Alatri si prepara al dopo Morini… quando sarà

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Il sindaco Giuseppe Morini supera gli scossoni dovuti ad un bilancino in bilico. Ma il quadro politico alatrense sta iniziando a muoversi con interesse. Per pianificare le alleanze future

Alle elezioni comunali di Alatri , salvo scossoni dell’ultimo momento, mancano più di due anni, ma il quadro politico alatrense sta iniziando a muoversi con interesse. In quella che, fino a qualche anno fa, era la roccaforte della politica provinciale, sono abituati a manovrare con anticipo. Sono scomparsi i politici, ma sono rimaste le usanze della politica.

Il sindaco Giuseppe Morini dovrebbe restare in sella fino a fine mandato. Le voci secondo cui la maggioranza di centrosinistra, appesa al singolo voto di un solo consigliere, non avrebbe retto alla crisi delle casse comunali, rappresentano solo un ricordo.

Allora si può tornare, con calma, a tessere le alleanze per il dopo.

La grande alleanza

Il consigliere Tarcisio Tarquini, memore di un’esperienza civica che sarebbe potuta andare meglio, vuole riprovarci. La strategia, questa volta, dovrebbe prevedere una grande alleanza con ciò che è rimasto della coalizione composta per la candidatura dell’avvocato Enrico Pavia. I due hanno iniziato a collaborare in seno al consiglio comunale. Sommare le liste, insomma, per raggiungere la maggioranza consiliare, liberando le mura, si fa per dire, dopo un decennio a guida PD.

Per comporre la sinfonia – dalle parti del ‘tarquinismo’ ne sono convinti – serviranno le primarie. Della partita dovrebbe essere pure l’ex sindaco Patrizio Cittadini, con il suo Programma Alatri. Ci sarebbe pure un terzo avvocato, quel Remo Costantini che è fuori dall’arena dai tempi del dottor Costantino Magliocca, ma pare che non ne voglia sapere, per via degli impegni professionali, di candidarsi a sindaco di Alatri.

Potrebbe rappresentare quello che, in termini fantacalscistici, si chiama “crack”: uno in grado di spostare gli equilibri. Non come Leonardo Bonucci al Milan, si spera.

E poi? Poi c’è il centrodestra.

L’astro Borrelli

Tutto ruota attorno al consigliere Gianluca Borrelli. Si era candidato con Morini, sposando la causa politica di Mauro Buschini e Fabio Di Fabio, ma dopo la complessa vicenda che ha riguardato il suo seggio consiliare, a lungo conteso con i socialisti di Schietroma, si è spostato a destra e, più precisamente, dalle parti di Matteo Salvini.

Si dice che il suo “niet” abbia impedito a Roberto Addesse, uno che ha preso tre – quattrocento preferenze in più rispetto al buon Borrelli, di costituire il gruppo consiliare della Lega. E sempre la sua opinione sarebbe stata decisiva per impedire ad Antonello Iannarilli, che nel frattempo ha abbandonato Forza Italia dirigendosi verso il progetto Toti – Meloni, con la sponda di Antoniozzi, di passare col Carroccio.

Ma com’è riuscito un neofita della politica come Borrelli, un “peso massimo” da 150 voti, che ha esordito nel centrosinistra, a prendere le redini della parte politica che, fino a poco tempo fa, fa esprimeva un senatore, un deputato e un presidente della Provincia? Pare che l’onorevole Francesco Zicchieri , coordinatore regionale della Lega, abbia preso a cuore la sua vicenda.

In prossimità delle elezioni parlamentari, era stato addirittura ventilato un seggio bloccato in Campania. Uno di quelli che nel ranking berlusconico era accompagnato da una bella A +. Con il Rosattelum, del resto, le performance elettorali e la coerenza rilevano poco.

Mistero 5 Stelle

Non parlate di Lega, invece, con l’onorevole Luca Frusone, deputato pentastellato che da Presidente della Delegazione Italiana presso l’Assemblea Parlamentare della Nato, chi lo avrebbe mai detto, deve trovare pure il tempo di selezionare qualcuno in grado di correre ad Alatri.

Si fa il nome di una donna, un’ avvocatessa, che però lavorerebbe nello studio di un altro potenziale candidato sindaco di estrazione civica. In ogni caso, bisognerà tenere gli occhi aperti sul MoVimento 5 Stelle: se le altre
forze politiche non dovessero trovare la quadra, potrebbe rappresentare la variabile impazzita della prossima competizione.

Resta da capire se siano state sanate le divergenze emerse nei mei scorsi tra il MeetUp e l’onorevole. Culminate in una netta presa di distanze in occasione delle due assemblee provinciali tenute dal M5S. A Frusone veniva rimproverato di trascurare il collegio, soprattutto quello Comunale.

Poi il MoVimento si è chiuso a riccio e nulla più è filtrato.

C’è folla nel Pd

Infine, c’è il Partito Democratico, che dovrà fare a meno dell’Ingegner Morini: ha terminato i mandati consecutivi a disposizione. Fabio Di Fabio è la successione naturale. In alternativa ci sarebbe l’attuale direttore generale del nosocomio cittadino, Roberto Sarra, ma pare ci siano state incomprensioni con il capogruppo regionale Dem Mauro Buschini.

Ci sarebbe poi l’enfant prodige Luca Fantini segretario regionale dei Giovani Democratici nel Lazio, uno sul quale sta scommettendo molto Nicola Zingaretti. Fantini fa parte della ristrettissima squadra che accompagna il Governatore nei suoi tour per l’Italia con cui sta costruendo la sua elezione a Segretario Nazionale Pd. Fantini potrebbe essere candidato al Consiglio Comunale, non certo a sindaco: dotato di grande capacità organizzativa e forte struttura teorica, difetta invece nell’esperienza amministrativa.

Le decisioni importanti, ad Alatri, non si prendono mai prima di San
Sisto
e in questo caso, di festività patronali, ne mancano ancora un
paio. Sempre che non succeda niente prima, s’intende.

(A.A.)