Sembra il film visto a Ceccano, dove nessuno ha voluto disturbare il senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia). Ad Alatri nessuno vuole mettere in difficoltà il presidente del consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini (Pd). E allora i veti incrociati diventano benedetti.
Se c’è un Comune ad altissima valenza politica, che ha rappresentato sempre il termometro della situazione politica ciociara, spesso in anticipo e a volte in controtendenza, quello è Alatri. Per anni feudo elettorale di Antonello Iannarilli, potentissimo segretario provinciale di Forza Italia ma anche assessore e consigliere regionale, deputato e presidente della Provincia. Mai sindaco però.
Adesso Alatri è la roccaforte di Mauro Buschini, il Signore degli Anelli della Presidenza del Consiglio regionale del Lazio, fedelissimo di Nicola Zingaretti.
Ad Alatri la vittoria di Patrizio Cittadini su Antonello Iannarilli per un pugno di voti anticipò lo schema con il quale il centrosinistra di Francesco De Angelis e Francesco Scalia dominò la scena politica provinciale pur essendo minoritario rispetto ad un centrodestra che faceva il pieno di voti a Politiche, Europee e Regionali.
Ma pure le diverse esperienze di Giuseppe Morini e di Costantino Magliocca hanno scandito dei momenti precisi della politica ciociara.
Ad Alatri il clima di Ceccano
In primavera ad Alatri si torna alle urne. In un clima simile a quello di Ceccano, dove tutti sapevano che avrebbe vinto Roberto Caligiore, scudiero del senatore Massimo Ruspandini. Ad Alatri scommettono tutti su Roberto Sarra, medico bravo, stimato e autorevole. Mauro Buschini punta su di lui. E il centrodestra?
Già, il centrodestra? Bloccato dai veti incrociati. Antonello Iannarilli ora sta in Fratelli d’Italia. Probabilmente non ha la forza elettorale per eleggere un sindaco, ma sicuramente ce l’ha per far pesare veti e fuoco incrociato. Per sbarrare la strada, per esempio, ad Enrico Pavia, che però non se l’è giocata esattamente alla perfezione. (Leggi qui A chi toglie di più l’alleanza a tre raggiunta ad Alatri).
La Lega di Nicola Ottaviani è ferma ai box. Mentre Massimo Ruspandini, leader di Fratelli d’Italia, non si mischia. Resta a guardare. Più altrove il centrodestra perde, più il modello Ceccano diventa un riferimento.
Pure Forza Italia appare ferma. Claudio Fazzone non si pronuncia, Adriano Piacentini e Daniele Natalia non si muovono. A pochi mesi dal voto il centrodestra non ha nemmeno un’idea di candidato unitario.
Forse nessuno vuole disturbare Mauro Buschini nel suo castello. Come, a parti inverse, è successo a Ceccano con Massimo Ruspandini.