Caro sindaco Morini, non partecipi più alla gogna

Al grande, chiassoso e superficiale circo mediatico nazionale (soprattutto televisivo) cosa interessa davvero? Che venga fatta giustizia sul barbaro massacro di Emanuele Morganti o cucire la “lettera scarlatta” su Alatri, sul sindaco e su tutta la Ciociaria?

E’ ora di porci tutti questa domanda. Partendo dai fatti: Emanuele è stato ucciso di botte, vittima di una violenza bestiale e terrificante. Ammazzato dal branco, solo da tre persone o soltanto da quella che ha sferrato il colpo mortale, fa differenza per il Codice Penale. Il senso Morale dice che sono tutti colpevoli: chi ha picchiato, chi non è intervenuto, chi ha aiutato. I colpevoli vanno assicurati alla giustizia e per questo stanno lavorando senza sosta Procura della Repubblica e carabinieri. Non stanno brancolando nel buio, stanno vagliando testimonianze e circostanze con estrema attenzione per evitare che possa finire come in decine di altri casi italiani nei quali non si sa come siano andate le cose. Un lavoro serio, quello coordinato dal Procuratore De Falco, un lavoro che non guarda alle sirene mediatiche ma ai codici penali e di procedura penale. Non hanno bisogno di un colpevole: lo hanno già. Hanno bisogno delle fonti di prova capaci di superare il vaglio di una Corte d’Assise. E condurre ad una pena che sarà esemplare. Con le chiacchiere non si fanno le condanne.

L’equazione dei grandi guru nazionali è semplicistica e ipocrita: Alatri è a metà tra Sodoma e Gomorra, tutti i cittadini sono omertosi, stanno proteggendo il branco per chissà quale motivo, il sindaco Morini non dà spiegazioni plausibili.

E’ venuto il momento di dire le cose come stano. Alatri è stata sconvolta da un fatto di cronaca terribile e terrificante nella sua efferatezza. Il paese è sotto choc. Il branco difende i colpevoli, ma i cittadini non c’entrano nulla. I cittadini sono spaventati e smarriti. Tutto qui.

Nessuno venga a parlarci di omertà. Se omertà significa che la gente di Alatri non sta facendo la corsa per mettersi sotto ai riflettori e davanti alle telecamere, allora la parola omertà ci sta. Ma se omertà significa nascondere le cose agli investigatori allora non può essere pronunciata. Perché ci sono decine di testimonianze a verbale: alcune finite pure sui giornali, con tanto di nomi e cognomi. Violando i principi base dell’etica giornalistica. Che impongono di tutelare l’anonimato dei testimoni.

Altri aspetti della vicenda vanno approfonditi, ma non sono paragonabili all’omicidio. I controlli amministrativi sui locali, la verifica delle carte sui buttafuori, la funzionalità o meno delle telecamere sono tasselli importanti e non mancheranno di essere vagliati. Ma bando all’ipocrisia: in tutta Italia in certi locali si ascolta musica, si balla, si somministrano alcolici. In tutta Italia è in vigore la liberalizzazione delle licenze: se un night apre in pieno centro non è tenuto a comunicare nulla fino al giorno dell’apertura. Ad Alatri, il Miro Music Club è un circolo privato che ha rilevato la licenza pochi mesi fa da un’altra gestione. Nulla deve essere autorizzato dal Comune. Non ad Alatri ma in tutta Italia.

In tutta Italia, purtroppo, la piaga della droga si sta diffondendo tra i nostri giovani nell’indifferenza dei benpensanti. Il dottor Nando Ferrauti della Asl di Frosinone ha lanciato l’allarme otto mesi fa: si abbassa sempre più l’età dei ragazzini che per la prima volta fanno uso di stupefacenti, la droga è nelle scuole Medie. Ma già il giorno dopo nessuno ne parlava più.

In tutta Italia ci sono scontri e pestaggi tra gang rivali, spesso per futili motivi.

Al sindaco Giuseppe Morini consigliamo di non andare più in certe trasmissioni nazionali, perché in quei contesti non vogliono interviste ma … audience. Una specie di gigantesca gogna nella quale l’interrogatorio si sostituisce alle domande, le risposte non vengono neppure ascoltate.

E’ un reato dipingere il proprio paese come laborioso? E’ un reato sottolineare che magari i testimoni stanno raccontando quello che sanno alla magistratura? Come peraltro si dovrebbe fare?

Alatri, come tutte le città e i paesi italiani, non è immune da quei fenomeni che abbiamo descritto prima. Ma non si tratta di una città infestata da zombie famelici che si aggirano per la strade a staccare teste e bere sangue.

Caro sindaco, controlli i profili amministrativi di questa storia e assuma le decisioni che reputa opportune. Ma non presti più il fianco a ricostruzioni che vogliono soltanto catturare audience. Si ricordi che sul territorio ha la prima tv del Lazio per numero di ascolti: Teleuniverso ha già dato ampia dimostrazione di correttezza. Rinunciando alla lacrimuccia, all’invasione nel dolore, alla violenza mediatica. E non è facile.

Infine, la gogna mediatica ha già fatto abbassare la concentrazione su quella che è l’unica vera tragedia: l’assassinio di Emanuele.

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