo consentito dalla legge. L’altra versione – quella di Pompeo – il gruppo stava tentando di allargarsi al punto da poterlo condizionare in Aula minacciando altrimenti la crisi.

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