Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Quella tensione nella presentazione delle liste che oggi non c'è più
Era uno dei momenti centrali: nel quale non c’erano margini per errori. Né nella forma, né nella sostanza. Sbagliare a presentare le liste per le elezioni significava rimanere fuori e non poter concorrere.
C’è stato un tempo in cui ci si marcava a vista. Si preparavano due liste diverse: dovevi cercare di sapere chi candidavano i tuoi avversari ed a quel punto tu piazzavi quella delle due che ti consentiva di parare meglio il colpo e di vincere la sfida. Era come la pretattica prima delle partite di calcio, quando gli allenatori tenevano nascosta fino all’ultimo istante la formazione.
Si racconta di quando vennero depositate le candidature di Forza Italia alle Regionali: pare che Antonello Iannarilli dormisse con due copie della documentazione sotto il letto. Per evitare sorprese scenografiche dei Radicali c’era tra i Partiti chi metteva nella delegazione presentante almeno due soggetti ben palestrati con l’incarico di scavalcare chiunque si fosse eventualmente frapposto tra loro e la porta in cui si doveva consegnare il fasciclo con le candidature.
Tante liste tante leggende
Un anno, il centrodestra non vide in campo per le Regionali Forza Italia: ufficialmente per colpa di un attacco di fame e di un panino che andarono a prendere ma proprio in quel momento vennero chiamati a depositare; leggenda vuole che Berlusconi di primo mattino si fosse svegliato dopo una notte di bunga bunga cambiando idea e chiedendo di sostituire il capolista: impossibile a quel punto raccogliere daccapo tutte le firme ed autenticarle. Cattiverie.
Oppure c’è la storia degli uffici messi distanti per confondere l’avversario: in un ala del municipio si fanno le autentiche e nell’altra si fa la consegna e se arrivi all’ultimo minuto ti salta tutto.
Le leggende sono a migliaia. Oggi ci hanno tolto anche questo. Le liste si consegnano oggi così la foto è già sui siti e domani campeggia sui giornali. Chi non ha già consegnato, ha già diffuso nomi e simboli.
Senza acrobazie, tutto è già su Twitter e Facebook. Non è un caso se quella di oggi viene chiamata stampa a freddo. Quella in tipografia, a caldo, aveva regalava ben altre sensazioni.