Alatri, la chiusura di Ostetricia prevista dalla Regione

da L’INCHIESTA QUOTIDIANO

Per Alatri si va verso il “punto nascita” con la chiusura definitiva del reparto di Ostetricia. L’ha ribadito ieri la Asl di Frosinone, con una nota a firma congiunta del direttore generale Isabella Mastrobuono, del direttore sanitario Roberto Testa e del direttore amministrativo Mario Piccoli Mazzini.

Come noto ieri si sarebbe dovuto tenere l’incontro in Consiglio comunale tra i vertici Asl e l’amministrazione civica. Ma il sindaco Antonio Morini, che aveva chiesto rassicurazioni per scongiurare la chiusura di Ostetricia, non avendone ricevute, ha annullato polemicamente la riunione. Così ieri Mastrobuono, Testa e Piccoli Mazzini hanno inviato una lettera al sindaco Morini e, per conoscenza, al presidente della Regione Nicoola Zingaretti, al responsabile della cabina di regia regionale per la sanità, Alessio D’Amato, al consigliere regionale Mauro Buschini ed ai sindaci di Guarcino, Fumone, Torre Cajetani, Trivigliano e Vico nel Lazio. «Il decreto del Commissario ad Acta della Regione Lazio n. U00368 / 2014 – ricordano nelle prime righe -, “”Attuazione Programmi Operativi 2013-2015 di cui al Decreto del Commissario ad Acta n. U00247 / 2014: Adozione del documento tecnico inerente: “Riorganizzazione della rete ospedaliera a salvaguardia degli obiettivi strategici di rientro dai disavanzi sanitari della Regione Lazio””, prevede al punto 6 – Rete Perinatale: “Entro il 30 giugno 2015 l’accorpamento della Uo ostetrica / neonatologica di Alatri con la rispettiva UO di Frosinone. Nel Presidio ospedaliero di Alatri si mantiene l’attività ostetrica coma Casa di Maternità intraospedaliera”.Tale previsione è stata pienamente confermata nel successivo decreto del Commissario ad Acta della Regione Lazio n. U00412 / 2014, “”Rettifica DCA n. U00368 / 2014 avente ad oggetto “Attuazione Programmi Operativi 2013- 2015. Adozione del documento tecnico inerente: “Riorganizzazione della rete ospedaliera a salvaguardia degli obiettivi strategici di rientro dai disavanzi sanitari della Regione Lazio”. Le previsioni di cui al disposto regionale,sono state pienamente recepite dai successivi atti posti in essere dall’Azienda: Atto Aziendale e Piano Strategico Aziendale adottati con deliberazioni, rispettivamente, n. 270 e n. 380 del 25 marzo 2015. Nella presente disamina – precisano i vertici Asl -, non si può non tener conto del consistente contributo fornito al progetto “Casa della Maternità” dalla Fondazione Roma,(finanziamento unico pari a € 403.000,00 per il Presidio Frosinone – Alatri, nell’ambito di un finanziamento complessivo pari a € 898.000,00), alla quale va un doveroso ringraziamento, ed il cui Presidente nei prossimi giorni visiterà gli ambienti oggetto di intervento. Non si può non sottacere come, nell’ambito dei possibili interventi da proporre alla Fondazione, non sia stato privilegiato, per l’alto valore di umanizzazione delle cure, il progetto del San Benedetto».

Il direttore generale e quelli amministrativo e sanitario spostano, quindi, l’attenzione sulle caratteristiche della Casa della maternità e poi ricorda la tendenza in atto nel Lazio: «Non sfuggirà quanto in essere nella Regione Lazio, così come in altre regioni, relativamente all’adozione di nuovi modelli organizzativi sanitari, tra i quali sono compresi anche forme organizzative innovative per un parto non medicalizzato. Ed è proprio in questo contesto che si va ad inserire la Casa della Maternità presso l’Ospedale di Alatri che è stata progettata anche per garantire il superamento di quella criticità evidenziata dal P.Re.Val.E. (Programma Regionale Valutazione degli Esiti degli Interventi Sanitari) che vede nell’anno 2014, confermato dai dati aziendali per il 2015, percentuali di tagli cesari per il Presidio di Alatri di oltre il 40%, valori assolutamente inaccettabili, tra i più alti a livello nazionale. (…) Nei prossimi giorni si procederà, pertanto, ad una sospensione temporanea dell’attività della struttura, per consentire una serie di lavori strutturali, comunque necessari ed imprescindibili (impianto antincendio, porte REI e compartimentazione), illuminazione e controsoffittatura, nonché adeguamenti tecnologici che restituiranno alla popolazione un reparto all’avanguardia, un punto-nascita profondamente innovativo. Le neomamme avranno a disposizione un reparto per farle sentire “a casa” e facilitare il parto naturale. Un reparto protetto che potrà ospitare anche i papà e gli eventuali fratellini del nascituro, e poi vasche per il parto in acqua, area soggiorno, cucina, tisaneria e ludoteca. Per il nuovo reparto, che la norma prevede a gestione ostetrica, è stato inoltre previsto durante il parto la presenza contestuale del ginecologo (più uno in pronta disponibilità), dell’anestesista e del neonatologo, per garantire elevati standard di sicurezza. Questa nuova forma organizzativa, permetterà alle donne sane, con una gravidanza a basso rischio e prese in carico dalle strutture consultoriali aziendali, in sinergia con quelle ospedaliere attraverso un “percorso nascita” codificato, di essere accolte in un ambiente il meno medicalizzato possibile, pur garantendo adeguati standard di sicurezza. Un parto fisiologico in un contesto accogliente, “a casa”, può contribuire a ridurre la percezione del dolore,facilitare la libertà di movimento agevolando l’incontro con il neonato e l’allattamento, nel rispetto dell’appropriatezza e del buon uso delle risorse. Il “percorso nascita” prosegue anche dopo il parto, con una presa in carico anche nelle prime fasi dell’allattamento, in cui le puerpere sono seguite a domicilio attraverso un Progetto denominato “La Cicogna vola in Ciociaria”».

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright